Ti piacerebbe avere un videogioco gratis? Epic Games Store ogni settimana ti regala uno dei suoi giochi in catalogo; dal 28 agosto a partire dalle ore 17:00 fino alle ore 17:00 del 4 settembre 2025, Epic ti regala il gioco Machinarium . Il gioco è in vendita a € 19.99, ma per questa settimana puoi averlo gratis per sempre. Per questa settimana anche la versione Android del gioco Machinarium è gratis, la puoi scaricare tramite l’app Epic Games Store.

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Machinarium: un gioiello steampunk tra enigmi e poesia
Ci sono giochi che ti strappano l’applauso con effetti speciali e gameplay esplosivo. E poi ci sono quelli che ti entrano dentro in punta di piedi. Il pluripremiato indie Machinarium è uno di questi. Sviluppato dallo studio ceco Amanita Design, questo titolo è stato rilasciato per la prima volta nel 2009 su PC, per poi approdare negli anni successivi su praticamente tutte le piattaforme, fino alla versione Xbox One del 2020. Si tratta di un’avventura grafica punta-e-clicca, ma sarebbe riduttivo fermarsi a questa definizione.
Con il suo stile steampunk disegnato a mano e una colonna sonora che accarezza l’anima, Machinarium ti porta in un mondo fatto di ruggine, sogni, piccoli robot testardi e puzzle che ti spremono il cervello. È una favola meccanica, raccontata senza parole, solo con immagini, suoni e tantissima cura.
Il protagonista, Josef, è un robottino abbandonato in una discarica ai margini di una città in rovina. Il suo obiettivo? Raggiungere la città di Machinarium, salvare la sua fidanzata robot e fermare una banda di criminali noti come la Black Cap Brotherhood. Ma fidati, dietro questa premessa semplice si nasconde un viaggio emotivo, ricco di poesia e momenti da ricordare.

Una favola di metallo e sentimento
La trama di Machinarium non ti viene mai sbattuta in faccia con lunghi dialoghi o cutscene. Anzi, non ci sono parole. Nessun personaggio pronuncia una sola sillaba, eppure si capisce tutto. La struttura è simile a un libro illustrato interattivo. Parti da una periferia abbandonata, entri nella città, esplori diversi quartieri, fino ad arrivare al cuore della storia. Alcune zone, come la piazza con la banda musicale o la prigione, rimangono impresse per atmosfera e creatività.
La narrazione è affidata a piccole vignette animate, che compaiono come fumetti nella testa dei personaggi. Questi pensieri illustrano i loro ricordi, i desideri, le paure. Ti mostrano Josef bullizzato da altri robot, ti raccontano l’amore per la sua compagna e ti fanno intuire il pericolo che incombe sulla città. Ogni scena è un piccolo tassello di una storia più grande, che si ricompone lentamente man mano che risolvi puzzle e avanzi.

E nonostante l’assenza di parole, Machinarium riesce a farti affezionare. Ti ritrovi a sorridere per un pensiero tenero, a provare rabbia per un torto subito, a desiderare di aiutare chi incroci lungo il cammino. C’è un poliziotto gigante con un coniglietto meccanico rotto; una banda jazz di robot che ha perso gli strumenti. Ci sono piccole storie nelle storie, tutte raccontate con tanta delicatezza.
Alla fine non ti ricorderai solo dei puzzle, ma dei momenti. Dei sogni malinconici di Josef. Dell’inquietudine delle periferie arrugginite. Della tenerezza che emerge da un mondo fatto di ingranaggi.
Machinarium: un puzzle da amare (e a volte odiare)
Machinarium è un punta-e-clicca puro. Ogni schermata è un piccolo mondo da esplorare, in cui devi raccogliere oggetti, combinarli e usarli nel modo corretto per superare ostacoli. Fin qui nulla di nuovo. Ma la bellezza sta nei dettagli. Josef può allungarsi o accorciarsi per raggiungere leve, entrare in spazi stretti o interagire con oggetti fuori portata. Questa semplice meccanica aggiunge una dimensione in più agli enigmi. A volte ti fa sentire un genio. Altre volte… beh, preparati a scervellarti per minuti interi.
I puzzle sono vari e creativi. Alcuni sono classici enigmi logici, altri somigliano a minigiochi: rompicapo a scorrimento, giochi alla Connect 4, arcade in stile anni ’80. A volte risolvere un puzzle richiede semplicemente osservazione. Altre volte, tanta pazienza e pensiero laterale.

E quando ti blocchi (capita, fidati), Machinarium non ti lascia solo. Hai due opzioni: una piccola vignetta con un indizio generico, oppure un intero walkthrough illustrato che si sblocca dopo aver completato un minigioco sparatutto. Una soluzione elegante per non rovinare la sfida, ma anche per evitare di lanciare il computer dalla finestra.
In tutto questo, il gioco non è mai punitivo. Non puoi morire, non puoi rimanere bloccato in modo definitivo. Sei libero di esplorare, sbagliare, e riprovare con calma. E magari con una tazza di tè accanto.
Grafica e colonna sonora: poesia disegnata a mano
Qui arriviamo al cuore pulsante di Machinarium: la sua bellezza. Ogni schermata è disegnata a mano, con uno stile steampunk decadente che mischia ruggine, tubi, cieli spenti e architetture sgangherate. Ma non è mai triste. C’è sempre un tocco di vita, una risata nascosta, un dettaglio buffo che spunta tra le ombre.
Jakub Dvorský, il direttore artistico, ha creato un mondo unico. Non è realistico, ma credibile. Ogni edificio, ogni oggetto ha una storia. Persino le animazioni, tutte frame-by-frame, sono piene di personalità. Josef si gratta la testa, sbuffa, si allunga come un elastico. Ogni gesto è studiato per raccontare. E poi c’è la musica di Tomáš Dvořák, in arte Floex. Una colonna sonora ambient, malinconica ma mai deprimente. Ogni traccia accompagna le scene con delicatezza, creando un’atmosfera onirica e intima. Ci sono momenti in cui ti fermi solo per ascoltare. Davvero.
I suoni di sottofondo, i ronzii, i cigolii, le piccole sinfonie meccaniche… tutto contribuisce a rendere Machinarium una vera esperienza sensoriale.

Machinarium: perché provarlo
Non aspettarti un mondo aperto o mille finali alternativi. Machinarium è un gioco lineare, con un solo percorso narrativo e un’unica conclusione. Ma non per questo è povero. Ogni schermata è curata nei minimi dettagli, e ogni puzzle si incastra nel successivo con logica e naturalezza. Non ci sono missioni secondarie, ma ogni enigma che risolvi spesso coinvolge più di una scena, creando un senso di progressione fluido. Il ritmo è pacato, non ci sono timer o missioni a tempo. Sei tu, Josef e una città che aspetta solo di essere scoperta pezzo dopo pezzo. In un certo senso, Machinarium è più simile a un viaggio che a una classica partita.
Il suo punto forte non è solo nei puzzle (anche se ce ne sono di geniali), ma nella cura. Ogni pixel, ogni suono, ogni animazione è pensata per raccontare una storia che parla di amore, di ingegno, di solitudine e di speranza. Lo consiglio a chi ama i giochi che si prendono il loro tempo. A chi apprezza l’arte nei videogiochi, e anche a chi, ogni tanto, ha voglia di perdersi in un mondo dove anche un piccolo robot può cambiare le cose. Se ti piace il genere, è un must. Se non conosci il genere, potrebbe sorprenderti.
Buon divertimento con questo altro rilascio gratuito! Il gioco al momento supporta la lingua italiana per l’interfaccia .
Machinarium
Hardware consigliato
Per giocare a Machinarium in FHD (1080p) è sufficiente una GPU entry level come la AMD Radeon RX 7600 🧺 oppure la Nvidia GeForce RTX 4060 🧺. Può essere giocato in 1080p con settings moderati anche da processori con GPU integrata come l ’AMD Ryzen 8700G (su socket AM5) o qualsiasi minipc con GPU integrata come il Geekom AE8, il GMKtec NucBox K11 o il potente Beelink SER9.
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