Moroi è un’avventura hack and slash dall’atmosfera surreale attualmente in sviluppo presso lo studio indipendente Violet Saint e sarà pubblicato da Good Shepherd Entertainment. Una data di rilascio non è stata ancora annunciata ma su Steam è disponibile una demo giocabile. Questo titolo indie si distingue per il suo stile unico e bizzarro.
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Attinge a influenze piuttosto insolite; folklore romeno, heavy metal e le opere del compianto David Lynch. Alex Stanescu, sviluppatore di Violet Saint, ha dichiarato durante una presentazione che molte delle scelte creative sono state fatte semplicemente perché “mi piacciono“; una libertà artistica che solo uno studio indipendente può permettersi. Questo approccio ha dato vita a un’esperienza di gioco difficile da catalogare; è un mix eclettico di stranezze, fantasy oscuro, umorismo assurdo e surrealismo.
Il gioco attinge a miti e leggende oscure della Romania per costruire il suo universo narrativo. Nella mitologia rumena, i Moroi sono creature soprannaturali legate al folklore dei vampiri e degli spiriti maligni. Si crede che i Moroi siano anime maledette; bambini morti non battezzati o esseri nati da un’unione tra un umano e uno Strigoi. Questi elementi si riflettono nel design surreale dei personaggi e nell’atmosfera gotica e decadente del gioco.
Ci sono anche influenze che richiamano le opere del regista Guillermo del Toro e del pittore Hieronymus Bosch. Moroi si propone quindi come un’avventura non convenzionale; pensata per chi cerca esperienze di gioco che escono dai soliti schemi e non teme di addentrarsi in territori narrativi oscuri e disturbanti.
Moroi: amnesia nel motore cosmico
La storia di Moroi inizia in modo classico ma efficace; il protagonista soffre di amnesia e si risveglia in un luogo chiamato “Motore Cosmico“, una sorta di incubo in una torre labirintica. Il protagonista non ha alcun ricordo del proprio nome o del proprio passato; capisce però di non essere stato un cittadino modello in precedenza e decide di fare tutto il possibile per fuggire e, forse, rimediare ai propri errori. Il Motore Cosmico si rivela essere una prigione bizzarra e terrificante; popolata da personaggi inquietanti, molti dei quali parlano per enigmi o cercano di ingannarti.
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Durante il viaggio, incontriamo creature assurde che sembrano uscite da un incubo; un ibrido metà uomo e metà maiale, un mago inquietante di nome Edgar, persone senza volto e cannibali incatenati ai muri che divorano il proprio corpo. La narrazione procede attraverso incontri sempre più strani e inquietanti; ad esempio, in un momento del gioco, il protagonista viene divorato e rigurgitato da un enorme robot affamato di carne umana, che richiede di essere nutrito con parti del corpo di altri prigionieri.
Il mondo di Moroi è disturbante e surreale. Ogni angolo nasconde qualcosa di strano e imprevisto. I dialoghi (per ora niente italiano ne per doppiaggio ne per sottotitoli) contribuiscono a creare un’atmosfera cupa; con tocchi di umorismo nero. La ricerca di una via di fuga diventa un viaggio attraverso stanze e corridoi che sembrano seguire una logica onirica piuttosto che fisica; un costante crescendo di situazioni assurde e spesso macabre.
Gameplay
Moroi presenta un gameplay che alterna esplorazione, combattimento e risoluzione di enigmi ambientali, il tutto visto da una prospettiva isometrica. Il combattimento risulta intuitivo e diretto; i controlli sono semplici, con la possibilità di muovere il personaggio con lo stick sinistro, mirare con quello destro e attaccare premendo il grilletto destro.
È possibile schivare i colpi nemici con un tasto frontale. Inizialmente, hai a disposizione solo un’arma da mischia, che obbliga ad avvicinarsi agli avversari; riempiendo un apposito indicatore, è possibile realizzare esecuzioni spettacolari e cruente, con il vantaggio di recuperare salute.
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Proseguendo nel gioco, si ottiene anche quella che essenzialmente è una minigun, che permette di decimare i nemici a distanza; è importante fare attenzione durante la ricarica, momento in cui si è particolarmente vulnerabili. Il sistema di combattimento si concentra sui danni inflitti piuttosto che su combo elaborate o sulla gestione della resistenza.
I puzzle rappresentano un altro elemento fondamentale del gameplay. Devi interagire con l’ambiente e con gli strani abitanti del Motore Cosmico per risolvere enigmi spesso bizzarri; molti di questi seguono il modello delle missioni “fetch quest“, in cui è necessario ottenere un oggetto per sbloccarne un altro. Per esempio, in una sezione è possibile fare amicizia con un pollo che dona i propri denti per potenziare l’arma del protagonista; questa “spada dentata” permette poi di rompere un armadio precedentemente indistruttibile, rivelando uno chef che possiede la chiave necessaria per proseguire.
Moroi: grafica cupa e grottesca
Visivamente, Moroi adotta un’estetica cupa e disturbante che ben si adatta ai suoi temi; gli ambienti sono opprimenti, spesso sporchi e decadenti, perfetti per rappresentare il Motore Cosmico come un incubo tangibile. I personaggi sono disegnati con un gusto per il grottesco che ricorda opere cinematografiche horror e surreali; creature biomeccaniche, streghe che mescolano pozioni in calderoni ribollenti e mostri deformi popolano questo mondo terrificante. Gli effetti atmosferici, come le condizioni meteorologiche, sono realizzati con cura e contribuiscono all’atmosfera generale del gioco.
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La telecamera è fissa in una visuale dall’alto, parallela a muri e porte verticali; non c’è possibilità di essere ruotata o zoomata. Questa scelta di design può creare alcune difficoltà durante l’esplorazione e il combattimento; a volte non è chiaro se ci si trova davanti a una porta chiusa a chiave o a una porta di legno che può essere distrutta. Anche il controllo della direzione in cui è rivolto il personaggio può risultare problematico; specialmente durante i combattimenti più frenetici che richiedono di schivare proiettili.
Conclusioni: una visione unica
Moroi si profila come un’esperienza di gioco unica nel suo genere; è capace di attirare l’attenzione per la sua estetica insolita e il suo approccio narrativo non convenzionale. Il punto di forza del gioco risiede senza dubbio nei suoi personaggi e nel mondo surreale che lo studio Violet Saint ha creato; nella breve demo disponibile, incontrerai più figure surreali e indimenticabili di quelle presenti in alcuni giochi di oltre 90 ore.
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Il combattimento è divertente e immediato, anche se alcune scelte di design relative alla telecamera potrebbero risultare problematiche. Gli enigmi, pur essendo talvolta poco intuitivi, creano un’esperienza di gioco che sfida le convenzioni e ti sorprende costantemente con situazioni inaspettate e bizzarre. Vale la pena provare Moroi per chi è appassionato di esperienze di gioco surreali, per chi apprezza l’horror psicologico e le atmosfere inquietanti, e per chi cerca qualcosa di diverso dal solito nel panorama videoludico.
Il gioco offre una visione artistica coerente e personale, libera dai vincoli che spesso limitano le produzioni più commerciali; questo è il valore aggiunto che solo gli studi indipendenti possono offrire. La demo è attualmente disponibile gratuitamente grazie allo Steam Next Fest, un’occasione per farsi un’idea di prima mano di questo affascinante e disturbante mondo horror.