Bruxelles punta a sviluppare un sistema di identità digitale unico valido in tutti gli stati membri. Vediamo in cosa consiste il progetto e quali potrebbero essere vantaggi e svantaggi di questa iniziativa.
Cos’è l’identità digitale unica europea
L’8 novembre 2023 la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo per lo sviluppo di un sistema di identità digitale comune a tutti i cittadini europei.
Lo ha annunciato con un post e un filmato su X il commissario Thierry Breton:
Si tratta del cosiddetto “EU Digital ID Wallet“, un portafoglio digitale che conterrà e gestirà l’identità digitale di ogni cittadino europeo. In pratica, sarà una piattaforma online dove ognuno potrà archiviare e gestire documenti come la carta d’identità, la patente, il passaporto in formato digitale.
Oltre a questo, l’identità digitale unica europea permetterà anche di accedere ad altri servizi come l’apertura di conti bancari online, effettuare pagamenti digitali, archiviare documenti sanitari, certificati di studio e molto altro. L’obiettivo è quello di creare uno strumento unico di identità e servizi digitali valido in tutta Europa.
Vantaggi e criticità del progetto
Vantaggi
Il portafoglio digitale europeo faciliterà l’identificazione e l’utilizzo di servizi online tra diversi paesi europei. Un cittadino italiano potrebbe ad esempio aprire un conto corrente in Francia utilizzando la sua identità digitale italiana, senza dover ripetere le procedure di riconoscimento.
Inoltre, la presenza di un sistema unico a livello europeo permetterà una maggiore interoperabilità e compatibilità tra servizi digitali dei diversi stati membri.
Criticità e dubbi
Non mancano però anche alcuni svantaggi, soprattutto per quanto riguarda privacy e sicurezza. La gestione centralizzata di dati sensibili come documenti di identità e informazioni sanitarie può comportare rischi di violazioni e furti di dati. Sarà quindi fondamentale garantire elevati standard di sicurezza per tutelare i dati personali degli utenti.
Inoltre, uno strumento di questo tipo potrebbe potenzialmente essere utilizzato anche per un maggiore controllo e tracciamento dei cittadini, ad esempio monitorando transazioni e movimenti di denaro. Per questo le associazioni per i diritti digitali chiedono che l’utilizzo del portafoglio digitale rimanga facoltativo e non diventi obbligatorio, per evitare derive autoritarie.
Prossimi passi per l’implementazione dell’identità digitale
Dopo l’accordo raggiunto, il Parlamento e il Consiglio Europeo devono approvare formalmente il progetto, che poi entrerà in vigore. A quel punto, gli stati membri avranno 24 mesi di tempo per rendere disponibile il portafoglio digitale europeo ai propri cittadini.
Si prevede quindi che nel 2025 ogni cittadino europeo potrà accedere a questo strumento e iniziare ad utilizzarlo per gestire la propria identità digitale. Ogni paese dovrà sviluppare un proprio sistema integrato con le specifiche europee.
L’Italia ha già compiuto alcuni passi avanti in questa direzione con lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale che permette ai cittadini di accedere ai servizi della pubblica amministrazione. Il governo dovrà quindi lavorare per rendere interoperabile SPID con le specifiche del portafoglio digitale europeo nei prossimi anni.
Opportunità e rischi: il dibattito è aperto
L’introduzione di un sistema di identità digitale europeo ha quindi sicuramente delle opportunità, ma solleva anche legittime preoccupazioni sulla tutela della privacy e la sorveglianza.
Da un lato è indubbio che una maggiore integrazione e interoperabilità dei servizi digitali in Europa può portare benefici pratici ai cittadini. Dall’altro, i rischi di tracciamento e controllo non possono essere sottovalutati, e le associazioni della società civile dovranno vigilare sull’implementazione del progetto.
Il dibattito è quindi aperto: nei prossimi mesi si capirà meglio come il portafoglio digitale europeo si svilupperà concretamente. L’auspicio è che i vantaggi di semplificazione prevalgano senza che venga compromessa la privacy dei cittadini del vecchio continente.