La Commissione Europea oggi ha avvisato Meta, la società madre di Facebook e Instagram, di violare il Digital Markets Act (DMA) dell’Unione Europea con il suo modello “paga o acconsenti” per la pubblicità. Questa mossa segna l’ultima di una serie di azioni intraprese dall’UE contro i giganti tecnologici statunitensi; potrebbe portare a sanzioni significative per l’azienda di Mark Zuckerberg.
Il modello contestato e le accuse della Commissione
Nel novembre 2023, Meta ha introdotto un nuovo modello di business in Europa. Gli iscritti possono scegliere tra due opzioni: pagare un abbonamento mensile per versioni senza pubblicità di Facebook e Instagram; oppure continuare a utilizzare gratuitamente i servizi acconsentendo alla raccolta e all’utilizzo dei loro dati personali per la pubblicità mirata.
La Commissione Europea ritiene che questo approccio violi il DMA. Secondo l’organo esecutivo dell’UE, il modello “paga o acconsenti” non offre agli utenti una vera scelta.
La Commissione ritiene in via preliminare che il modello pubblicitario “a pagamento o con consenso” di Meta non sia conforme alla DMA in quanto non soddisfa i requisiti necessari di cui all’articolo 5, paragrafo 2. In particolare, il modello di Meta:
- Non consente agli utenti di optare per un servizio che utilizza meno dati personali ma che è altrimenti equivalente al servizio basato sugli “annunci personalizzati”.
- Non consente agli utenti di esercitare il diritto di acconsentire liberamente alla raccolta dei propri dati personali.
Per garantire il rispetto della DMA, gli utenti che non acconsentono dovrebbero comunque avere accesso a un servizio equivalente che utilizzi meno i loro dati personali, in questo caso per la personalizzazione della pubblicità.
Le tariffe proposte da Meta variano a seconda della piattaforma utilizzata. Gli utenti desktop pagano circa 10 euro al mese; gli utenti iOS e Android pagano circa 13 euro. Questi prezzi più elevati riflettono le commissioni applicate dagli app store di Apple e Google sui pagamenti in-app.
Il Digital Markets Act e le sue implicazioni
Il DMA, entrato in vigore nel marzo 2024, mira a limitare il potere delle grandi aziende tecnologiche; promuove una maggiore concorrenza nel mercato digitale europeo. La legge impone alle aziende designate come “gatekeeper” di rispettare una serie di obblighi; tra questi, la necessità di ottenere il consenso esplicito degli utenti prima di collezionare i loro dati personali per scopi pubblicitari.
Meta, insieme ad altre cinque aziende (Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance e Microsoft), è stata designata come gatekeeper ai sensi del DMA. Ciò significa che l’azienda è soggetta a un controllo più rigoroso; deve adeguare le proprie pratiche per conformarsi alle nuove regole.
La Commissione Europea ha avviato un’indagine formale su Meta nel marzo 2024. L’azienda ha ora tempo fino al marzo 2025 per rispondere alle accuse; potrebbe dover modificare il suo modello di business in Europa per evitare sanzioni.
Possibili conseguenze per Meta
Se Meta sarà ritenuta colpevole di aver violato il DMA e se non attuerà modifiche, le conseguenze potrebbero essere severe. La Commissione Europea ha il potere di imporre multe fino al 10% del fatturato globale annuo dell’azienda; questa percentuale può salire al 20% in caso di violazioni ripetute. Considerando che Meta ha registrato un fatturato di circa 135 miliardi di dollari nel 2023, le potenziali sanzioni potrebbero ammontare a miliardi di euro.
Oltre alle sanzioni finanziarie, Meta potrebbe essere costretta a modificare significativamente il suo modello di business in Europa. Ciò potrebbe avere un impatto sostanziale sui ricavi pubblicitari dell’azienda nella regione; potrebbe influenzare la sua strategia globale.
La risposta di Meta e le prossime tappe
Meta per il momento ha difeso il suo modello “paga o acconsenti“; sostiene che sia conforme al DMA e ad altre normative europee. L’azienda ha dichiarato di essere pronta a impegnarsi in un dialogo costruttivo con la Commissione Europea per risolvere la questione.
Un portavoce di Meta ha affermato che l’offerta di abbonamenti come alternativa alla pubblicità è un modello di business ben consolidato in molti settori. L’azienda sostiene di aver progettato l’opzione di abbonamento senza pubblicità per rispondere a diversi obblighi normativi sovrapposti, incluso il DMA.
Nei prossimi mesi, Meta avrà l’opportunità di presentare la sua difesa alla Commissione Europea. L’azienda dovrà dimostrare che il suo modello offre una scelta reale agli utenti; non viola le disposizioni del DMA sulla protezione dei dati personali e sulla concorrenza leale.
Le sfide dei giganti tech in Europa
Il caso di Meta non è isolato. Altre grandi aziende tecnologiche stanno affrontando sfide simili in Europa. Apple, ad esempio, è stata recentemente multata per quasi 2 miliardi di euro per aver abusato della sua posizione dominante nella distribuzione di app di streaming musicale attraverso l’App Store.
Google, parte di Alphabet, è anch’essa sotto indagine per potenziali violazioni del DMA. La Commissione Europea sta esaminando le pratiche di classificazione di Google e le regole di auto-preferenza nei risultati di ricerca.
Queste azioni riflettono un approccio più aggressivo dell’UE nella regolamentazione delle grandi aziende tecnologiche. L’obiettivo è garantire una maggiore concorrenza nel mercato digitale; proteggere i diritti e la privacy dei consumatori europei.
Implicazioni per Meta e altre aziende
Le azioni della Commissione Europea contro Meta e altre aziende tecnologiche potrebbero avere implicazioni di vasta portata per il futuro del mercato digitale in Europa. Una regolamentazione troppo stringente potrebbe rendere l’Europa meno attraente per aziende come Meta, Google e Apple. Servizi e prodotti innovativi potrebbero essere lanciati prima negli Stati Uniti e solo successivamente, o mai, in Europa. Abbiamo visto spesso questo aspetto anche nelle restrizioni per alcuni servizi IA come Claude di Anthropic, arrivato in Europa dopo diversi mesi di ritardo.
Anche la sezione IA di Meta non è ancora stata lanciata in Europa per evitare rischi di sanzioni.
D’altra parte, l’UE afferma che queste misure sono necessarie per proteggere i consumatori; garantire una concorrenza leale nel mercato digitale. Le grandi aziende tecnologiche hanno goduto di un potere di mercato eccessivo per troppo tempo. Per l’UE è giunto il momento di un cambiamento.
Conclusioni
Il caso di Meta e il DMA rappresentano un punto di svolta nella regolamentazione delle grandi aziende tecnologiche in Europa. L’esito di questa indagine potrebbe avere ripercussioni significative non solo per Meta, ma per l’intero settore tecnologico.
Se la Commissione Europea riuscirà a far rispettare il DMA, potrebbe segnare l’inizio di un maggiore controllo e regolamentazione per le grandi aziende tecnologiche in Europa.