Kaisen Linux 3.0 arriva come un colpo di scena per le distribuzioni professionali. Non solo è la release più completa mai pubblicata dal progetto; ma coincide anche con l’annuncio della sua chiusura definitiva. Kevin Chevreuil, creatore e unico sviluppatore del progetto, ha annunciato che questo sarà l’ultimo rilascio ufficiale. Dopo sei anni di aggiornamenti costanti e supporto appassionato, il tempo è arrivato per lui di dedicarsi a nuovi percorsi personali e professionali.
La decisione non è stata presa a cuor leggero. Chevreuil ha dichiarato che continuerà comunque a offrire aggiornamenti di sicurezza per i prossimi due anni. Questo periodo ponte serve a chi ha adottato Kaisen Linux per ambientarsi su altri sistemi operativi.

Kaisen è stato concepito per essere live-first; ovvero, un sistema operativo da avviare direttamente da USB, configurato e pronto all’uso. Con la versione 3.0, Kaisen Linux si è allineato a Debian 13 “Trixie”, include un kernel Linux 6.12 e una serie di strumenti rinnovati. Ma la vera sorpresa è il cambio d’identità grafica: l’iconico drago lascia spazio a un’aragosta, simbolo scelto per richiamare uno dei significati giapponesi della parola “kaisen”. Non solo una distribuzione tecnica, ma anche un progetto con personalità forte e precisa, che chiude nel rispetto del suo stile.
Kaisen Linux 3.0: tra KDE 6, snapshot rapidi e strumenti DevOps
La release 3.0 è un concentrato di aggiornamenti pensati per chi lavora in ambito IT. A partire dalla nuova interfaccia predefinita: KDE Plasma 6. Il display manager ora è SDDM, che ha sostituito LightDM grazie alle nuove opzioni di personalizzazione disponibili proprio in KDE 6. Anche XFCE viene aggiornato alla versione 4.20, offrendo alternative più leggere ma sempre stabili.
Tra le tante novità spicca la possibilità di ripristinare lo snapshot di sistema con un solo comando: sudo kaisen-timeshift-fast-restore
. Questa funzionalità sfrutta le capacità di BTRFS e rende il rollback a una versione stabile un’operazione semplice e veloce. Inoltre, la partizione automatica ora separa solo /
e /home
per evitare conflitti con le snapshot; è ancora possibile configurare manualmente lo schema di partizione.
La suite di strumenti inclusi abbraccia tutto il mondo DevOps: da Kubernetes 1.33.3 a Docker 26.1, passando per Terraform, Helm, Trivy, Vault e Minikube. Aggiornamenti importanti anche per VirtualBox, GNS3, Packer, Argo-CD, Tekton-CLI e molti altri. Per migliorare la visibilità in terminale, vengono aggiunti quattro profili colore attivabili con scorciatoie da tastiera. Gli alias di comandi comuni come ip
vengono migliorati per includere la visualizzazione colorata.
Infine, il nuovo comando kaisen-snapshot
funge da wrapper per Timeshift e semplifica la creazione di backup quotidiani. Questo affianca una documentazione aggiornata, oltre 1700 pagine man disponibili in un’unica interfaccia centralizzata; e un forum attivo per la segnalazione di bug. Il supporto a ZFS viene reso completo, inclusa la compatibilità con i moduli del kernel.
Il progetto Kaisen Linux e la sua comunità globale
Kaisen Linux è stato portato avanti da una singola persona, Kevin Chevreuil, per sei lunghi anni. Un’impresa rara, soprattutto considerando la complessità di una distribuzione pensata per ambienti professionali. In questi anni, Chevreuil ha curato ogni dettaglio: dagli aggiornamenti dei pacchetti all’interfaccia grafica, fino alla gestione del sito ufficiale, del forum e del canale Discord. Un lavoro titanico fatto con passione.
Il progetto ha saputo attrarre una comunità globale, anche se ristretta. Tecnici di tutto il mondo hanno usato Kaisen per operazioni di manutenzione, diagnostica e anche formazione. L’approccio è sempre stato chiaro: uno strumento da usare in modo efficace, con tutte le utility già a bordo. Niente installazioni post-avvio, niente configurazioni dispersive.

Perché vale ancora la pena provarlo
Anche se Kaisen Linux 3.0 segna la fine di un ciclo, vale ancora la pena scoprirlo. Per chi lavora nel mondo dell’IT, è un’occasione per avere tra le mani una toolbox pronta all’uso, aggiornata e stabile. Le immagini ISO sono ancora disponibili nei formati KDE, MATE e XFCE. Ogni versione include tutto ciò che serve per partire subito: dallo scripting alla virtualizzazione, dalla diagnostica di rete ai test di performance.
Il supporto fino al 2027 consente di usarlo senza ansie, almeno per i prossimi due anni. E proprio questa finestra temporale offre l’opportunità di capire come una distribuzione possa essere costruita con cura, anche da una sola persona.