Arm, il progettista di architetture per processori, ha annunciato un cambiamento nel suo sistema di denominazione dei prodotti per rendere più trasparente e riconoscibile la destinazione d’uso delle proprie soluzioni. Quindi, l’azienda ha deciso di abbandonare la storica nomenclatura “Cortex” per abbracciare un nuovo schema organizzato per categorie di mercato.
La notizia è stata diffusa dal CEO Rene Haas. Evidenzia una strategia di transizione da un modello focalizzato solo su IP (Intellectual Property) a una piattaforma completa; comprese le soluzioni che rispondono alle esigenze emergenti dell’IA. Il nuovo schema include cinque famiglie principali; Neoverse per l’infrastruttura, Niva per il settore PC, Lumex per il mobile, Zena per l’automotive e Orbis per l’IoT.

Il nuovo schema di Arm
L’aumento della domanda di efficienza energetica e prestazioni su scala, sia nei datacenter che nei dispositivi portatili, ha imposto la necessità di passare da un’architettura IP flessibile ma complessa a una proposta basata su piattaforme più coerenti. I nuovi nomi riflettono proprio questa transizione.
Nella futura nomenclatura Arm Neoverse sarà la gamma per l’infrastruttura cloud e server. Arm Niva identificherà i processori dedicati ai PC, mentre Arm Lumex sarà riservato ai SoC per smartphone e tablet. I sistemi per l’automotive saranno denominati Arm Zena e l’universo IoT sarà ricoperto da Arm Orbis. Ogni nome sarà associato anche a una generazione e a una classe prestazionale: Ultra, Premium, Pro, Nano, Pico.
In questo modo si potrà riconoscere con immediatezza se un chip è pensato per l’efficienza, per le massime prestazioni o per applicazioni specifiche. Questo approccio semplifica l’identificazione dei prodotti, evitando le attuali ambiguità generate da suffissi e numerazioni frammentate nella linea Cortex.
Oltre alla semplificazione semantica, la ristrutturazione dei nomi rappresenta un incentivo concreto per i partner industriali. I Compute Subsystems (CSS) diventano infatti il cuore pulsante di ogni piattaforma. Si tratta di configurazioni validate e ottimizzate che includono CPU, GPU, interconnect, tool di sviluppo e supporto software, progettate per ridurre i tempi di time-to-market.
Arm offre così non solo blocchi IP ma soluzioni integrate, facilitando il lavoro di aziende come Qualcomm, MediaTek e Nvidia. In questo contesto, la GPU Mali continuerà a esistere come brand separato ma integrato, mentre le varianti più potenti, come Immortalis con ray tracing hardware, restano in attesa di chiarimenti su un eventuale rebranding.
Conclusioni
La scelta di Arm di riorganizzare la propria offerta in chiave piattaforma e di abbandonare la nomenclatura Cortex riflette un cambiamento strutturale profondo. Non si tratta di una semplice operazione di marketing; è la naturale evoluzione verso un’architettura più leggibile, scalabile e orientata alle sfide dell’AI.
L’identificazione rapida del segmento di utilizzo e del profilo prestazionale semplifica sia il lavoro dei progettisti sia l’interpretazione da parte del mercato. La nuova denominazione evidenzia come Arm cerca di ridurre la complessità dello sviluppo SoC nel attuale contesto; un contesto dominato dall’intelligenza artificiale, dal consumo energetico controllato e da richieste sempre più verticali.