Le criptovalute rappresentano una delle innovazioni più dirompenti nel panorama finanziario degli ultimi anni. Si tratta di valute digitali decentralizzate, basate su tecnologie crittografiche che ne garantiscono la sicurezza, la privacy e l’integrità delle transazioni.
Secondo i dati di CoinMarketCap, a giugno 2024 esistono oltre 12.000 criptovalute, per una capitalizzazione di mercato complessiva che supera i 3 trilioni di dollari. Un ecosistema in continua espansione, che attira investitori istituzionali e retail, aziende, sviluppatori. Ma cosa sono esattamente le criptovalute? Come funzionano a livello tecnico? Quali sono le principali monete digitali e i loro casi d’uso? Andiamo con ordine.
Breve storia delle criptovalute
L’idea di una valuta digitale crittografata ha origine negli anni ’80. Nel 1983 il crittografo americano David Chaum concepì eCash, un sistema di denaro elettronico anonimo. Successivamente, negli anni ’90, Chaum lavorò ai primi protocolli crittografici precursori della blockchain. Ma è nel 2008 che avviene la svolta: un anonimo individuo, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, pubblica un white paper che getta le basi di Bitcoin, la prima e tutt’ora più importante criptovaluta.
Bitcoin viene lanciato a gennaio 2009 come valuta peer-to-peer per pagamenti online, senza l’intermediazione di banche o governi. L’innovazione di Bitcoin sta nell’utilizzo della blockchain, un registro digitale distribuito e immutabile che traccia tutte le transazioni, validandole attraverso il consenso dei nodi della rete. Un sistema che apre la strada a una nuova generazione di criptoasset e applicazioni decentralizzate (DApp). Negli anni successivi nascono numerose altre criptovalute, ognuna con caratteristiche e finalità specifiche. Tra le principali ricordiamo:
- Ethereum (ETH): lanciato nel 2015, introduce i contratti intelligenti e diventa la piattaforma di riferimento per lo sviluppo di DApp e token.
- Ripple (XRP): progettato per i pagamenti transfrontalieri, è adottato da banche e istituzioni finanziarie.
- Litecoin (LTC): fork di Bitcoin che punta a transazioni più veloci e commissioni più basse.
- Cardano (ADA): blockchain di terza generazione che mira a risolvere problemi di scalabilità, interoperabilità e sostenibilità.
Criptovalute : la tecnologia blockchain
Il cuore pulsante delle criptovalute è la blockchain, un database distribuito e crittografato che registra tutte le transazioni in modo trasparente, permanente e verificabile. La blockchain è come un grande registro digitale, composto da una catena di blocchi. Ogni blocco contiene un certo numero di transazioni validate e viene aggiunto in modo sequenziale alla catena esistente. Un blocco è composto da:
- Dati delle transazioni
- Marcatura temporale (timestamp)
- Hash crittografico del blocco precedente
- Nonce, un numero arbitrario usato nel processo di mining
Attraverso funzioni crittografiche (es. SHA-256), ogni blocco fa riferimento al blocco precedente, creando così una struttura concatenata a catena che rende virtualmente impossibile modificare i dati senza invalidare l’intera catena. La blockchain è replicata su una rete peer-to-peer di migliaia di nodi (computer) sparsi in tutto il mondo. Ogni nodo mantiene una copia della blockchain e contribuisce a validare e propagare le nuove transazioni e i nuovi blocchi.
Per aggiungere un nuovo blocco, i nodi competono per risolvere un complesso problema crittografico (proof-of-work) che richiede elevate risorse computazionali. Questo processo è noto come mining. Il primo nodo che risolve il problema cripta il nuovo blocco e lo trasmette agli altri nodi, che lo verificano e lo aggiungono alla propria copia della blockchain.
Come incentivo, il nodo che ha minato il blocco viene ricompensato con una quantità prestabilita di criptovaluta. Esistono diverse tipologie di blockchain:
- Pubbliche (permissionless): aperte a chiunque, senza autorizzazioni. Es. Bitcoin, Ethereum.
- Private (permissioned): accessibili solo a un gruppo ristretto di partecipanti autorizzati. Usate principalmente in ambito aziendale/istituzionale per garantire maggiore controllo e privacy.
- Ibride o consortium: via di mezzo tra pubbliche e private, uniscono i vantaggi di entrambe. Alcuni processi sono controllati da un gruppo di nodi preselezionati.
Criptovalute : portafogli digitali
Per acquistare, vendere, detenere e utilizzare criptovalute sono necessari appositi portafogli digitali (wallet) e/o piattaforme di scambio (exchange). Un wallet è un software o dispositivo hardware che consente di memorizzare in modo sicuro le chiavi crittografiche private necessarie per accedere e disporre dei propri fondi sulla blockchain. Ne esistono diverse tipologie:
- Wallet software (hot wallet): app per desktop o mobile connesse a Internet. Comodi e facili da usare ma potenzialmente vulnerabili ad attacchi informatici. Es. MetaMask, Trust Wallet.
- Wallet hardware (cold wallet): dispositivi fisici simili a chiavette USB che mantengono le chiavi private offline. Considerati il metodo più sicuro per custodire grandi quantità di cripto, ma suscettibili a smarrimento o danneggiamento. Es. Ledger, Trezor.
- Wallet di carta: le chiavi private vengono stampate su un foglio di carta, da conservare in un luogo sicuro. Soluzione a basso costo ma poco pratica.
Exchange
Gli exchange sono piattaforme online che permettono di comprare, vendere e scambiare criptovalute con valute legali (es. euro, dollaro) o tra di loro. Si dividono in:
- Exchange centralizzati (CEX): intermediari che custodiscono i fondi degli utenti e accoppiando gli ordini di acquisto/vendita. Facili da usare ma richiedono verifiche KYC e sono esposti al rischio di hack e fallimento.
- Exchange decentralizzati (DEX): protocolli peer-to-peer che consentono scambi diretti tra wallet, senza cedere la custodia delle cripto. Più complessi da usare ma offrono maggiore privacy e sicurezza.
Ecco alcuni esempi di popolari exchange centralizzati (CEX) e decentralizzati (DEX) per il trading di criptovalute.
Exchange Centralizzati (CEX)
- Binance – Il più grande exchange al mondo per volume di scambi. Offre un’ampia selezione di criptovalute, derivati e servizi di staking.
- Coinbase – Popolare exchange statunitense, quotato al Nasdaq. Facile da usare, ideale per principianti. Supporta acquisti con valute legali.
- Kraken – Uno dei primi exchange, noto per sicurezza e conformità normativa. Offre anche servizi per trader istituzionali.
- Bitfinex – Exchange delle Isole Vergini Britanniche, popolare tra i trader esperti per le opzioni di margin trading e lending.
- KuCoin – Exchange con sede a Singapore che offre una vasta selezione di criptovalute, anche emergenti, e prodotti come trading bot.
Exchange Decentralizzati (DEX)
- Uniswap – Il più grande DEX su Ethereum, consente scambi diretti di token ERC-20 tramite pool di liquidità. Facile da usare tramite wallet come MetaMask.
- PancakeSwap – Popolare DEX sulla Binance Smart Chain, simile a Uniswap. Offre farming e staking di token con alte rese.
- SushiSwap – Fork di Uniswap con governance decentralizzata tramite token SUSHI. Presente su più blockchain come Ethereum, Polygon, Avalanche.
- Curve Finance – DEX specializzato in pool di stablecoin e asset sintetici con basso slippage. Popolare per lo yield farming.
- dYdX – Piattaforma di trading decentralizzata che offre derivati perpetui e opzioni su criptovalute con leva fino a 25x. Usa la blockchain di Ethereum ma gestisce gli ordini off-chain per maggiore velocità.
Casi d’uso delle criptovalute
Le criptovalute non sono tutte uguali e possono essere classificate in base a vari criteri. Una tassonomia comune prevede quattro macro-categorie:
- Coin: criptovalute native che hanno una propria blockchain. Es. Bitcoin, Ethereum, Litecoin.
- Token: cripto che vengono emesse su blockchain di terze parti e rappresentano un diritto o un’utilità all’interno di un ecosistema. Es. token ERC-20 su Ethereum.
- Stablecoin: cripto ancorate (pegged) 1:1 a un’attività sottostante come valute legali o commodity per ridurne la volatilità. Es. Tether (USDT), USD Coin (USDC).
- Meme coin: cripto nate per scherzo o ispirate a meme di Internet, spesso senza un vero scopo se non la speculazione. Es. Dogecoin, Shiba Inu.
Riguardo ai casi d’uso, le criptovalute trovano applicazione in molteplici ambiti:
- Trasferimenti di valore istantanei, economici e senza confini, soprattutto verso paesi in via di sviluppo. Es. Bitcoin, Litecoin, Stellar.
- Finanza decentralizzata (DeFi): un ecosistema di applicazioni finanziarie basate su blockchain che offrono servizi di prestito, risparmio, trading, assicurazione etc in modo automatizzato tramite smart contract. Per esempio Aave, Compound, Synthetix su Ethereum.
- Tokenizzazione di asset: emissione di token crittografici che rappresentano diritti di proprietà o di utilizzo su asset del mondo reale come immobili, opere d’arte, commodity. Es. Polymath, Ravencoin.
- Identità digitale: sistemi di identità decentralizzata e autocertificata (SSI) che garantiscono agli utenti il controllo dei propri dati personali. Es. Civic, Selfkey.
- Governance decentralizzata (DAO): organizzazioni autonome i cui processi decisionali e gestionali sono codificati in smart contract e votati dai detentori di token. Es. MakerDAO, Aragon.
- Gaming e collezionabili digitali: giochi e app che integrano token non fungibili (NFT) per rappresentare oggetti da collezione unici. Es. CryptoKitties, Decentraland, Axie Infinity.
Le stablecoin
Le stablecoin sono una particolare categoria di criptovalute progettate per mantenere un valore stabile nel tempo, tipicamente ancorato a una valuta fiat come il dollaro USA o l’euro, o a una commodity come l’oro. A differenza di criptovalute volatili come Bitcoin o Ethereum, le stablecoin mirano a minimizzare le fluttuazioni di prezzo, rendendole più adatte come mezzo di pagamento e riserva di valore.
Le stablecoin svolgono un ruolo cruciale nell’ecosistema cripto, fungendo da ponte tra il mondo delle valute tradizionali e quello delle criptovalute. Permettono di beneficiare dei vantaggi della tecnologia blockchain, come trasferimenti rapidi e commissioni ridotte, senza essere esposti all’elevata volatilità tipica delle cripto.
Le stablecoin sono ampiamente utilizzate sugli exchange come base di scambio per il trading di altre criptovalute, poiché consentono di entrare e uscire rapidamente dalle posizioni senza dover passare per valute fiat. Inoltre, stanno trovando crescente adozione anche nel settore della finanza decentralizzata (DeFi), dove vengono impiegate come collaterale per prestiti e per fornire liquidità a protocolli di scambio e yield farming.
Tra le stablecoin più popolari troviamo Tether (USDT), USD Coin (USDC), Binance USD (BUSD) e DAI, ognuna con i propri meccanismi di stabilizzazione del prezzo e gradi di decentralizzazione. Con una capitalizzazione di mercato aggregata di oltre 100 miliardi di dollari, le stablecoin si stanno affermando come una componente sempre più importante dell’infrastruttura finanziaria basata su blockchain.
Il caso FTX
FTX era uno dei più grandi e popolari exchange centralizzati (CEX), fondato nel 2019 dall’imprenditore americano Sam Bankman-Fried. In pochi anni era diventato un colosso nel settore delle criptovalute, arrivando a gestire un volume di scambi di oltre 10 miliardi di dollari al giorno.
Tuttavia, l’8 novembre 2022 FTX ha dichiarato bancarotta, dopo che si è scoperto un buco di bilancio di almeno 8 miliardi di dollari. Secondo le indagini, l’exchange avrebbe usato impropriamente i fondi dei clienti per finanziare operazioni speculative della società di trading affiliata Alameda Research, anch’essa di proprietà di Bankman-Fried.
La crisi è esplosa quando CoinDesk ha rivelato che gran parte del patrimonio di Alameda era costituito da FTT, il token nativo di FTX, sollevando dubbi sulla solidità finanziaria dell’azienda. Ciò ha scatenato il panico tra gli investitori, che hanno iniziato a ritirare in massa i propri fondi da FTX, causando una crisi di liquidità.
Il dopo FTX
Il crollo di FTX ha avuto pesanti ripercussioni sull’intero ecosistema cripto:
- Migliaia di clienti hanno perso l’accesso ai propri fondi depositati su FTX, per un valore stimato di oltre 8 miliardi di dollari. Migliaia di clienti hanno perso tutto il valore del proprio wallet.
- Il prezzo di Bitcoin e delle altre principali criptovalute è crollato del 20-30% in pochi giorni, bruciando oltre 200 miliardi di capitalizzazione.
- Diverse aziende cripto esposte verso FTX, come Genesis e BlockFi, sono a loro volta fallite o sono entrate in gravi difficoltà finanziarie.
- La reputazione dell’intero settore ne è uscita gravemente danneggiata, minando la fiducia di investitori e regolatori.
Sam Bankman-Fried è stato arrestato dalle autorità Bahamiane su richiesta degli USA con l’accusa di frode e riciclaggio. Altri manager di FTX e Alameda sono indagati.
Il caso FTX ha riacceso il dibattito sulla necessità di una maggiore regolamentazione degli exchange cripto per tutelare gli investitori. Molti invocano regole simili a quelle previste per le banche e le società finanziarie tradizionali, come l’obbligo di segregazione dei fondi dei clienti, requisiti patrimoniali e di trasparenza.
In ogni caso, il fallimento di FTX rappresenta uno spartiacque per l’industria delle criptovalute, che dovrà lavorare per riguadagnare la fiducia del pubblico e dimostrare di poter operare in modo responsabile e sostenibile nel lungo periodo. Solo così potrà realizzare appieno le promesse di democratizzazione della finanza e di creazione di un sistema monetario più equo e trasparente.
Rischi e prospettive future
Nonostante le promettenti potenzialità, il settore delle criptovalute è ancora giovane e non privo di rischi e incognite. Tra le principali criticità:
- Volatilità dei prezzi: il valore delle cripto può subire ampie oscillazioni in brevi periodi, esponendo gli investitori a possibili perdite.
- Rischi di sicurezza: exchange centralizzati e wallet connessi sono vulnerabili ad attacchi hacker e furti di fondi. Perdere l’accesso al proprio wallet significa perdere irreversibilmente le cripto.
- Incertezza normativa: molti paesi devono ancora definire quadri regolamentari chiari e coerenti per le cripto, generando incertezza tra gli operatori.
- Uso illecito: le cripto sono talvolta usate per riciclaggio, evasione fiscale facendo leva sulla pseudo-anonimità delle transazioni.
- Impatto ambientale: il mining proof-of-work richiede enormi quantità di energia, con conseguenti emissioni di CO2. Esistono però alternative più sostenibili come il proof-of-stake.
Guardando al futuro, è probabile che assisteremo a una progressiva maturazione e istituzionalizzazione del settore cripto. Regolatori, banche centrali e grandi aziende stanno già esplorando le potenzialità di questa tecnologia.
Progetti come la valuta digitale di banca centrale (CBDC) potrebbero ibridare i vantaggi di sicurezza e scalabilità delle cripto con la stabilità e la supervisione statale. Secondo uno studio di BIS, l’86% delle banche centrali sta attualmente lavorando alle CBDC.
Anche i grandi player tech come Paypal hanno sviluppato le proprie stablecoin per abilitare pagamenti digitali istantanei su scala globale. Visa e Mastercard offrono già carte di debito cripto e servizi di custodia per banche.
Nel complesso, le criptovalute e la blockchain sono destinate a cambiare il sistema finanziario ed economico globale. Un trend in ascesa che apre sfide e opportunità per individui, aziende e istituzioni. Staremo a vedere quali nuovi sviluppi riserverà il futuro.