xAI ha ufficialmente pubblicato Grok 2.5 come modello open source. La versione 2.0 di Grok era stata rilasciata per la prima volta a dicembre 2024 per poi essere aggiornata alla versione 2.5. Il modello è ora disponibile su Hugging Face. La licenza è gratuita per progetti di ricerca, ma soggetta a limitazioni per uso commerciale.

Inoltre questo rilascio segue una linea già intrapresa da altri protagonisti del settore, come Meta con i modelli Llama o Alibaba con Qwen. Ma Musk, nel suo stile, ha scelto una via più controllata. Grok 2.5 è disponibile, ma non è utilizzabile per addestrare altri modelli; un dettaglio che lo distanzia dalla visione più radicale dell’open-source. Nonostante questo, il modello consente a sviluppatori, università e team indipendenti di testare direttamente il funzionamento del modello in locale, eseguendolo su infrastrutture adeguate.
Musk ha dichiarato che Grok 3 verrà rilasciato con la stessa formula nei prossimi sei mesi a conferma che la pubblicazione open dei modelli più vecchi diventerà pratica regolare. Anche il primo modello di Grok diventò open source a marzo 2024.
La roadmap include anche Grok 5 entro la fine dell’anno. La strategia di Musk è quindi quella di condividere i modelli di almeno un anno di vita; mentre quelli attuali restano chiusi e sotto controllo. Questa dinamica è già emersa in aziende come Mistral, dove la trasparenza è selettiva e funzionale al posizionamento di mercato.
Le specifiche hardware e i limiti pratici di Grok 2.5
Grok 2.5 non è un modello AI da installare su un computer qualsiasi. Per avviarlo localmente, servono almeno otto GPU H100 con 40 GB di memoria ciascuna; in aggiunta è richiesto l’inference engine SGLang. Questi requisiti lo rendono più adatto a laboratori di ricerca avanzati, startup ben finanziate o istituzioni accademiche con accesso a server di fascia enterprise.
Un’alternativa percorribile per vederlo funzionare in un contesto casalingo o amatoriale è affittare delle GPU H100 su piattaforme cloud come Runpod, con tariffazione oraria. Questa soluzione, però, resta onerosa e impone una certa familiarità con ambienti Linux, CLI e ambienti virtualizzati. Il pacchetto da scaricare supera i 500 GB, distribuiti su 42 file compressi. Anche il setup è un’operazione che richiede tempo, risorse e conoscenze avanzate in ambito AI engineering.
La licenza adottata da xAI, denominata xAI Community License, consente l’uso del modello per attività di analisi, testing e modifica. Tuttavia, vieta in modo chiaro l’utilizzo di Grok 2.5 come base per addestrare nuove AI; allo stesso modo non è consentito usarlo come foundation model per lo sviluppo di versioni derivate. E’ possibile esplorarne la logica, verificare i suoi comportamenti ed eventualmente customizzarne le risposte. Non è ammesso costruire altro a partire da lui. Quindi un’apertura a metà, che concede libertà di sperimentazione.
Concorrenza con i modelli Cinesi e OpenAI
La scelta di Musk arriva in un contesto dove l’open source è diventato un elemento centrale nelle strategie AI. OpenAI ha iniziato a rilasciare modelli open-weight, come GPT-OSS, solo dopo pressioni esterne. Sam Altman ha ammesso pubblicamente che la concorrenza cinese – in particolare da parte di DeepSeek, Qwen e Kimi – ha avuto un impatto diretto sulle decisioni aziendali.
Modelli come Qwen di Alibaba e DeepSeek di 01.AI sono diventati veri e propri riferimenti per chi cerca trasparenza. Questi modelli non solo sono stati pubblicati con licenze permissive; hanno anche mostrato prestazioni elevate, mettendo in difficoltà i colossi occidentali. Si è innescata così una corsa ad aprire, almeno parzialmente, il codice e i pesi dei modelli linguistici.
La posizione adottata da Musk da un lato cerca di dare un segnale di apertura; dall’altro protegge la base tecnologica da repliche incontrollate. La tutela della proprietà intellettuale resta una priorità, ma viene affiancata da un’apertura controllata che consente audit, testing e debugging pubblico.
Elon Musk vuole costruire il suo ecosistema AI
Parallelamente, Musk ha lanciato una nuova startup chiamata Macrohard, con l’idea di simulare software e servizi (forse anche un OS alternativo a Windows!) come quelli di Microsoft ma basati interamente su AI (occhio al gioco di parole di Musk, Microsoft => Macrohard). Musk non vuole solo fare AI, vuole controllare tutto il contesto in cui l’AI viene pensata, testata e distribuita. Dai chip Neuralink ai razzi SpaceX, dai modelli Grok all’infrastruttura sociale di X. Grok 2.5 open source e Grok 5 sono solo tasselli di un piano molto più ampio, che vedrà nei prossimi mesi nuovi annunci, altri rilasci pubblici e, molto probabilmente, ulteriori colpi di scena.
Per chi avesse perso il conto, in questo momento la versione più avanzata di xAI è Grok 4, disponibile in versione gratuita (con limitazioni) o a pagamento. Grok 4 (insieme a Grok 3) è disponibile tramite piattaforma X, web, app Android/iOS e API. Sia Grok 3 che Grok 4 sono ancora modelli chiusi. Elon Musk sempre in un post su X, ha comunicato che anche Grok 3 verrà rilasciato come open source nei prossimi sei mesi.