La lunga battaglia legale tra Epic Games e Google sembra volgere al termine. Nel 2020, Epic Games aveva accusato Google di monopolizzare l’accesso alle applicazioni e gli acquisti in-app sui dispositivi Android. Durato fino al 2023, il processo si era concluso con una vittoria schiacciante per Epic. In seguito, il giudice Donato ha emesso un’ingiunzione che obbligava Google di aprire il Play Store ai negozi di app concorrenti; oltre a consentire metodi di pagamento alternativi. Tuttavia, la sentenza si applicava solo agli Stati Uniti e sarebbe durata appena tre anni. Google aveva tentato in tutti i modi di bloccare o almeno ritardare l’implementazione di queste misure.
Ora, le due parti hanno presentato congiuntamente al giudice James Donato un accordo di transazione. La proposta prevede riforme strutturali sia per il Google Play Store sia per l’intera architettura del sistema Android. Se approvato, l’accordo sostituirà l’ingiunzione precedentemente emessa dal tribunale con un quadro globale e duraturo fino al 2032.


Le nuove regole prevedono una riduzione delle commissioni applicate da Google. Si passa dal 15%-30% attuale a un massimo del 20% per acquisti in-app; e al 9% per quelli che non lo fanno (in-app). Inoltre, Google introdurrà un programma di “App Store Registrati” a partire dalla prossima versione di Android; permette a negozi alternativi di essere installati con un solo clic.
L’obiettivo dichiarato è di ripristinare la visione originale di Android come piattaforma aperta, in netto contrasto con il modello chiuso di Apple.
Commissioni più basse e libertà di scelta
Oltre a rendere più semplice l’installazione di store alternativi, l’accordo modifica anche il rapporto economico tra Google e gli sviluppatori. Il modello tariffario proposto separa esplicitamente la commissione di servizio dalla commissione per l’uso del sistema di pagamento Play Billing. In pratica, se un’azienda sceglie di usare un sistema di pagamento esterno, non dovrà pagare a Google alcuna tariffa sulle transazioni; a patto che il pagamento avvenga tramite quel metodo alternativo. La commissione per Play Billing, in caso venga comunque utilizzato, si ferma al 5%.
Per la prima volta, Google riconosce esplicitamente il diritto degli sviluppatori di indirizzare i clienti verso pagamenti esterni, anche tramite link web; oltre a offrire prezzi più convenienti fuori dal Play Store. La proposta prevede che Google possa riscuotere una commissione su acquisti effettuati sul sito dello sviluppatore; ma solo se il rimando avviene dall’app e il pagamento viene completato entro 24 ore.
Accordo tra Epic Games e Google: conclusioni
Se il giudice Donato approverà la proposta, il risultato sarà un Android più aperto, più flessibile e più rispettoso della scelta individuale. Tim Sweeney, CEO di Epic, ha definito la proposta “fantastica” perché “raddoppia sulla visione originale di Android come piattaforma aperta”.
Inoltre, l’accordo obbliga Google a smettere di pagare produttori di smartphone, carrier e grandi sviluppatori per garantirsi l’esclusività del Play Store; una pratica ritenuta anticoncorrenziale dalla giuria nel 2023. L’accordo si estende per quasi sette anni, offrendo stabilità al mercato e ai programmatori. Inoltre, se Google applica commissioni più basse e permette pagamenti esterni su scala globale, diventerà sempre più difficile per altre piattaforme giustificare tariffe simili a quelle del passato.
A differenza di Apple, che continua a resistere a qualsiasi apertura reale del suo App Store, Google sembra disposto a concedere spazio reale alla competizione; pur mantenendo meccanismi di sicurezza per evitare abusi. Tim Sweeney non ha perso l’occasione per sottolineare questo contrasto nella sua dichiarazione; l’accordo “è una soluzione completa, che contrasta con il modello di Apple che blocca tutti i negozi concorrenti e lascia i pagamenti come unico vettore per la concorrenza”.











