La causa tra Epic Games e Google, iniziata nel 2020, sta arrivando ad una fase cruciale con il verdetto finale atteso il prossimo dicembre. Le due società si confrontano in tribunale per determinare se Google abbia un monopolio illegale sul Play Store di Android.
Epic Games e Google
Tutto è iniziato nel 2020 quando Epic Games ha tentato di aggirare le commissioni del 30% richieste da Google per le transazioni in-app all’interno del Play Store. Epic ha inserito un sistema di pagamento diretto all’interno del gioco Fortnite per acquistare i V-Bucks, la valuta digitale di Fortnite.
In seguito a questa decisione di inserire pagamenti all’interno del gioco da parte di Epic Games, Google ha rimosso Fortnite dal Play Store.
In seguito a questi eventi, Epic Games ha portato in tribunale non solo Google ma anche Apple. Entrambe le società sono state accusate da Epic Games di avere monopoli illegali con i loro app store, di soffocare la concorrenza e di addebitare commissioni elevate sugli acquisti in-app, per i quali non esistono alternative.
La causa contro Apple si è chiusa, ed è stata in parte vinta da Apple. Epic comunque non ha ancora rinunciato alla lotta contro Apple. Il produttore del gioco Fortnite ha chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti, la più alta corte degli Stati Uniti, di occuparsi del caso. La Corte Suprema non è obbligata ad occuparsi effettivamente di questo caso. Se ciò dovesse accadere, la Corte Suprema è l’unico tribunale in America che può emettere una sentenza vincolante e non appellabile.
Intanto l’accusa contro Google ha impiegato più tempo. Il 6 Novembre scorso Google è dovuta comparire davanti a un tribunale federale, 1.180 giorni dopo la presentazione della causa.
Processo Epic Games : cosa è emerso finora
Durante il processo sono emersi molti dettagli interessanti sulle strategie di business di Google:
- Google ha guadagnato circa 8 miliardi di dollari dalle commissioni del Play Store solo nel 2019. Si tratta di una cifra enorme che dimostra l’impatto di queste commissioni.
- Google ha pagato grandi società come Activision Blizzard e Ubisoft milioni di dollari per portare i loro giochi sul Play Store.
- Google ha impedito ai produttori di smartphone di creare dispositivi Android senza Play Store preinstallato. Anche questa imposizione accentra il potere nelle mani di Google.
- Google e Apple hanno stretto un accordo per non farsi concorrenza l’un l’altra sugli store di app. Un patto che rafforza il duopolio dei due colossi.
Un rapporto di Google del 2019 suggeriva che Epic potrebbe eventualmente creare il proprio app store Android (dal momento che su Android è permesso il sideloading delle app). In seguito, Epic Games potrebbere stringere accordi con i produttori di telefoni per preinstallare tale store sugli smartphone Android.
Secondo quanto riportato da The Verge, in seguito a questa possibilità, Google ha offerto a Epic Games 147 milioni di dollari per rendere Fortnite disponibile tramite il Play Store ma Epic non accettò. L’accordo previsto doveva impedire un app store alternativo per Android di successo, che avrebbe messo in pericolo il fatturato del Play Store di Google.
Le motivazioni delle due parti
Google ha sottolineato che la concorrenza tra gli app store su Android e altri sistemi operativi è sana e che l’azienda ha implementato programmi volti a sostenere e incentivare gli sviluppatori. Sostiene anche di competere con altri app store Android, citando esempi come il Galaxy Store preinstallato su telefoni Samsung. Quindi per questo motivo secondo Google non esisterebbe un monopolio.
Le commissioni applicate sugli acquisti in-app sono ritenute da Google come giustificate dai servizi che offre agli sviluppatori. Invece Epic sostiene che queste commissioni costituiscano un monopolio illegale, dal momento che gli sviluppatori non hanno altra scelta se non passare dal Play Store per raggiungere gli utenti Android.
Il processo in corso tra Google ed Epic Games continua a rivelare dettagli intriganti, tra cui conversazioni interne e controversie sulla conservazione dei messaggi. Secondo quanto riportato da The Verge, Margaret Lam, responsabile della piattaforma e dell’ecosistema di Google, avrebbe richiesto ripetutamente al suo staff di disattivare la cronologia delle chat interne, menzionando la sensibilità legale della situazione.
Per il momento il tribunale ha già deciso che Google sarà punita per non aver conservato adeguatamente le prove potenziali, ma la natura di questa punizione non è ancora chiara.
Conclusione
La causa tra Epic Games e Google sta mettendo in luce molte delle pratiche discutibili utilizzate da Google per difendere la propria posizione dominante.
Se Epic dovesse vincere la causa, Google potrebbe essere costretta a ridurre le commissioni del Play Store e a consentire l’uso di sistemi di pagamento alternativi senza ritorsioni. La decisione del tribunale potrebbe rivoluzionare l’ecosistema Android così come lo conosciamo oggi. Potremmo assistere alla fine del monopolio di Google e all’apertura del mercato.
Il verdetto finale rimane incerto, ma il processo evidenzia le complesse dinamiche del settore degli app store e del mondo delle grandi aziende tecnologiche. La sentenza attesa a dicembre potrebbe influenzare il futuro delle relazioni tra gli sviluppatori e le piattaforme di distribuzione digitale.