La Commissione Europea ha dato il via libera al quarto Importante Progetto di Comune Interesse Europeo (IPCEI) incentrato sulle tecnologie dell’idrogeno. Questa volta con un focus specifico sul settore dei trasporti.
Il progetto prevede un sostegno pubblico di 1,4 miliardi di euro per supportare ricerca, innovazione e il primo dispiegamento industriale nella catena del valore dell’idrogeno per la mobilità. Denominato IPCEI Hy2Move, il progetto è stato preparato e notificato congiuntamente da sette Stati membri: Estonia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Slovacchia e Spagna.
Questo finanziamento dovrebbe sbloccare ulteriori 3,3 miliardi di investimenti privati in celle a combustibile per bus, camion, treni e aeromobili; nonché in soluzioni di stoccaggio e stazioni di rifornimento dedicate.
Energia dall’idrogeno
Le celle a combustibile (fuel cell) sono il dispositivo chiave per convertire l’energia chimica dell’idrogeno in energia elettrica utilizzabile per alimentare veicoli o altre applicazioni. L’idrogeno reagisce elettrochimicamente con l’ossigeno nella cella a combustibile, producendo elettricità, acqua e calore. L’elettricità generata può essere utilizzata per alimentare motori elettrici nei veicoli o in altre applicazioni.
In un’auto a idrogeno, le celle a combustibile sono impilate insieme per formare uno “stack” in grado di generare la potenza necessaria, solitamente nell’ordine di 100-150 kW. Il numero esatto di celle in uno stack dipende dalla potenza richiesta e dall’efficienza delle singole celle, ma in genere varia da alcune centinaia a diverse migliaia.
Ad esempio, la Toyota Mirai di seconda generazione utilizza uno stack di 330 celle a combustibile per generare una potenza di 128 kW e una autonomia di circa 800 km.
La Honda Clarity Fuel Cell invece impiega uno stack di circa 400 celle per una potenza di 103 kW.
Le celle a combustibile producono elettricità pulita e efficiente dall’idrogeno, senza combustione o emissioni inquinanti. Tuttavia, per il loro funzionamento sono necessari sistemi di stoccaggio dell’idrogeno a bordo sicuri ed efficienti; oltre alle infrastrutture di rifornimento dedicate.
A differenza del tempo di ricarica delle auto elettriche, che dipende sia dal modello che dall’infrastruttura, per rifornire un serbatoio ad idrogeno di una BMW iX5 Hydrogen sono sufficienti tre minuti. L’autonomia della BMW iX5 Hydrogen è di 500 km e non risente della temperatura esterna come nelle auto full elettric.
13 progetti guidati da BMW e Airbus
Nell’ambito di Hy2Move, sono previsti 13 progetti specifici per l’integrazione di piattaforme di veicoli a celle a combustibile da utilizzare in autobus e camion, insieme allo sviluppo di tecnologie di celle a combustibile ad alte prestazioni per navi e locomotive. Le iniziative si concentreranno anche sullo sviluppo di soluzioni di stoccaggio H a bordo di nuova generazione che siano sicuri ed efficienti.
Per l’uso in aeromobili, saranno necessari serbatoi leggeri ma robusti che garantiscano sicurezza ed efficienza in condizioni di volo, oltre allo sviluppo di stazioni di rifornimento in loco che forniscano H pressurizzato e purissimo (99,99%) di grado adatto alle celle a combustibile.
A guidare questi progetti sono partner di primo piano come Airbus e BMW, affiancati da oltre 200 partner indiretti tra università, organizzazioni di ricerca e PMI in tutta Europa. Tra gli altri partecipanti figurano aziende come Skeleton, Tomark, Michelin e Air Products.
IPCEI nella catena dell’idrogeno
Hy2Move va a completare i primi tre IPCEI già approvati sulla catena del valore dell’H (idrogeno), ciascuno con un focus specifico. Hy2Tech, approvato il 15 luglio 2022, si concentra sullo sviluppo di tecnologie dell’idrogeno per gli utenti finali. Hy2Use, approvato il 21 settembre 2022, è incentrato sulle applicazioni dell’H nel settore industriale. Infine Hy2Infra, approvato il 15 febbraio 2024, riguarda investimenti infrastrutturali non coperti dai primi due IPCEI.
Hy2Move si focalizza esclusivamente sulle sfide e gli obiettivi specifici che emergono per la tecnologia dell’H nelle applicazioni di mobilità e trasporto. Il completamento complessivo dell’IPCEI è previsto entro il 2031, con tempistiche variabili in funzione dei singoli progetti e delle aziende coinvolte.
Collaborazione europea per un obiettivo comune
Commentando l’approvazione del progetto, Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza presso la Commissione, ha sottolineato come l’idrogeno possa supportare una mobilità e un trasporto merci a zero emissioni. Tuttavia, investire in tecnologie per la mobilità e il trasporto alimentate a idrogeno può essere rischioso per un singolo Stato membro o una singola azienda.
È qui che entrano in gioco le norme sugli aiuti di Stato per gli IPCEI. Hy2Move è un esempio di collaborazione europea davvero ambiziosa per un obiettivo comune chiave, che mostra come la politica di concorrenza possa andare di pari passo con l’innovazione rivoluzionaria.
Sforzi del Regno Unito allineati con l’iniziativa europea
Parallelamente all’iniziativa Hy2Move, anche il Regno Unito sta rilanciando i propri sforzi nel campo delle batterie per veicoli elettrici e delle tecnologie a idrogeno. Il governo britannico ha annunciato un ulteriore investimento combinato pubblico-privato di 73 milioni di sterline in progetti di ricerca e sviluppo nel settore automobilistico per supportare lo sviluppo di tecnologie per veicoli elettrici, batterie e idrogeno.
Inoltre, ha tenuto la sua prima riunione dedicata all’energia a idrogeno per il settore automobilistico e aerospaziale. Questi sforzi si allineano con la spinta europea verso soluzioni di mobilità pulita e sostenibile.
Perché le auto ad idrogeno non sono prodotte in larga scala
Nonostante il potenziale dell’idrogeno come combustibile pulito, ci sono diverse ragioni per cui le auto a idrogeno non sono ancora state prodotte su larga scala.
- Infrastrutture di rifornimento limitate. A differenza delle stazioni di servizio per benzina e diesel, le stazioni di rifornimento di idrogeno sono ancora poco diffuse. Questo rende difficile per i proprietari di auto a idrogeno fare il pieno convenientemente. In Italia al momento ci sono solo due distributori attivi: uno a Bolzano gestito dall’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche e uno a Mestre.
- Costi elevati: le celle a combustibile e i sistemi di stoccaggio dell’H sono tecnologie costose. Questo si traduce in prezzi elevati per le auto a idrogeno rispetto alle auto a benzina o anche alle auto elettriche a batteria.
- Produzione di H: l’idrogeno per essere veramente “verde”, deve essere prodotto attraverso l’elettrolisi utilizzando energie rinnovabili, un processo ancora costoso.
- Concorrenza delle auto elettriche a batteria: le auto elettriche a batteria sono più avanti nello sviluppo e nell’adozione di massa, con una migliore infrastruttura di ricarica e costi in calo.
- Sicurezza: l’H è un gas altamente infiammabile, quindi ci sono preoccupazioni sulla sicurezza del suo stoccaggio e trasporto, anche se le moderne auto a idrogeno hanno caratteristiche di sicurezza robuste.
Nonostante queste sfide, molte case automobilistiche e governi stanno investendo nello sviluppo dell’H, vedendolo come una potenziale soluzione per de-carbonizzare il trasporto, specialmente per veicoli pesanti, navi e aerei dove le batterie potrebbero non essere pratiche. Hy2Move mira ad affrontare alcune di queste sfide per rendere il trasporto a idrogeno più fattibile in futuro.
Conclusioni e considerazioni
L’approvazione del progetto Hy2Move da parte della Commissione Europea con un sostegno pubblico di 1,4 miliardi di euro, che dovrebbe catalizzare ulteriori 3,3 miliardi di investimenti privati, mira ad affrontare le sfide specifiche legate all’uso dell’H per la mobilità su strada, rotaie, acqua e aria.
Nonostante le sfide tecnologiche ed economiche da affrontare, iniziative ambiziose come Hy2Move dimostrano la determinazione dell’Europa nel perseguire un futuro di trasporti più pulito e sostenibile. Con il sostegno pubblico e privato e una stretta collaborazione tra industria, mondo accademico e decisori politici, l’H potrebbe ridurre drasticamente l’impatto ambientale del settore dei trasporti.