The Alters è un gioco di avventura e sopravvivenza sviluppato da 11 Bit Studios, rilasciato l’11 giugno 2025 per PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Conosciuti per titoli come This War of Mine e Frostpunk, gli sviluppatori hanno ancora una volta deciso di mescolare generi e tematiche profonde, creando un’esperienza che va oltre il semplice gameplay.

Il protagonista è Jan Dolski, un operaio comune coinvolto in una missione mineraria interstellare finita tragicamente; la sua nave si schianta su un pianeta ostile e lui si ritrova come unico sopravvissuto. Ma l’elemento narrativo che distingue The Alters da altri giochi è la possibilità di creare versioni alternative di se stesso attraverso una tecnologia quantistica alimentata da un misterioso elemento chiamato Rapidium. Da qui parte un’esperienza narrativa densa, riflessiva e inquieta, che esplora l’identità personale, le scelte di vita e le infinite strade mai percorse.
The Alters: una storia di cloni e rimpianti
Il cuore narrativo del gioco ruota attorno al concetto delle vite alternative. Dopo aver scoperto la possibilità di usare il Rapidium per clonarsi, Jan inizia a generare gli Alters: versioni di sé stesso nate da scelte di vita diverse. Alcuni hanno completato l’università; altri hanno avuto relazioni diverse o intrapreso carriere differenti. Questi cloni possiedono una psicologia autonoma, ricordi unici e spesso conflitti interni con la versione originale di Jan. La narrazione è divisa in tre atti principali, ciascuno scandito da una crisi di sopravvivenza legata a un’imminente catastrofe solare, che costringe il protagonista e i suoi Alters a collaborare per mantenere in movimento una base mobile.

A differenza dei titoli dove i personaggi secondari servono solo a far avanzare la trama, qui ogni Alter ha una propria linea narrativa. Alcuni si aiutano tra loro; altri sviluppano dissapori, gelosie o rimorsi. L’introspezione diventa la chiave di lettura principale: il gioco ti costringe a confrontarti con le tue scelte di vita, mostrandoti cosa saresti potuto diventare. Non mancano momenti toccanti: ci sono riflessioni sul suicidio, sulla dipendenza e sulla solitudine. In questo senso, The Alters non cerca di intrattenere in modo leggero; vuole colpire al cuore.
Gameplay: tra gestione, sopravvivenza e morale
A livello ludico, The Alters si configura come un ibrido complesso tra survival game, gestionale e simulazione narrativa; questo mix lo rende particolarmente stratificato e impegnativo. Hai il compito di gestire una base mobile a forma di ruota, che necessita di un potenziamento costante tramite moduli; tra questi si trovano serre per il cibo, laboratori per la ricerca, dormitori per il riposo, palestre per la salute fisica e centri ricreativi per il benessere emotivo.
Ogni struttura ha una funzione precisa; tuttavia, è l’interazione con gli Alters che dona profondità e senso strategico a ogni decisione. Alcuni cloni si rivelano eccellenti in determinati compiti, ma la loro collaborazione non è garantita; se il loro stato mentale si deteriora, possono isolarsi o persino sabotare la missione.

Il mantenimento della salute mentale è centrale nell’equilibrio del gioco. Gli Alters possono manifestare episodi di depressione, sviluppare dipendenze da farmaci oppure intraprendere comportamenti autodistruttivi; tutto questo influisce sull’efficienza dell’intera base. Per prevenire tali crisi, occorre coinvolgerli attivamente in attività che migliorano il morale: conversazioni sincere, sessioni di meditazione, proiezioni di film o persino momenti leggeri come il beer pong (due squadre o due singoli giocatori competono cercando di lanciare una pallina da ping pong all’interno di bicchieri di plastica disposti su un tavolo).
Gestione delle risorse
Queste azioni, per quanto semplici, assumono valore in quanto si intrecciano con una gestione attenta e pianificata delle risorse. Il pianeta va esplorato metodicamente per reperire il Rapidium; occorre poi costruire condutture che lo trasportino alla base, e fare tutto questo prima che sopraggiungano le devastanti eruzioni solari.
Il ritmo del gioco è scandito da una costante alternanza tra decisioni immediate e scelte a lungo termine. Ogni atto richiede domande fondamentali: quale Alter conviene creare in base alle esigenze attuali? Quale modulo va costruito prioritariamente per evitare colli di bottiglia produttivi? Quali conflitti emotivi è meglio risolvere subito per non compromettere l’equilibrio interno? Ogni scelta, per quanto piccola, genera conseguenze pratiche e psicologiche; il risultato è un gameplay che è al tempo stesso razionale e fortemente empatico.

The Alters : progressione di gioco
Il gioco si articola in una campagna strutturata in atti, ognuno ambientato in una nuova regione del pianeta ostile. Oltre alle attività principali, ci sono sotto-missioni legate ai singoli Alters che offrono ricompense narrative o potenziamenti. Non esiste un multiplayer: The Alters è un’esperienza esclusivamente single-player, che punta tutto sull’immersione e sul coinvolgimento personale.
Con l’avanzare della storia, sblocchi nuove opzioni di costruzione, nuove professioni per gli Alters e strumenti più avanzati per esplorare l’ambiente. Ogni mappa è densa ma contenuta, e l’equilibrio tra micro-management e momenti di esplorazione riesce a evitare il senso di ripetizione. Alcuni segmenti includono sezioni quasi metroidvania, dove solo alcuni Alters con specifiche abilità possono accedere a zone bloccate.
L’interazione con il Quantum Computer che genera gli Alters è un momento chiave: si seleziona una biforcazione esistenziale nella vita di Jan, e si osservano le sue conseguenze. La scelta non è mai neutra; ogni nuova vita generata può arricchire il gruppo o destabilizzarlo.

Grafica : alienazione e umanità
The Alters è tanto cupo quanto affascinante; la sua estetica è studiata per trasmettere un senso continuo di inquietudine e isolamento. Il pianeta alieno su cui si svolge l’avventura è un paesaggio desolato; distese di roccia nera si alternano a tempeste magnetiche e a inquietanti strutture artificiali, la cui origine resta ignota.
L’estetica industriale e retrofuturista della base si fonde con un’atmosfera quasi claustrofobica; ogni modulo appare consumato, ogni corridoio è pervaso da una luce fredda e artificiale. Terminali ingombranti, superfici metalliche ossidate e poster logori richiamano un’estetica ispirata all’architettura sovietica, contribuendo a evocare una sensazione di costrizione permanente.
I modelli dei personaggi sono ben realizzati; Jan e i suoi Alters condividono tratti somatici identici, ma sono chiaramente distinguibili grazie alle animazioni.

Comparto sonoro
La colonna sonora segue una direzione con un forte impatto emotivo. Composta principalmente da sintetizzatori, si arricchisce di rintocchi elettronici e pause cariche di tensione. Le sequenze drammatiche sono sottolineate da suoni distorti e pulsazioni metalliche; le scene più intime e personali invece adottano toni morbidi, talvolta malinconici.
Il sound design ambientale è altrettanto curato: si percepiscono con chiarezza il sibilo delle condutture, le interferenze nei canali radio, i passi ovattati sui pavimenti metallici e persino il respiro alterato del protagonista. Ogni suono è posizionato con cura per intensificare l’immersione.

Il lavoro nel doppiaggio di Alex Jordan, che presta la voce a tutte le versioni di Jan, è notevole; riesce a differenziare ogni clone non solo nel tono, ma anche nel ritmo e nell’espressività, rendendoli individui credibili e distinguibili. Anche nei dialoghi più brevi si avverte l’unicità di ciascun Alter; alcuni parlano in modo diretto, altri sono più esitanti o ironici.
Tutto questo concorre a creare un’atmosfera potente, che ti accompagna lungo tutto il percorso narrativo; il senso di alienazione è costante, ma viene bilanciato da momenti di profonda umanità condivisa con i propri Alters. Un contrasto emozionale che resta impresso anche dopo aver spento lo schermo.
Perché The Alters merita di essere vissuto
The Alters è molto più di un gioco survival: è un’esperienza che sfida le emozioni, la morale e la percezione di sé. Riesce a parlare della solitudine in un modo profondo, personale e spesso disturbante, ma sempre sincero. Consigliato anche a chi ha apprezzato Frostpunk, This War of Mine, Outer Wilds o Disco Elysium.
The Alters riesce a distinguersi grazie a una narrazione adulta, una meccanica ludica originale e un comparto audiovisivo di grande atmosfera. Ogni scelta ha ripercussioni tangibili e spesso anche emotive. I cloni sono personaggi complessi con cui si stabiliscono legami credibili. La base mobile e il ciclo delle catastrofi solari danno ritmo alla progressione e obbligano a decisioni ponderate.
L’unico limite, per alcuni, potrà essere il tono costantemente cupo e l’assenza di vere fasi d’azione. Tuttavia, se cerchi profondità, riflessione e immersione, The Alters è sicuramente tra i titoli più riusciti e maturi del 2025. Al momento la lingua italiana non è supportata, per giocare è essenziale una buona padronanza dell’inglese.
Buon divertimento !
The Alters
Hardware consigliato
Per chi gioca su PC, è consigliato almeno un processore AMD Ryzen 7 5800X o un Intel Core i7-8700K a 4,2 GHz; 16 GB di RAM e scheda video con supporto DirectX 12 da almeno 8 GB, come AMD Radeon RX 6600 XT, nVidia GeForce RTX 2070, Intel Arc A770. Sono richiesti almeno 50 GB di spazio su SSD. Per un’esperienza fluida in alta qualità anche a risoluzioni più elevateè consigliata una scheda video Nvidia GeForce RTX 4060 🧺o la AMD Radeon RX 7600 🧺.
Può essere giocato in 1080p con settings moderati anche da processori con GPU integrata come l’AMD Ryzen 8700G (su socket AM5) o qualsiasi minipc con GPU integrata come il Geekom AE8, o il potente Beelink SER9.
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