Google ha annunciato un ingresso deciso nell’industria dell’intrattenimento. L’iniziativa si chiama 100 Zeros ed è un progetto che finanzia o co-produce film e serie televisive. Anche se il nome potrebbe sembrare criptico, il significato è che Google vuole diventare un attore rilevante nel panorama audiovisivo. Non si tratta di un tentativo improvvisato. Il piano si basa su una collaborazione strategica con Range Media Partners; una società di management e produzione già attiva in progetti di rilievo come “A Complete Unknown” e “Longlegs”.

L’obiettivo è duplice: esplorare nuovi linguaggi espressivi e promuovere le tecnologie di Google, tra cui l’IA, la visione immersiva e gli strumenti di computazione spaziale. Google non punta a utilizzare YouTube come canale esclusivo di distribuzione. Preferisce collaborare con case di produzione tradizionali e piattaforme di streaming, come Netflix.
Il cuore del progetto 100 Zeros
100 Zeros nasce in risposta a una crisi del settore audiovisivo statunitense, colpito da scioperi, rincari nei costi di produzione e nuove tensioni commerciali. Google ha scelto di muoversi con discrezione, preferendo l’impatto concreto all’effetto annuncio.
Il primo esempio è stato il film horror indipendente “Cuckoo“. Nonostante la partecipazione limitata a livello produttivo, il logo di 100 Zeros compare nei titoli di apertura, segnalando un preciso posizionamento simbolico. L’obiettivo è stimolare l’adozione delle tecnologie Google da parte della comunità creativa. Per farlo, si punta su contenuti capaci di integrare elementi innovativi, come la narrazione aumentata, l’interazione visiva tridimensionale e la riflessione sull’IA.
Attraverso 100 Zeros, Google intende anche promuovere un’immagine aggiornata dei propri strumenti; non solo strumenti per la produttività, ma anche mezzi per l’immaginazione. Questo approccio suggerisce una strategia a lungo termine, che amplia la percezione pubblica del brand in ambiti culturalmente influenti.
La collaborazione con Range Media Partners e il progetto “AI on Screen”
Nell’aprile scorso, Google ha ufficializzato un’alleanza operativa con Range Media Partners. Il frutto più visibile di questa intesa è l’iniziativa “AI on Screen“, pensata per esplorare l’intersezione tra intelligenza artificiale e storytelling. L’idea è produrre cortometraggi che affrontino temi legati all’IA e che possano, in alcuni casi, evolversi in lungometraggi.
I primi due titoli annunciati sono “Sweetwater” e “LUCID“, la cui uscita è prevista per fine anno. Ma Google non si limita solo al finanziamento. Interviene nel processo creativo suggerendo l’integrazione di tecnologie proprietarie; per esempio, la funzione Immersive View o le applicazioni di Gemini.

Sweetwater: Quando il figlio di una celebrità scomparsa torna nella casa della sua infanzia, una lettera di un fan rivela un’intelligenza artificiale sconvolgente, costringendolo a fare i conti con l’eredità di sua madre. Scritto da Sean Douglas, SWEETWATER è prodotto da Nick Gordon (“The Brutalist”) e Rachel Douglas di Range.

Lucid: Nel disperato tentativo di sfuggire alla soffocante realtà, una coppia rischia il tutto per tutto con un rivoluzionario dispositivo che permette di condividere i sogni. Scritto e diretto da Sammi Cohen, LUCID è prodotto da Rachel Douglas per Range.
Tuttavia, l’azienda sottolinea l’importanza della discrezione: il coinvolgimento di Google non deve diventare pretesto per un product placement invasivo. Al contrario, la presenza tecnologica deve emergere come strumento narrativo. In questo modo vuole conquistare una generazione di spettatori già esposti all’influenza di Apple e dei suoi dispositivi. Quindi, la competizione non è solo commerciale, ma anche simbolica. Per Google, raccontare storie significa anche ridefinire il proprio ruolo nell’immaginario collettivo.
100 Zeros: conclusioni
Dopo anni di sperimentazioni isolate, Google ha deciso di strutturare un approccio sistematico alla produzione audiovisiva con 100 Zeros. La collaborazione con Range Media Partners unisce tecnologia, cultura e mercato. L’obiettivo non è produrre contenuti autoreferenziali, ma partecipare alla costruzione di narrazioni in grado di influenzare il pubblico.
Al contempo, avere anche la possibilità di testare nuove forme di integrazione tecnologica. 100 Zeros potrebbe diventare un laboratorio permanente di incontro tra immaginazione creativa e ingegneria computazionale. Una piattaforma produttiva e concettuale.