Con il lancio di Raspberry Pi OS Trixie, la distribuzione Linux per Raspberry Pi entra in una nuova fase, ancorandosi a Debian 13. Trixie introduce modifiche profonde, in parte invisibili ma decisive per la longevità del sistema. Il team di Raspberry Pi porta sul mercato un sistema che risolve problemi tecnici di lunga data; per esempio, il Year 2038 problem. Introduce anche un’esperienza utente rinnovata attraverso il nuovo tema grafico; così come un’applicazione Control Centre completamente riprogettata.
La transizione a valori di tempo a 64 bit è probabilmente la modifica più tecnica ma anche più importante; garantisce che i dispositivi Raspberry Pi continueranno a funzionare correttamente ben oltre il 2038. Con l’aggiornamento la longevità dei progetti basati su Raspberry Pi è assicurata; il sistema diventa una scelta ancora più affidabile per hobbisti, educatori e professionisti. La piattaforma diventa più robusta per le loro creazioni.


Raspberry Pi OS Trixie introduce l’architettura a 64 Bit
Una delle sfide più critiche nell’informatica moderna è il cosiddetto Year 2038 problem; una limitazione intrinseca dei sistemi che utilizzano valori di tempo a 32 bit per tracciare i secondi trascorsi dal 1° gennaio 1970. Con l’avvicinarsi del 19 gennaio 2038, questi sistemi tornerebbero indietro nel tempo di circa 68 anni; quindi, causano caos in applicazioni critiche e infrastrutture digitali.
Raspberry Pi OS Trixie risolve la problematica implementando un sistema di tempo a 64 bit; in questo modo, la data di scadenza si estende a circa 292 miliardi di anni nel futuro. Ma la modifica non è stata banale; ha richiesto la ricostruzione di numerosi componenti del sistema operativo per garantire che ogni parte di Trixie utilizzi il nuovo formato temporale.
Sebbene questo cambiamento sia quasi invisibile durante l’uso quotidiano, rappresenta un investimento fondamentale nella futura affidabilità della piattaforma. Gli sviluppatori hanno anticipato un problema che molti altri produttori potrebbero rimandare all’ultimo minuto. Per chi utilizza Raspberry Pi per progetti come sistemi di automazione domestica, stazioni meteorologiche o server di monitoraggio, questa garanzia di continuità operativa è importante. La transizione a 64 bit dà la possibilità di sfruttare appieno anche i modelli più recenti; per esempio, il Raspberry Pi 5 e il Pi 500+, già beneficiano di architetture a 64 bit.
Altri miglioramenti: tema, font e Control Centre
Anche l’aspetto visivo di Raspberry Pi OS riceve la revisione in Trixie, con un nuovo tema. Il team ha collaborato con designer esterni per creare un’interfaccia moderna e pulita. Introduce un set completamente nuovo di icone; il font Nunito Sans Light sostituisce il vecchio Piboto e introduce anche una selezione di sfondi desktop aggiornati. Lo sfondo predefinito è un’immagine dell’alba sulle montagne Drakensberg in Lesotho, che aggiunge un tocco di eleganza naturale all’ambiente di lavoro.


Ancora più significativa è l’introduzione del Control Centre. E’ una nuova applicazione che sostituisce le precedenti app di preferenze sparse (Configurazione, Aspetto, Mouse/Tastiera, Schermo e Stampante). Il nuovo centro di controllo raggruppa tutte le impostazioni in pagine scorrevoli facili da navigare; quindi, anche la personalizzazione del sistema diventa molto più intuitiva.
La vera genialità del Control Centre risiede nella sua architettura leggera basata su plugin. Permette agli sviluppatori di estendere facilmente le funzionalità con nuove schede e controlli. Questo design modulare semplifica l’esperienza attuale e prepara il terreno per future espansioni. Raspberry Pi ha già pubblicato sul proprio GitHub le istruzioni per creare nuovi plugin, rendendo il sistema più aperto e collaborativo. L’approccio modulare alla configurazione del sistema è simile a quanto già accade in altri ambienti desktop più strutturati come KDE o GNOME. Inoltre, ricorda la filosofia dei sistemi Acorn Archimedes, famosi per la loro semplicità e facilità d’uso.


Modularità e personalizzazione
Un’altra delle innovazioni meno visibili ma tecnicamente più rilevanti di Raspberry Pi OS Trixie riguarda il modo in cui l’immagine del sistema operativo è creata e installata. Ora, l’approccio all’installazione dei pacchetti che compongono l’immagine desktop è più modulare. Facilitano la creazione di versioni personalizzate del sistema. La nuova struttura si basa su una gerarchia di metapacchetti che permettono agli utenti di costruire il proprio ambiente Raspberry Pi OS partendo da una base minimale.
I due pacchetti fondamentali sono rpd-wayland-core e rpd-x-core; forniscono rispettivamente i componenti essenziali per creare un desktop basato su Wayland o X11. Da questa base, è possibile aggiungere selettivamente altri elementi; per esempio, rpd-theme per l’aspetto visivo personalizzato, rpd-preferences per il Control Centre e i suoi plugin. Anche vari pacchetti tematici come rpd-applications (con editor, browser e ambienti di sviluppo), rpd-utilities (con strumenti come SD Card Copier e Bookshelf), rpd-developer (con librerie Python e per la fotocamera) e rpd-graphics (con strumenti grafici a riga di comando come FFmpeg e GStreamer).


Inoltre, la struttura modulare rende più semplice la creazione di immagini personalizzate e permette di convertire facilmente un’immagine Lite (solo riga di comando) in un desktop completo e viceversa. Questa è una funzionalità mai pienamente supportata in passato. Per gli utenti avanzati che desiderano un sistema su misura, offre un livello di controllo elevato; mantenendo comunque la semplicità per chi preferisce un’installazione standard.
Considerazioni pratiche
Il passaggio a Raspberry Pi OS Trixie richiede alcune considerazioni pratiche importanti. Il team di Raspberry Pi raccomanda vivamente di eseguire un’installazione pulita del sistema utilizzando Raspberry Pi Imager o scaricando direttamente il file immagine. Sconsigliano l’aggiornamento di un’immagine Bookworm esistente a causa di potenziali problemi. Per i possessori di Raspberry Pi 5, 400 o 500+ collegati via Ethernet, esiste un’opzione comoda; ovvero, accedere alla versione di Imager incorporata nel bootloader tenendo premuto il tasto Shift durante il collegamento dell’alimentazione.
Tuttavia, è importante notare che alcuni pacchetti specifici non sono ancora disponibili per Trixie, inclusi quelli per Raspberry AI HAT+ e AI Kit, TV HAT e Wolfram Mathematica. Gli utenti che dipendono da questi prodotti dovrebbero temporaneamente continuare a utilizzare la loro immagine Bookworm esistente.
Per quanto riguarda la compatibilità hardware, Trixie è stata testata su tutta la gamma di dispositivi Raspberry Pi, dal Pi 1 al più recente Pi 500+. Secondo il team, il sistema rimane perfettamente utilizzabile su Pi 3, mentre su Pi 2 i principali problemi di prestazioni si manifestano durante l’avvio del desktop e l’apertura di applicazioni intensive come Chromium. L’uso generale del desktop, come il trascinamento delle finestre, rimane reattivo anche sull’hardware più datato.
Raspberry Pi OS Trixie: conclusione
Trixie segna un’evoluzione tecnica di ampio respiro per Raspberry Pi OS. Più che una collezione di aggiornamenti, questa versione offre un sistema più modulare, leggibile e capace di adattarsi con agilita alle trasformazioni che stanno toccando il mondo Linux. Si tratta della gestione del tempo, la modularità dell’installazione, la coerenza dell’interfaccia.
Chi lavora con Raspberry Pi ogni giorno noterà un sistema più ordinato e più semplice da adattare ai propri progetti. Chi invece si avvicina ora a questo ecosistema troverà un sistema accessibile, pronto, e con una curva di apprendimento più morbida.
Il Raspberry Pi OS Trixie può essere scaricato qui.










