L’app di Google, inizialmente pensata per offrire assistenza generativa tramite linguaggio naturale, ha conosciuto un’accelerazione improvvisa grazie a Nano Banana. Dietro questo nome leggero si nasconde un motore di generazione di immagini AI che ha letteralmente scatenato una febbre creativa globale. Da metà settembre, Gemini si trova al primo posto tra le app gratuite su iOS, scalzando ChatGPT, finora punto di riferimento nel settore.
Chi ha provato Gemini 2.5 Flash Image, ovvero Nano Banana, lo descrive come uno strumento semplice; ma capace di risultati visivamente realistici e coinvolgenti. Una funzione che permette di modificare, generare e fondere immagini con una precisione sorprendente. La possibilità di creare figurine 3D, ritratti rétro o collage fotografici con celebrità ha conquistato l’immaginario collettivo.


A rendere tutto più virale ci hanno pensato i social, che hanno amplificato il fenomeno fino a farlo esplodere. Oltre 200 milioni di immagini generate in poche settimane e una crescita di oltre 10 milioni di nuovi iscritti per l’app.
Gemini Nano Banana: come si diffonde un trend
Fino ad agosto 2025, Gemini era una presenza stabile ma non dominante nel panorama delle app AI. La svolta arriva con il rilascio ufficiale della nuova versione del modello; chiamato formalmente 2.5 Flash Image. Il giorno prima della release, Gemini occupava la posizione numero 35 tra le app gratuite dell’App Store. Ventiquattro ore dopo, aveva già guadagnato sei posizioni. Ma è nelle settimane successive che il fenomeno esplode. Tra il 12 e il 17 settembre, l’app sale al primo posto sia su iOS che su Android.
Questa scalata è dovuta a un mix di accessibilità, originalità e qualità tecnica. Il modello riesce a mantenere coerenza nei soggetti anche in modifiche complesse, come nei volti o nelle pose. Inoltre, permette un’interazione diretta tramite prompt testuali. A differenza di altri strumenti che spesso risultano rigidi o poco intuitivi, Nano Banana sembra ascoltare.
Non è un caso che tra le creazioni più virali ci siano anche quelle più stravaganti. Scene fantasy in stile Ghibli, immagini glitch futuristiche e selfie iper-realistici con animali domestici generati da una semplice frase. In questo contesto, il pubblico ha percepito Gemini come qualcosa di più di un chatbot. Diventa uno spazio creativo aperto, in cui l’AI è complice dell’immaginazione.


Una sfida diretta a ChatGPT
Fino a pochi mesi fa, OpenAI, con ChatGPT, deteneva saldamente la leadership grazie a un modello linguistico potente e a un’ampia base installata. Tuttavia, il successo di Nano Banana cambia le carte in tavola. Secondo dati interni condivisi da Josh Woodward, vice president di Google Labs, Gemini ha registrato oltre 12 milioni di download solo nelle prime due settimane di settembre, superando gli 8,7 milioni di agosto. Una crescita del 45% in pochi giorni.
Ma non si tratta solo di numeri. Il sorpasso su ChatGPT ha un valore simbolico; indica una preferenza crescente verso un’IA capace di integrare testo e immagini in modo armonico. Questo tipo di IA sembra rispondere meglio a un pubblico che vuole vedere ciò che immagina. Gemini, quindi, non sostituisce ma espande il concetto di IA generativa.
Il successo dell’app si riflette anche in ambito finanziario. L’adozione massiccia del servizio spinge la capitalizzazione di Alphabet oltre i 3 trilioni di dollari, posizionando l’azienda accanto a colossi come Microsoft, Apple e Nvidia.
Gemini Nano Banana, l’IA creativa
Il caso Nano Banana suggerisce una trasformazione nell’uso dell’IA: da strumento di produttività a piattaforma espressiva. Gemini ha intercettato un bisogno emergente: la voglia di interagire con tecnologie che non si limitano a rispondere, ma partecipano attivamente al processo creativo.
Tuttavia, le classifiche dell’App Store cambiano spesso e il primo posto non è garantito per sempre. Ma l’impatto culturale dell’esperimento di Google resterà. Anche se Nano Banana dovesse perdere visibilità, ha dimostrato che la creatività collettiva può guidare l’evoluzione tecnologica.











