Canonical ha recentemente annunciato un importante cambiamento nella politica di selezione del kernel per le future versioni di Ubuntu. L’obiettivo è quello di fornire in Ubuntu le ultime funzionalità e il supporto hardware più aggiornato possibile, allineando maggiormente il ciclo di rilascio della distribuzione con quello del kernel Linux upstream.
Questa decisione rappresenta una svolta rispetto all’approccio conservativo adottato finora. Fino ad ora, infatti, le nuove versioni di Ubuntu includevano la versione stabile più recente del kernel Linux disponibile al momento del congelamento del kernel; circa due mesi prima del rilascio finale.
Questo poteva comportare l’inclusione di un kernel non proprio aggiornato al momento dell’uscita ufficiale della nuova release di Ubuntu. Con la nuova politica, invece, Ubuntu adotterà la versione più recente del kernel upstream disponibile alla data di congelamento stabilita; anche se ancora in fase Release Candidate. Si tratta di un cambiamento audace che permetterà però di avere kernel più aggiornati.
I dettagli della nuova politica sul kernel
La nuova politica di selezione del kernel per Ubuntu prevede diversi scenari e linee guida. Nel caso di un “Tight Release“, ovvero quando il kernel upstream è in fase RC4-6 al momento del Feature Freeze di Ubuntu, si procederà comunque con l’inclusione di tale versione.
Tuttavia, alcuni componenti dipendenti potrebbero non essere ancora pienamente funzionali al momento del rilascio. Per le versioni interim di Ubuntu, verrà preparato un “bridge kernel” basato sulla precedente versione stabile, da utilizzare in caso di problemi con componenti essenziali. Le versioni LTS, invece, non avranno un bridge kernel e gli aggiornamenti saranno disabilitati fino alla completa stabilizzazione.
Nel caso di un “Unstable Release”, quando il kernel upstream è ancora in una fase molto preliminare (RC1-3 o merge window aperta), verrà fornito un kernel con supporto minimo. In questo scenario non ci saranno SRU (Stable Release Updates) standard e i kernel varianti non saranno rilasciati fino alla stabilizzazione del kernel base. I componenti dipendenti potrebbero non essere disponibili fino alla stabilizzazione e il supporto sarà fornito su base “best-effort”.
Vantaggi per la comunità Ubuntu
Questa nuova politica avrà un impatto significativo sulla comunità Ubuntu e sui produttori hardware. Permetterà infatti di avere accesso più rapidamente alle ultime funzionalità e al supporto per l’hardware più recente.
I produttori di componenti e dispositivi (OEM) potranno contare su un allineamento più stretto tra il supporto del kernel upstream e quello di Ubuntu. Ciò dovrebbe facilitare lo sviluppo e l’integrazione di driver e funzionalità specifiche per nuovi prodotti.
D’altra parte, questa strategia più aggressiva comporta anche alcuni rischi in termini di stabilità; soprattutto nelle prime fasi dopo il rilascio di una nuova versione. Per mitigare questi rischi, Canonical ha previsto periodi di stabilizzazione e meccanismi come il bridge kernel per le versioni interim.
È importante sottolineare che questa politica si applicherà a tutte le future versioni di Ubuntu, sia LTS che interim. Il team Canonical Kernel Team (CKT) sarà in grado di annunciare la versione del kernel per una prossima release con maggiore anticipo rispetto al passato. Tuttavia, a causa della natura disaccoppiata dei cicli di rilascio di Ubuntu e del kernel upstream, sarà possibile annunciare solo la versione per la prossima release imminente, non per quelle successive.
Kernel Ubuntu : conclusioni
La nuova politica di selezione del kernel per Ubuntu rappresenta un cambiamento audace e significativo. L’obiettivo è bilanciare l’innovazione con l’affidabilità, offrendo agli utenti di Ubuntu un sistema operativo sempre all’avanguardia.
Offrirà vantaggi in termini di accesso alle ultime funzionalità e supporto hardware. Tuttavia, richiederà una gestione attenta del processo di stabilizzazione. Il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità del team Canonical di bilanciare innovazione e stabilità.
La comunità Ubuntu dovrà essere preparata a possibili problemi iniziali con le nuove release. Nel complesso, questa mossa dimostra l’impegno di Canonical nel tentare di mantenere Ubuntu all’avanguardia rispetto altre distro Linux.