Immagina di perderti in un bosco o di attraversare una zona senza campo, e riuscire comunque a effettuare una video chiamata con Whatsapp. Non è fantascienza: è la nuova frontiera della connettività che Starlink, il servizio satellitare di SpaceX, sta per rendere reale con la tecnologia Direct-to-Cell. Già a partire da giugno 2025, in via sperimentale una selezione di smartphone potrà collegarsi direttamente alla costellazione di satelliti in orbita bassa, senza antenne esterne o app dedicate.

La tecnologia non riguarda solo l’accesso a messaggi e chiamate; si parla anche di servizi che vanno dalla connessione internet via satellite fino alla ricezione di dati sulla posizione geografica; in sostituzione degli attuali e noti servizi di localizzazione satellitare (GPS, Galileo, Glonass, ecc.) .
La tecnologia Direct-to-Cell
La tecnologia Direct-to-Cell di Starlink funziona come una torre cellulare, ma orbitante nello spazio. I satelliti di nuova generazione sono equipaggiati con moduli LTE; possono dialogare direttamente con gli smartphone 4G senza necessità di modifiche. Nessun modem esterno è richiesto; nessuna antenna visibile, nessun compromesso estetico o funzionale. Il tutto avviene grazie alle cosiddette NTN (Non-Terrestrial Networks), tecnologie che estendono il concetto di copertura cellulare al cielo sopra di noi.
Ma come può uno smartphone, con una potenza trasmissiva così bassa tipica di soli 0,2–1 W, inviare megabyte di dati verso un satellite a 500–600 km di altezza ? La risposta sta in una combinazione di compromessi tecnologici, architettura satellitare avanzata e limiti di banda che vengono compensati dalla costellazione stessa.
I satelliti Starlink V2 e V3 hanno ricevitori progettati per captare segnali molto deboli. Non sarà lo smartphone che diventerà più potente; è il satellite che diventa più sensibile. Inoltre vengono usati algoritmi di modulazione efficienti come QPSK o varianti adattive, insieme a codifiche error-correcting (es. LDPC). Queste tecniche aiutano a massimizzare i bit trasmessi per ogni Hertz disponibile, riducendo il rischio di pacchetti persi.
La rete Starlink
Con oltre 7.000 satelliti già attivi e operativi, e un progetto ambizioso che punta ad arrivare a 30.000 unità, Starlink si prepara a rendere il segnale disponibile anche nei punti più remoti del pianeta. Le regioni senza ripetitori terrestri, come le catene montuose, le aree oceaniche o le zone desertiche, potranno ricevere segnale stabile e continuo.
I primi sei satelliti con supporto Direct-to-Cell sono già operativi; a partire da giugno 2025 offriranno connessioni a dispositivi selezionati di marchi come Apple, Google, Samsung e i modelli Motorola rilasciati negli ultimi 2 anni. Se ti troverai in una zona non coperta da segnale terrestre il tuo smarpthone dovrebbe passare automaticamente in Direct-to-Cell su modalità 4G LTE. Purtroppo le prime sperimentazioni non saranno globali; i primi paesi interessati dovrebbero essere Australia, Ucraina, Canada, Svizzera, Cile, Peru, e Giappone.

La lista crescerà, le aziende stanno già valutando aggiornamenti firmware per abilitare questa funzione anche su modelli già in commercio. Questa infrastruttura non mira soltanto a connettere chi si trova fuori dal raggio delle torri, punta anche a garantire un canale stabile in scenari critici, come terremoti, incendi boschivi o blackout di rete terrestre. La resilienza sarà parte integrante della progettazione stessa.
Connettività gratuita e senza hardware aggiuntivo
Una delle caratteristiche più attraenti del servizio Direct-to-Cell è la totale assenza di costi iniziali per accedere alla rete: niente dispositivi da acquistare, nessun canone extra almeno all’inizio. SpaceX ha annunciato che la fase beta offrirà messaggistica, chiamate vocali e navigazione internet senza costi per i telefoni abilitati. Questa scelta servirà a dimostrare la validità commerciale del modello.
In futuro, è plausibile che il servizio sarà incluso in pacchetti offerti da operatori mobili, con un focus su regioni dove la copertura è scarsa o assente. Il supporto per dispositivi IoT con standard LTE è già previsto, aprendo a scenari in cui sensori agricoli, boe oceaniche o droni potranno comunicare con il cloud anche in assenza totale di infrastrutture terrestri.
Starlink come possibile alternativa al GPS
Oltre alla connettività cellulare, SpaceX intende riscrivere anche il paradigma della geolocalizzazione moderna. In un recente documento presentato alla FCC, l’azienda ha proposto di utilizzare la costellazione Starlink per fornire servizi PNT (Positioning, Navigation, and Timing) paralleli ai servizi attuali di localizzazione USA (ovvero la rete satellitare GPS). L’obiettivo non è rimpiazzare subito il sistema globale di posizionamento; si vuole garantire un’alternativa valida in caso di guasti o attacchi.
I satelliti Starlink di seconda e terza generazione integrano laser intersatellitari ad altissima precisione; questo permette comunicazioni rapide e scambi di dati tra satelliti con latenza ridotta. La rete, dunque, può elaborare segnali di sincronizzazione e posizionamento più accurati.
In scenari di guerra elettronica, blackout tecnologici o semplicemente aree urbane dense, questo sistema potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo. Non solo per la difesa; ma anche per trasporti intelligenti, droni autonomi o piattaforme industriali. SpaceX intende così costruire un ecosistema digitale robusto, adattabile e indipendente.

In una fase successiva, questa funzione PNT potrebbe integrarsi anche nei servizi commerciali Direct-to-Cell; permettendo, ad esempio, la navigazione offline per dispositivi mobili in ogni parte del mondo.
Prestazioni della rete e prospettive future
Le performance attuali di Starlink superano già numerosi servizi terrestri; le velocità oscillano tra i 50 e i 200 Mbps. La latenza media si mantiene sotto i 60 ms; la rete riesce a sostenere applicazioni in tempo reale.
I piani di sviluppo includono connessioni che arriveranno fino a 2 Gbps; saranno disponibili con l’introduzione dei satelliti V3. Ogni lancio effettuato con Starship consente il posizionamento di 60 nuovi satelliti; ogni missione contribuisce con 60 Tbps aggiuntivi alla capacità complessiva.
Questo aumento progressivo della banda rafforza l’infrastruttura globale; consente a milioni di dispositivi di restare operativi anche in condizioni estreme. Le applicazioni sono numerose: dalla telemedicina all’educazione remota, fino alle comunicazioni di emergenza. C’è spazio anche per l’intrattenimento; la rete può gestire flussi video in 4K e 8K, senza interruzioni o buffering.
Il progetto include anche il roaming satellitare globale; pensato per viaggiatori, logistica e flotte internazionali. Il sistema includerà anche il trasporto aereo e marittimo. Il futuro di Starlink ruota intorno a una parola chiave: efficienza.
Starlink direct-to-cell: conclusioni
Starlink non è solo una soluzione per avere internet in mezzo al nulla; è una piattaforma in rapida evoluzione che potrebbe ridefinire completamente il concetto stesso di comunicazione mobile. Il progetto Direct-to-Cell mira ad abbattere ogni vincolo imposto dalla topografia o dalla mancanza di infrastrutture terrestri.
In futuro ogni smartphone LTE (4G), una volta collegato a un satellite Starlink, diventerà un nodo di comunicazione a livello planetario, un’estensione mobile della rete orbitale. Le implicazioni di questa transizione non si limitano alla comodità in situazioni avventurose o isolate; toccano questioni cruciali come la sicurezza pubblica, la continuità dei servizi e l’accessibilità alle informazioni in contesti critici.
Se SpaceX riuscirà a integrare con successo anche i servizi PNT nella stessa infrastruttura, la costellazione Starlink potrebbe assumere un ruolo chiave non solo nella trasmissione dati; ma anche nella geolocalizzazione e nella sincronizzazione temporale.
Comunicazione e navigazione convergeranno in un’unica architettura distribuita. L’approccio multifunzionale proposto da Starlink, punta a creare un ecosistema robusto, decentralizzato, adattabile e aperto a futuri sviluppi. Le regole della connettività satellitare sono destinate a cambiare, e Starlink sta guidando questa trasformazione.