Il supporto a Rust nel kernel Linux non è più un’idea in fase di prova. Miguel Ojeda, sviluppatore principale del progetto Rust for Linux, ha ufficialmente annunciato la fine dell’“esperimento” con un patch inviato alla mailing list del kernel. La decisione arriva dopo anni di valutazioni tecniche, discussioni tra manutentori e prove sul campo.
Già dalla versione 6.1, rilasciata a dicembre 2022, Rust era stato integrato nel mainline del kernel; ma sempre con la chiara etichetta di “sperimentale”. Ora, la dicitura viene rimossa confermando che il linguaggio è considerato stabile e affidabile per l’uso nel nucleo del sistema. Il progetto nasceva con l’obiettivo di migliorare la sicurezza della memoria, un tallone d’Achille storico del codice scritto in C. Ha dimostrato, inoltre, di poter coesistere con l’infrastruttura esistente senza comprometterne la filosofia o l’efficienza.


Cosa cambia
Anche se l’esperimento è dichiarato concluso, non tutto è perfetto. Rust non funziona ancora su ogni configurazione del kernel, né su tutte le architetture supportate da Linux. L’integrazione con toolchain miste, come quelle che combinano GCC e LLVM, rimane ancora un campo in evoluzione. Tuttavia, sono nate astrazioni kernel-specifiche in Rust, sviluppati nuovi driver, e il supporto strumentale migliora costantemente.
Uno dei progetti più attesi è il driver Nova; scritto interamente in Rust è pensato per ottimizzare il supporto alle GPU moderne di NVIDIA su sistemi Linux open source. Il linguaggio non sostituirà C nel breve termine; ma offrirà un’alternativa per nuove componenti dove la sicurezza è prioritaria. Rust introduce garanzie a tempo di compilazione che C non può offrire. Gestisce la memoria senza garbage collector, evita il null pointer dereference e blocca molte classi di bug che affliggono da decenni il kernel. Ciò non elimina la necessità di attenzione e competenza; ma sposta il carico dal runtime al momento dello sviluppo, dove gli errori sono più facili da correggere.
Il kernel stesso, con la sua complessità e le sue esigenze di performance estreme, diventa un banco di prova per Rust stesso; spinge il linguaggio a migliorare in scenari embedded e a basso livello. La collaborazione tra il team del kernel, i manutentori di Rust, e i contributori di GCC o LLVM è diventata fondamentale.
Rust stabile nel kernel Linux: conclusioni
La dichiarazione di fine esperimento segna l’inizio di una nuova fase operativa. Il kernel Linux, dopo oltre trent’anni scritto quasi esclusivamente in C, apre finalmente le porte a un linguaggio moderno, senza stravolgere la sua filosofia né la sua architettura. Miguel Ojeda sottolinea con gratitudine il ruolo di centinaia di sviluppatori, manutentori e progetti esterni che hanno reso possibile questo traguardo; eppure, sa bene che il lavoro è ancora lungo. L’obiettivo è costruire, modulo per modulo, un’alternativa sicura per le nuove funzionalità.
Anche la comunità Linux dimostra la sua capacità di adattarsi senza perdere identità. Il kernel Linux non cambia, ma il suo futuro sarà scritto, almeno in parte, in un linguaggio che promette maggiore sicurezza senza sacrificare prestazioni.










