Opera Neon non è solo un nuovo browser. E’ un tentativo audace di ridefinire completamente cosa significhi “navigare” nel 2025. Progettato per una generazione sempre più immersa nel web e nei flussi intelligenti, Neon non si limita a reagire ai comandi: li anticipa.

Lanciato da Opera dopo lunga sperimentazione, questo software nasce con l’obiettivo di trasformare la navigazione in un’esperienza agentica. Opera Neon è un Agentic Browser ovvero un browser capace di agire al posto nostro, anche mentre dormiamo. Pensato per chi lavora online, per chi sviluppa, per chi crea e per chi cerca soluzioni rapide, Neon si posiziona come un browser premium a pagamento, attualmente disponibile solo su invito tramite lista d’attesa.
L’idea non è del tutto nuova, è in parte simile a ChatGPT Operator e Manus anche se Operator e Manus non sono dei Browser. La promessa è quella di automatizzare il web sfruttando tre anime distinte ma integrate: Chat, Do e Make. Un approccio che sfida apertamente prodotti come Chrome e persino le interfacce AI di OpenAI e Microsoft. Ma cosa rende davvero diverso questo browser da tutto ciò che conoscevamo prima?
Funzionalità avanzate: Chat, Do e Make
La struttura di Opera Neon ruota attorno a tre funzioni cardine, accessibili dalla barra laterale e progettate per interagire in modo fluido e collaborativo. La prima, Chat, è un’interfaccia conversazionale che ricorda ChatGPT ma è direttamente integrata nel browser. Consente di cercare contenuti, rispondere a domande, spiegare una pagina in tempo reale, generare immagini e sfruttare il riconoscimento vocale.

Segue Do, una funzione operativa derivata dal precedente “Browser Operator” di Opera. Qui l’IA interpreta la struttura delle pagine web tramite il DOM e agisce in modo autonomo. Può compilare moduli, prenotare viaggi, gestire compiti ripetitivi e persino effettuare acquisti. Tutto avviene localmente, garantendo reattività e riservatezza.
Infine, Make estende l’azione nel cloud. Questo modulo permette a Neon di realizzare interi progetti digitali partendo da un semplice prompt testuale. Siti web, giochi, report, script: tutto può essere creato in modo asincrono, anche mentre il dispositivo dell’utente è offline. Le operazioni vengono affidate ad agenti AI ospitati su server europei, in ambienti virtualizzati. Questa componente introduce un livello inedito di automazione multitasking all’interno del browser: più task possono procedere in parallelo, sfruttando risorse distribuite.
Approccio tecnico e implicazioni di Opera Neon
Opera Neon non è una skin estetica o un esperimento marginale. Costruito da zero per supportare il paradigma dell’agency computing, punta a ridurre il divario tra intento e azione. Qui che entra in gioco la contextual awareness, ossia la capacità del browser di comprendere il contenuto strutturale delle pagine, non solo il testo. Neon non simula un click su uno schermo virtuale, ma interagisce con il layout e l’albero DOM, permettendo un’automazione fine e affidabile.
Dal punto di vista della sicurezza, Opera ha scelto un’architettura mista: elaborazione locale per azioni sensibili, cloud computing per task complessi e asincroni. Questo equilibrio consente di mantenere un buon compromesso tra prestazioni, privacy e scalabilità. Inoltre, la separazione tra agenti Do e Make permette una gestione più modulare dei flussi di lavoro.
Il supporto a più linguaggi e modalità di input (voce, testo, immagine) apre anche prospettive accessibili e multimodali. A livello pratico, Neon potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui si affrontano diversi compiti; come la scrittura di codice, la compilazione di moduli legali o la creazione di contenuti.

Opera Neon, un browser con iniziativa
Opera Neon segna una traiettoria completamente nuova per l’interazione con il web. Invece di essere un ponte passivo verso i contenuti, si trasforma in uno strumento attivo un vero e proprio Agentic Browser; è capace di agire, produrre, decidere. Con Neon, Opera tenta di normalizzare l’idea che il browser possa essere anche sviluppatore, assistente e project manager.
Il prezzo ancora non è noto; per il momento la presenza di una lista d’attesa lascia intuire una strategia selettiva mirata agli early adopter più curiosi e tecnicamente inclini alla sperimentazione. Rispetto a rivali come Google Gemini o Microsoft Copilot, Neon cerca di anticipare le loro mosse, offrendo una piattaforma di sperimentazione più aperta e coesa.
Con Neon, Opera ha spinto l’asticella molto più in alto rispetto a quanto ci si aspettasse da un browser. Resta da vedere se il pubblico sarà pronto a seguire. Se vuoi essere messo in waiting list questo è il link.