Il nono volo di prova del razzo Starship di SpaceX (Starship Flight 9 o IFT-9) si è concluso con un misto di traguardi tecnici e criticità strutturali. Il decollo è avvenuto il 27 maggio 2025 (le 01:30 italiane di oggi 28 maggio) e ha rappresentato un momento chiave nel programma Starship. Non solo per il riuso del primo booster Super Heavy, ma anche per i numerosi test estremi imposti volutamente alla struttura.

Sebbene il razzo abbia raggiunto l’orbita e completato alcune fasi fondamentali, entrambi i suoi stadi (primo stadio booster Super Heavy e secondo stadio navetta Starship) hanno incontrato problemi critici nelle rispettive fasi finali.
Il booster Super Heavy è esploso sopra il Golfo del Messico durante la manovra di rientro; la navetta Starship, invece, ha perso il controllo dell’assetto durante il rientro ed è esplosa sopra l’Oceano Indiano. L’esplosione del secondo stadio si è verificata dopo una perdita di pressione nel serbatoio principale e l’inizio di una rotazione incontrollata.
Lanciato da Starbase, Texas, questo volo è stato autorizzato dalla FAA nonostante le precedenti esplosioni della navetta Starship (missioni 7 e 8). Il profilo di missione includeva obiettivi sfidanti; come lo stress test del sistema termico e il rilascio di otto simulatori di satelliti Starlink.
Starship Flight 9: un test tra miglioramenti e criticità
Starship Flight 9 ha dimostrato diversi miglioramenti rispetto ai test precedenti. La separazione tra il booster e la navetta (primo e secondo stadio) è avvenuta senza anomalie; inoltre, il razzo ha superato il cutoff previsto dei motori. Un progresso rispetto ai test in cui l’interruzione era avvenuta prematuramente.

Tuttavia, la missione ha subito due fallimenti critici. Il primo ha coinvolto il booster Super Heavy B14. Ha eseguito con successo la manovra di boostback ma è esploso durante la fase di atterraggio controllato, senza riuscire ad ammarare nel Golfo del Messico.
Dopo la separazione di fase avvenuta con successo tra primo e secondo stadio, lo stadio superiore dello Starship ha acceso tutti e sei i suoi motori Raptor ed eseguito un’accensione completa in fase di risalita. I motori della navetta Starship hanno proseguito senza problemi il volo nello spazio, in seguito agli insegnamenti tratti dall’ottavo test di volo; tra cui un pre-carico aggiuntivo sui giunti chiave, un nuovo sistema di spurgo dell’azoto e miglioramenti al sistema di scarico del propellente.
In seguito, la navetta Starship non è riuscita ad aprire il portellone per il rilascio dei mock-up Starlink. Poi circa venti minuti dopo il decollo, ha perso pressione nel serbatoio principale. A seguito di questo problema, la navetta ha iniziato a ruotare su se stessa; SpaceX ha sospeso temporaneamente la trasmissione video, che è poi ripresa mostrando chiaramente la rotazione incontrollata. Non è stato possibile eseguire la riaccensione motori per il rientro controllato.
L’esplosione finale si è verificata sopra l’Oceano Indiano, dove il secondo stadio si è disintegrato durante il rientro.

Obiettivi tecnici e implicazioni progettuali
L’obiettivo dichiarato della missione non era il completamento di un volo perfetto, ma il collaudo in condizioni limite. SpaceX ha deliberatamente rimosso alcune piastrelle protettive e ha scelto un profilo di rientro più aggressivo; tutto per testare le resistenze strutturali del veicolo e dei flap posteriori.
Alcune delle piastrelle sperimentali erano dotate di raffreddamento attivo, con l’intento di valutare materiali alternativi in vista di missioni future verso la Luna o Marte. Il booster Super Heavy B14, già impiegato in un test precedente, ha superato il decollo e la fase di separazione senza problemi; tuttavia, ha fallito nella fase di atterraggio, esplodendo nel Golfo del Messico.

La causa probabilmente risiede in un angolo di rientro più ripido del solito, scelto intenzionalmente per aumentare il carico strutturale. La navetta Starship, dal canto suo, questa volta ha raggiunto lo spazio; ma ha evidenziato vulnerabilità nei sistemi di controllo e tenuta del serbatoio principale. Nonostante la perdita del veicolo, la compagnia considera il test un passo utile nel percorso iterativo che caratterizza l’ingegneria SpaceX. Elon Musk, CEO di SpaceX, ha dichiarato che l’assenza di danni estesi allo scudo termico in fase di ascesa e il completamento di alcune fasi previste forniscono dati preziosi per le versioni future.
I miglioramenti previsti includono l’introduzione del Raptor V3; poi una revisione radicale dell’attuale sistema di propulsione, e l’uso futuro di una navetta Starship versione 3.
Starship Flight 9: prospettive future
Mentre l’attenzione si concentra sulle difficoltà emerse, è chiaro che il volo ha fornito dati tecnici fondamentali per evolvere il progetto Starship. Elon Musk ha già annunciato che il ritmo dei lanci aumenterà, con nuovi test ogni tre o quattro settimane. Tuttavia, tale cadenza dipenderà dal benestare della FAA (Federal Aviation Administration, l’ente federale statunitense responsabile della regolamentazione dell’aviazione civile); sempre più cauta dopo tre esplosioni consecutive. I problemi alla pressurizzazione e alla stabilità d’assetto evidenziano quanto sia complesso portare avanti un veicolo spaziale interamente riutilizzabile.
La prossima fase includerà anche l’aggiornamento delle interfacce di carico; oltre al collaudo dei sistemi di riaccensione in orbita e una maggiore attenzione alle fasi di rientro. Nonostante l’esito finale, Starship Flight 9 conferma la filosofia SpaceX; testare in condizioni estreme per scoprire i limiti reali del progetto. Più che un fallimento, questo volo è quindi un frammento indispensabile di un processo in continua evoluzione, dove ogni anomalia è anche una lezione.