Lanciato il 26 giugno 2025 per PlayStation 5, Death Stranding 2: On the Beach è il seguito diretto del celebre titolo di Hideo Kojima. E’ un action-adventure open world, con forti elementi di simulazione logistica, esplorazione ambientale e sopravvivenza. Sviluppato da Kojima Productions e pubblicato da Sony Interactive Entertainment, questo secondo capitolo si conferma un’esperienza d’autore, fortemente stilizzata, filosofica e profondamente emotiva.
Con protagonista ancora una volta Sam Porter Bridges, interpretato da Norman Reedus, il gioco riprende dopo gli eventi del primo capitolo, ma si spinge ben oltre: non più solo un viaggio negli Stati Uniti, ma una connessione globale, con nuove missioni che si estendono fino al Messico e all’Australia.

Il tono della narrazione si fa più riflessivo; Sam è ora più stanco, più umano. La sua relazione con Lou, l’ex Bridge Baby ora adottata, è al centro della storia. Il concetto di connessione, caro a Kojima, viene esplorato in nuove direzioni. Death Stranding 2 mantiene intatta l’anima del predecessore, ma rielabora e migliora le sue meccaniche, arricchendo l’esperienza con nuove opzioni di trasporto, più profondità nel combattimento e una regia sempre più cinematografica.
Il risultato è un’esperienza intensa, narrativa e simbolica, ma come nei film d’autore, potrebbe non piacere a tutti.
Death Stranding 2: On the Beach – sviluppi narrativi e riflessioni esistenziali
La trama di Death Stranding 2: On the Beach riparte con Sam che vive una vita isolata in Messico, cercando di lasciarsi alle spalle il passato. Tuttavia, la pace è solo temporanea: un nuovo progetto, guidato dall’organizzazione Drawbridge, lo richiama in missione per espandere la rete chirale fino all’Australia. Il viaggio lo porterà ad affrontare nuove minacce e a interrogarsi ancora una volta sul significato di connessione, separazione e responsabilità.
Personaggi noti come Fragile, Higgs e Lou fanno il loro ritorno, ma vengono affiancati da un cast nuovo e carismatico: Neil, Tarman, Dollman, Rainy e Tomorrow. La narrazione si sviluppa attraverso due piani temporali interconnessi, seguendo anche il misterioso passato di Neil. Eventi passati e futuri si riflettono reciprocamente, rivelando verità scomode e momenti profondamente toccanti.
Le tematiche affrontate sono complesse: la vita e la morte, il senso di appartenenza, la colpa, il perdono. Kojima non ha paura di essere filosofico; molte sequenze sembrano voler parlare direttamente al giocatore. Il tono è malinconico ma pieno di speranza, e ciò che ne emerge è un racconto umano, dove le emozioni hanno un peso maggiore delle spiegazioni o dei colpi di scena.
Essere “on the beach” significa trovarsi ai margini, in un luogo dove tutto può iniziare o finire. È uno spazio aperto, ma anche precario, esposto alle forze della natura e all’ignoto. Nel mondo di Death Stranding, la “Beach” è una dimensione di confine tra vita e morte, un luogo metafisico dove le anime si fermano prima della reincarnazione o del passaggio definitivo. “On the Beach” quindi indica che la storia si svolge, letteralmente e metaforicamente, su questa soglia esistenziale. I personaggi si muovono continuamente tra vita, morte e rinascita, e il concetto di Beach diventa il centro filosofico dell’intero viaggio.

Meccaniche di gioco: la connessione prende forma
Dal punto di vista del gameplay, Death Stranding 2 mantiene l’essenza del primo episodio: consegnare carichi in un mondo ostile; ma l’esperienza ora è molto più ricca. Il titolo introduce numerose novità che amplificano varietà e profondità. I viaggi si estendono per distanze maggiori; i terreni diventano via via più insidiosi. Eventi dinamici come frane, inondazioni, incendi boschivi e terremoti interrompono la linearità; rendono ogni percorso potenzialmente caotico e sempre diverso.
Il sistema di costruzione ha subito un’importante espansione. Ora si possono edificare ferrovie sospese, catapulte per carichi, strade , ponti e altre infrastrutture funzionali. Ogni volta che costruisci una struttura o lasci un oggetto nel mondo di gioco, questo può comparire anche nel mondo di altri giocatori. Allo stesso modo, tu puoi trovare elementi creati da altri. Non è un multiplayer diretto, ma un sistema in cui ci si aiuta a distanza, senza mai incontrarsi realmente. Questo meccanismo, oltre a facilitare le spedizioni, rafforza il messaggio del gioco: siamo tutti connessi, anche quando siamo soli.

La logistica delle consegne richiede scelte oculate: bisogna bilanciare peso, stabilità e durata. Ogni oggetto influisce sull’equilibrio del carico; ogni percorso ha insidie nascoste. L’aggiunta di una barra XP consente una crescita lenta ma costante; le abilità migliorano leggermente ma fanno la differenza nel lungo periodo. La selezione dell’equipaggiamento, unita alla gestione delle risorse come batterie e strumenti di difesa, rappresenta un elemento chiave. In Death Stranding 2, ogni viaggio è una prova di pianificazione e ogni scelta può rivelarsi determinante.
Death Stranding 2: On the Beach – varietà delle sfide
La difficoltà è ben calibrata: le prime ore fungono da tutorial esteso, ma poi il gioco richiede attenzione costante. Le modalità di combattimento sono state completamente riviste. Ora è possibile affrontare nemici umani e creature BT con un arsenale più ampio e dinamico. Armi non letali come proiettili in gomma, granate acustiche, guanti elettrificati e approcci stealth rendono i combattimenti più vari. Alcuni nemici meccanici, come i nuovi Watcher o i Ghost Mechs, richiedono tattiche specifiche per essere sconfitti.
Non mancano sezioni più narrative e riflessive, alternate a lunghe tratte di consegna dove il senso di isolamento e contemplazione torna centrale. La varietà di approcci consente di scegliere il proprio ritmo, senza forzature. Le boss fight principali sono visivamente spettacolari e offrono un ottimo mix tra gameplay e cinematica.

Impatto visivo e sonoro: cinema interattivo
Tecnicamente, Death Stranding 2 raggiunge vette altissime; si avvicina sempre più al confine tra videogioco e opera cinematografica. La grafica su PS5 Pro sfrutta a fondo le potenzialità del motore Decima e i dettagli ambientali sono incredibili. I paesaggi si trasformano sotto l’effetto delle condizioni climatiche dinamiche; pioggia, nebbia e luce solare mutano il mondo in tempo reale.
L’apertura ambientata in Messico ne è un esempio lampante: il tramonto avvolge la scena in tonalità dorate; il fango si attacca ai vestiti di Sam in modo realistico e credibile. Anche il fotorealismo dei personaggi lascia spesso sorpresi; ogni espressione facciale è resa con impressionante precisione.

La direzione artistica è curata e distintiva: ambientazioni come le montagne australiane o le città deserte messicane restituiscono un senso di meraviglia e malinconia. La colonna sonora, curata da Woodkid e altri artisti, sottolinea ogni momento con delicatezza o potenza, a seconda del contesto. Ogni brano è scelto con cura per evocare emozioni precise. Anche se alcune texture o modelli sono simili al primo gioco, l’effetto complessivo è nettamente superiore, più vivo, coinvolgente e cinematografico.
Tecnicamente è tra i migliori titoli disponibili su PlayStation 5: fotorealismo, animazioni, audio e direzione artistica raggiungono standard altissimi. Solo alcuni elementi ripetuti e una curva d’ingresso abbastanza impegnativa impediscono di arrivare alla perfezione assoluta.
Hideo Kojima: autore, regista e architetto del videogioco moderno

Hideo Kojima è uno dei più influenti e visionari game designer della storia del videogioco. Nato in Giappone nel 1963, ha raggiunto fama internazionale grazie alla serie Metal Gear, iniziata nel 1987. Conosciuto per la sua narrazione complessa, i personaggi psicologicamente stratificati e l’approccio cinematografico al game design, Kojima ha ridefinito cosa può essere un videogioco.
Dopo aver lasciato Konami nel 2015, ha fondato Kojima Productions, con cui ha prodotto Death Stranding nel 2019. Con questo progetto ha creato un nuovo genere autodefinito “strand game“, basato su connessione, cooperazione indiretta e riflessione sul ruolo del giocatore. Kojima non è solo un autore tecnico, ma un regista vero e proprio, che cura personalmente ogni aspetto: dalla sceneggiatura al montaggio delle cutscene, dalla direzione degli attori al sound design.
La sua visione autoriale lo rende distintivo nel panorama videoludico. Kojima è noto per le sue collaborazioni con artisti, registi e attori internazionali. Con Death Stranding 2 conferma il suo status di narratore d’avanguardia, capace di trattare temi esistenziali, sociali e futuri. Per molti, Kojima è una figura divisiva; per altri, un maestro. Ma in entrambi i casi, non si può ignorare il suo impatto sull’evoluzione del medium videoludico.
Death Stranding 2: On the Beach – un gioco fuori dagli schemi
Death Stranding 2: On the Beach è un’opera coraggiosa e profondamente umana. Non cerca compromessi, ma affina tutto ciò che il primo episodio aveva introdotto. La storia emoziona, il gameplay stimola, la regia incanta. Non è per tutti, ma per chi ne entra in sintonia, può diventare un viaggio memorabile.
Le sue meccaniche possono apparire lente o spiazzanti, ma sono perfettamente integrate con il messaggio dell’opera. La varietà del gameplay, arricchita da una componente online asincrona, offre un senso di comunità tangibile e innovativo. Consigliato a chi ama le esperienze narrative, a chi cerca qualcosa di diverso dal solito e a chi non teme una sfida lenta ma gratificante.
Buona avventura con Death Stranding 2 !

Death Stranding 2: On the Beach
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