Con la nuova versione di Linux Mint 7 Debian Edition, soprannominata “Gigi” (diminutivo di Giselle), l’esperienza Linux Mint abbandona la base Ubuntu. Basato su Debian 13 “Trixie”, LMDE 7 propone un’alternativa stabile e moderna per chi cerca eleganza e prestazioni, senza dipendere da Canonical. Il rilascio della versione beta, ora disponibile per il download, invita chi ha voglia di sperimentare e mettere alla prova ogni angolo del sistema.
Il progetto LMDE nasce per garantire continuità e indipendenza. Non è una distro destinata a tutti, ma un banco di prova per il team di sviluppo, che può verificare quanto sia realmente portabile il proprio ecosistema. Nella nuova release troviamo un kernel Linux 6.12, nuovi ambienti desktop come GNOME 48 e KDE Plasma 6.3, il supporto per driver open-source Nvidia, Wi-Fi 7, USB4 v2.0 e persino MIDI 2.0. Rappresenta un test completo sulla resistenza e sulla flessibilità della struttura di Mint.


Linux Mint 7 Debian Edition: architettura e requisiti di sistema
Il cuore di LMDE 7 è su Debian 13, con un sorprendente lavoro di integrazione. Tutto è progettato per somigliare il più possibile all’esperienza standard di Linux Mint, con le sue app, il supporto a lungo termine e un look coerente con la distro. Sebbene cambia la base, mantiene la sensazione di familiarità.
Il sistema richiede almeno 2GB di RAM, anche se 4GB sono consigliati per una fruibilità più fluida. Lo spazio su disco parte da 20GB, ma è meglio disporre di 100GB per godersi davvero tutte le funzionalità. La risoluzione video minima è 1024×768; se si lavora su schermi più piccoli, basta usare ALT per spostare le finestre che escono dai margini.
L’account root è bloccato per impostazione predefinita, scelta sensata in ottica sicurezza. Per accedere come root, è necessario assegnare manualmente una password. Interessante anche l’Expert Mode dell’installer, attivabile tramite sudo live-installer-expert-mode, per chi desidera un controllo più granulare durante l’installazione.
Supporta anche LVM, anche se in modo abbastanza rigido; le partizioni vanno rimosse dai gruppi esistenti prima dell’installazione. La gestione dello swap avviene in automatico, montando tutte le partizioni rilevate e aggiungendole a /etc/fstab. E per chi usa VirtualBox, le Guest Additions si installano senza complicazioni e offrono maggiore integrazione.
Novità visive e funzionali
Chi si avvicina a LMDE 7 con la curiosità di vedere “cosa cambia” non resterà deluso. Oltre al cuore Debian, troviamo tutta una serie di miglioramenti ereditati dalla versione 22.2 di Mint; tra questi, aggiornamenti estetici e strumenti più maturi. Il tema Mint-Y si arricchisce di toni metallici, con una palette più fredda e raffinata. Il dark mode guadagna morbidezza, senza diventare eccessivamente cupo. Le applicazioni GTK4 e libadwaita si integrano meglio, grazie a un lavoro certosino sull’adattamento dei temi Mint-X e Mint-Y.
Dal punto di vista pratico, arriva Fingwit, una nuova utility per la gestione delle impronte digitali. Permette di registrarle e di usarle per sbloccare lo schermo, confermare comandi sudo e altre operazioni da amministratore. Anche Xviewer riceve un affinamento nella correzione del colore; mentre il Gestore Aggiornamenti introduce un pulsante di riavvio, utile quando le patch lo richiedono.
Il WebApp Manager consente ora di modificare le descrizioni delle app web create. Inoltre, il sistema migliora il supporto alle anteprime audio, con nuovi thumbnailer per file AIFF e simili. Tutte queste novità contribuiscono a rendere l’esperienza d’uso più solida e coerente. Linux Mint 7 Debian Edition dimostra così di non essere solo un clone tecnico, ma un ramo con un’identità propria.
Conclusione
Linux Mint 7 Debian Edition “Gigi” non è pensata per chi desidera un sistema già perfetto, ma per chi ha la voglia di metterci le mani. Il fatto che sia possibile passare dalla beta alla release stabile senza reinstallare è una scelta che premia chi collabora fin da ora. I bug segnalati vanno inviati via GitHub.
Chi lo ha già installato parla di una distro stabile, reattiva e completa. Debian garantisce supporto fino al 2030, e questo offre una base solida per chi cerca continuità.










