Questo nostro articolo dedicato al trekking riguarda un evento sportivo con partenza da Civitella d’Agliano e arrivo a San Michele, in provincia di Viterbo. Valli e Calanchi è la prima edizione di una camminata sportiva organizzata da Urban Forest, che si snoda nel suggestivo paesaggio della Tuscia viterbese. Lungo il percorso si attraversano tre borghi affascinanti Civita di Bagnoregio, Vetriolo e Castel Cellesi. La camminata sportiva di cui vi parliamo oggi è (quasi) un anello che attraversa questi borghi, su un percorso da 27 km con circa 1100 metri di dislivello positivo.
Il borgo di partenza, Civitella d’Agliano è un comune della provincia di Viterbo, nella zona settentrionale, situata nella Valle del Tevere. La zona di Civitella d’Agliano è stata popolata dagli etruschi e poi dai romani, come testimoniano i ritrovamenti di tombe, resti di ville e impianti romani, frammenti di colonne, manufatti in ceramica. Dopo la caduta dell’impero romano, gli abitanti si rifugiarono sulle colline per difendersi meglio dalle orde dei barbari o dalle bande di malviventi. Lì si creò il borgo medievale, con le antiche mura e il castello dei conti di Bagnoregio.
Il raduno dei camminatori è previsto per le ore 7,00 e dopo un breve saluto da parte degli organizzatori, l’associazione Urban Forest, si parte. Essendo una prima edizione i partecipanti non sono numerosi, ma sono molto motivati e curiosi di scoprire il percorso.
Valli e Calanchi: un paesaggio lunare
Il territorio che circonda Civitella d’Agliano è per lo più collinare e boschivo; reso unico dalle lingue di argilla biancastra, i calanchi, i quali conferiscono al paesaggio un aspetto quasi lunare. I calanchi sono particolari formazioni geologiche create dall’erosione su terreni argillosi e sabbiosi. Si presentano come profondi solchi, picchi e gole dalla forma irregolare dovuti al dilavamento delle acque piovane che, scorrendo, asportano il terreno più tenero e creano incisioni profonde.
Lasciato alle spalle il borgo di Civitella d’Agliano, si prosegue su un continuo saliscendi alternando tratti boschivi con quelli scoperti e molto ripidi. Il percorso è stato molto curato dagli organizzatori, facendo così possibile alcuni passaggi molto impegnativi, soprattutto in discesa. Per qualche chilometro si percorre un tratto della via seguita da Annibale verso Roma, durante le guerre puniche.
Dopo un piccolo guado e un pezzo di strada asfaltata, si raggiunge il ristoro prima della salita verso Civita di Bagnoregio.
Denominata “La città che muore” per via dell’abbandono dovuto alla continua erosione, Civita fu fondata dagli etruschi 2500 anni fa. Sorge su una delle più antiche vie d’Italia che collegava la Valle del Tevere con il Lago di Bolsena. La struttura urbanistica dell’intero abitato è di origine etrusca, costituita da cardi e decumani secondo l’uso etrusco e poi romano, mentre l’intero rivestimento architettonico risulta medioevale o rinascimentale.
Usciti da Civita di Bagnoregio per la Porta Santa Maria, si percorre il famosissimo ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965 per raggiungere un ristoro con prodotti locali (giuncata e biscotti artigianali) davvero confortante dopo l’impegnativa salita.
Proseguiamo la nostra camminata alternando tratti boschivi con campi aperti (pochi), attraversando alcune piantagioni di roscette, noccioleti e ulivi, fino ad arrivare alla prossima tappa: Vetriolo. Piccolo paese nato attorno al 1500, passa quasi inosservato al camminatore sopraffatto dalla fama della più vicina Civita. Fondato dai minatori arrivati dalla Romagna per lavorare nelle miniere di vetriolo scoperte qui, presenta interesse per molte famiglie nobiliari. Prima il vetriolo veniva portato dall’Asia Minore. Con l’appalto delle miniere di vetriolo, si creò un’importante industria estrattiva organizzata commercialmente. In seguito furono costruite fornaci per la produzione dei mattoni, dando il via a un periodo prospero fino agli anni ‘900.
Lasciato anche Vetriolo, il percorso continua con una lunga e dolce salita nel bosco. Ormai è passata più di metà della distanza, accompagnati dal sole e rinfrescati dal vento di fine settembre. Piano piano ci si avvicina verso l’ultima tappa della camminata: Castel Cellesi, situato nel punto d’incontro tra Toscana, Umbria e Lazio settentrionale.
Il conte Girolamo Cellesi di Pistoia iniziò la costruzione di Castel Cellesi attorno alla metà del 1600, acquistando dei terreni nel feudo di Castel di Piero grazie ai permessi papali. Inizialmente era una piazza circondata da case contadine e da un muraglione con due porte di accesso: una verso Bagnoregio “Porta di Sopra” e l’altra verso San Michele in Teverina “Porta di Sotto”. Con il tempo il borgo si ingrandì, ma era vietata la costruzione di edifici più alti del palazzo dei Conti, salvo la chiesa. Le case avevano le stesse caratteristiche esterne: porta sulla piazza, mura di materiale povero, luci sui due lati, ecc. Ulteriormente, il feudo passò ad altri proprietari come i Conti Cini e poi i Conti Tomba. Con l’Unità d’Italia, Castel Cellesi divenne comune autonomo ma nel 1928 venne annesso a Bagnoregio.
Superato anche Castel Cellesi e passando per l’agriturismo Il Molinaccio al Rio Chiaro, con un ristoro a base di sciroppo di sambuco, prodotto locale offertoci dall’agriturismo, ci avviciniamo al nostro punto di arrivo, San Michele in Teverina. Con il suo palazzo rinascimentale e i resti del castello medievale il paese si sviluppa su una piazza che era il cortile del castello. All’interno del palazzo rinascimentale è stato allestito il ristoro finale, un vero pranzo servito con cura e attenzione dai volontari e membri di Urban Forest.
L’evento “Valli e Calanchi” alla sua prima edizione è stato organizzato da Urban Forest, per un percorso quasi ad anello sulla distanza di 27 km.
Il materiale utilizzato per questo trekking è stato il seguente: