Meta (precedentemente Facebook) ha respinto fermamente le gravi accuse secondo cui avrebbe consentito a Netflix di accedere ai messaggi privati degli utenti di Facebook. Queste accuse sono emerse da documenti del tribunale disponibili online e depositati nell’ambito di una causa antitrust intentata contro Meta da parte di due cittadini statunitensi, Maximilian Klein e Sarah Grabert.
L’accusa contro Meta e Netflix
Klein e Grabert affermano nel documento di accusa che Facebook e Netflix condividevano un “accesso personalizzato” ai dati degli utenti, che la società di streaming utilizzava per personalizzare meglio i contenuti per i propri utenti.
I documenti della causa sostengono che Netflix aveva accesso all’API delle Inbox di Facebook, la quale consentiva all’azienda di streaming “l’accesso programmatico alle caselle di messaggistica privata degli utenti di Facebook“. In cambio di questo accesso privilegiato, si afferma che Netflix avrebbe fornito a Facebook rapporti quindicinali dettagliati su come gli utenti interagivano con le raccomandazioni di contenuti di Netflix sulla piattaforma social, inclusi dati su quante volte inviavano raccomandazioni ad altri e quanti clic ricevevano questi suggerimenti.
Secondo quanto riportato nella causa, le due società di punta della Silicon Valley avevano una sorta di “relazione speciale” che risaliva al 2011, quando l’allora CEO di Netflix Reed Hastings faceva parte del consiglio di amministrazione di Facebook. I documenti suggeriscono che questa relazione personale tra Hastings e il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg abbia svolto un ruolo chiave nell’accordo che avrebbe concesso a Netflix l’accesso ai messaggi privati degli utenti.
Un rapporto ”speciale”
Il documento sostiene anche che il rapporto tra Netflix e Facebook fosse “talmente speciale” che Facebook ha addirittura ridotto le spese (maggio 2018) al suo servizio video Facebook Watch per evitare competizioni con Netflix, uno dei suoi maggiori inserzionisti.
Secondo il documento, nel 2015 Netflix ha speso 40 milioni di dollari in annunci su Facebook e consentiva l’utilizzo dei dati degli utenti di Netflix per il targeting e l’ottimizzazione degli annunci di Facebook. Nel 2017, Netflix ha speso altri 150 milioni di dollari in annunci su Facebook.
Netflix e Facebook hanno mantenuto uno stretto rapporto, con l’allora CEO di Netflix Reed Hastings (e membro del consiglio di Facebook fino ad aprile 2019) che aveva comunicazioni dirette con i dirigenti di Facebook (Meta), tra cui il CEO Mark Zuckerberg, il COO Sheryl Sandberg, il vicepresidente delle comunicazioni Elliot Schrage e il CTO Andrew Bosworth.
La replica di Meta
Tuttavia, Andy Stone, il direttore delle comunicazioni di Meta (la società madre di Facebook), ieri ha smentito categoricamente queste affermazioni, definendole “sconcertantemente false” in un post su 𝕏 (ex Twitter). Stone ha spiegato che l’accordo tra le due aziende consentiva semplicemente agli utenti di messaggiare i propri amici su Facebook riguardo a ciò che stavano guardando su Netflix, direttamente dall’app di Netflix, una pratica comune nel settore tecnologico.
Stone ha ribadito con fermezza che Meta “non ha condiviso i messaggi privati delle persone con Netflix“. Ha sottolineato che l’accordo API non dava a Netflix la possibilità di leggere effettivamente i messaggi privati degli utenti, ma consentiva solo la condivisione di contenuti da Netflix all’interno di Facebook Messenger.
Conclusione
Mentre le motivazioni esatte dietro questa stretta collaborazione tra le due aziende leader della Silicon Valley rimangono oscure, Meta insiste sul fatto che le pratiche di condivisione di dati con Netflix rientravano negli standard del settore e non implicavano in alcun modo la violazione della privacy degli utenti o l’accesso non autorizzato ai loro messaggi privati.
La risposta decisa di Meta sembra voler placare le preoccupazioni sollevate dai documenti della causa antitrust riguardo a potenziali violazioni della privacy e pratiche anticoncorrenziali. Tuttavia, rimangono ancora domande e dubbi su quanto fossero approfondite le integrazioni tra le piattaforme di Meta e Netflix e su quanto la loro “relazione speciale” abbia influenzato le decisioni e pratiche aziendali.