Garmin, il primo luglio ha depositato un brevetto per un sistema di monitoraggio in grado di rilevare i livelli di ematocrito e identificare situazioni di disidratazione con precisione medica. Il classico promemoria “bevi acqua” sullo schermo dello smartwatch ha ormai perso efficacia. Si attiva nei momenti meno opportuni; spesso arriva tardi o, peggio, viene ignorato. Inoltre gli smartwatch attuali non misurano realmente lo stato di idratazione. Si affidano a notifiche automatiche basate su orari fissi o condizioni generiche, come temperatura ambientale o durata dell’attività fisica. Tuttavia, il fabbisogno idrico varia costantemente; dipende da parametri fisiologici che non possono essere indovinati.

Da qui nasce l’interesse per una tecnologia capace di valutare direttamente i livelli di idratazione, sfruttando sensori ottici e nuovi algoritmi di analisi. Con questo approccio si passerà dal promemoria semi-casuale alla lettura biologica.
L’importanza dell’ematocrito e l’uso dei sensori ottici Garmin
La chiave del nuovo sistema risiede nella misurazione del livello di ematocrito: la percentuale di globuli rossi nel sangue. Quando si verifica disidratazione, il volume di plasma si riduce; di conseguenza, la concentrazione di globuli rossi aumenta. Questo cambiamento è misurabile, se si impiegano strumenti adatti.
I sensori ottici, già impiegati nei dispositivi Garmin per la frequenza cardiaca e la saturazione di ossigeno (SpO2), saranno ottimizzati per leggere anche queste variazioni. La nuova tecnologia utilizza lunghezze d’onda specifiche, tra gli 850 e i 1000 nm, che riescono a penetrare la pelle e rilevare segnali dai tessuti profondi. Questa tecnologia, denominata pulse spectroscopy, analizza non solo la quantità di sangue presente, ma anche la sua composizione.
La forza di questo approccio non sta tanto nell’hardware, quanto nel software: è l’algoritmo che traduce i segnali ottici in dati precisi sull’idratazione. Garmin punta così a superare il limite delle stime indirette, proponendo una misurazione continua, dinamica e contestualizzata delle condizioni corporee.

Oltre il fitness: vantaggi per atleti e persone comuni
Per chi pratica sport di resistenza, come ciclismo o maratona, conoscere in tempo reale il proprio stato di idratazione può fare la differenza tra una gara conclusa e un crollo per affaticamento. Gli atleti, in particolare, mantengono spesso una frequenza cardiaca costante anche sotto sforzo; ciò rende poco affidabili le stime tradizionali basate sul battito.

Con questa nuova tecnologia, invece, un ciclista impegnato in un percorso estivo potrà ricevere un avviso quando i suoi livelli di ematocrito iniziano a salire; potrà quindi idratarsi prima di percepire sete o calo di performance. L’intervento sarà tempestivo e i benefici, tangibili.
Ma i vantaggi non si limitano agli sportivi. Circa il 75% della popolazione è cronicamente disidratata, nonostante porti con sé bottiglie d’acqua e riceva notifiche regolari. Il problema è l’assenza di dati personalizzati. Una notifica che informa: “Sei disidratato al 4%” incide molto più di un generico invito a bere. Cambia la percezione e spinge all’azione immediata.
Garmin e il futuro del monitoraggio
Da tempo stiamo assistendo all’evoluzione dei dispositivi indossabili, che da semplici contatori di passi stanno diventando strumenti di prevenzione personalizzata.
Nel breve termine, le aziende continueranno a testare e sviluppare queste nuove tecnologie; nel medio periodo, potrebbero apparire sui modelli premium di smartwatch. L’adozione su larga scala dipenderà da costi, accuratezza e semplicità d’uso.
Garmin investirà molto nella sorveglianza fisiologica avanzata, citando nei documenti ufficiali anche la possibilità di misurare altri parametri come la saturazione tissutale (StO2) e persino il glucosio (HbA1c) attraverso lo stesso principio ottico.