Jack Dorsey, ex CEO di Twitter e fondatore di Block, ha annunciato la beta di Bitchat. Si tratta di una piattaforma di messaggistica che funziona senza Internet; è basata esclusivamente su reti mesh Bluetooth Low Energy.
Questo progetto è nato da un esperimento personale nel weekend. Sfrutta tecnologie leggere per permettere la comunicazione peer-to-peer in totale assenza di server centrali, numeri di telefono o email. Dorsey ha dichiarato di essersi ispirato ai canali IRC degli anni Novanta. L’app infatti punta su un ritorno all’essenziale, ma con infrastruttura moderna. I messaggi, crittografati end-to-end, risiedono solo temporaneamente nella memoria dei dispositivi coinvolti.

Non serve alcuna registrazione o numero di telefono; chi installa l’app entra subito nel network e può iniziare a inviare messaggi ai dispositivi vicini. Questo approccio garantisce una certa resilienza: in aree con censura o assenza di rete, Bitchat consente comunque lo scambio di informazioni. Il sistema si basa su un modello “store and forward”; ovvero, ogni dispositivo agisce come nodo che riceve, memorizza temporaneamente e inoltra i messaggi fino a raggiungere il destinatario.
Come funziona Bitchat:
La struttura di Bitchat si fonda su Bluetooth 5.0 e successivi e sfrutta la comunicazione mesh; quindi, ogni telefono con l’app installata diventa un nodo che può trasmettere dati a un altro nodo nel raggio di circa 10-30 metri. L’aggiunta di tecnologie come Wi-Fi Direct potrebbe espandere ulteriormente questo raggio, superando anche i 100 metri in ambienti favorevoli. La crittografia utilizzata per le conversazioni private combina X25519 per lo scambio chiavi e AES-256-GCM per la cifratura dei contenuti; nelle chat di gruppo si aggiungono algoritmi come Argon2id ed Ed25519.

Bitchat non memorizza i messaggi su cloud o server esterni. Ogni dispositivo conserva in RAM solo quelli ancora da recapitare. Se il destinatario non viene raggiunto entro una certa finestra temporale, il messaggio viene eliminato. Non c’è modo di recuperarlo. Questo schema riduce la tracciabilità e limita i rischi legati a violazioni della privacy. L’approccio non prevede neppure metadati associati alle conversazioni, rendendo complesso qualunque tipo di sorveglianza passiva o attacco centralizzato.
Utilità concreta di Bitchat
Bitchat trova applicazione soprattutto in contesti dove la libertà di comunicazione è limitata. In Paesi con forte censura oppure in scenari post-disastro, dove le infrastrutture di rete sono collassate, questa app diventa un canale di comunicazione critico. Il sistema non si presta a messaggistica in tempo reale. Tuttavia, permette lo scambio affidabile di dati testuali anche con ritardi di qualche minuto o ora.
Un’altra applicazione interessante riguarda gli eventi pubblici: manifestazioni, festival, blackout temporanei. In questi casi, una rete mesh spontanea creata dai presenti permette una comunicazione di prossimità, completamente scollegata da internet. Questo la rende anche utile a chi desidera condividere messaggi in modo discreto o anonimo, senza passare da server esterni.
L’efficacia dipende dalla densità di dispositivi attivi, un pò come la rete Find Hub: più telefoni con l’app installata, più solida e ampia diventa la rete mesh. In zone isolate, l’utilità si riduce, mentre in contesti urbani o durante raduni affollati, l’app raggiunge la massima efficienza.
Il codice è disponibile su GitHub e la comunità open source ha già iniziato a partecipare attivamente allo sviluppo. Dorsey non ha annunciato una roadmap ufficiale, ma è probabile che l’app verrà affinata nei prossimi mesi attraverso test su piccola scala, feedback diretti e sperimentazioni sul campo.
Una proposta radicale in un mondo ultra-connesso

In un mondo dominato da piattaforme centralizzate, notifiche push e cloud storage, Bitchat propone un modello inverso: niente server, niente backup, niente tracciamento. Questo lo rende un esperimento affascinante, ma anche una sfida aperta.
La sua forza è la semplicità: accendi il Bluetooth, installi l’app e inizi a comunicare con chi è vicino. La debolezza sta nella dipendenza da dispositivi compatibili e nella necessità di una rete densa per garantire lo scambio dei messaggi. Non è pensato per rimpiazzare le app di messaggistica classiche; piuttosto offre una via alternativa, autonoma, utile in contesti specifici dove le altre soluzioni falliscono.