Il telescopio James Webb ci svela nuovamente immagini affascinanti sulla Costellazione della Lira, più precisamente sulla Nebulosa dell’Anello, una delle nebulose più studiate e osservate nel cielo notturno.
L’osservata speciale: la Nebulosa dell’Anello
La Nebulosa dell’Anello è una nebulosa planetaria* situata nella Costellazione della Lira. Le immagini originali di Hubble avevano catturato la stella morente quasi un decennio fa. Ora, una nuova immagine del telescopio James Webb mostra la famosa nebulosa in un dettaglio che gli astronomi non avevano mai visto prima.
La Nebulosa dell’Anello ha un’età stimata tra i 6.000 e gli 8.000 anni e si trova a circa 2.300 anni luce di distanza dalla Terra, il che la rende visibile con un telescopio amatoriale di media potenza e, in condizioni ottimali di osservazione, appare come un anello verde-azzurro intenso. La nebulosa ha un diametro apparente di circa 1 anno luce. La regione interna brillante è larga circa mezzo anno luce. Il suo aspetto distintivo, che ricorda sorprendentemente un occhio, l’ha resa un obiettivo popolare per astrofotografi e astronomi.
Una nebulosa si forma quando l’involucro esterno di una stella di piccole dimensioni, simile al nostro Sole, viene espulso alla fine della sua vita. Ciò che rimane è il nucleo residuo, una nana bianca, e gli strati esterni espulsi durante l’esplosione e che si sono dispersi nello spazio formando l’anello che vediamo oggi. Questo anello appare luminoso grazie alla radiazione ultravioletta emessa dalla nana bianca al centro della nebulosa, che ionizza il gas circostante, facendolo brillare. Il colore verde-azzurro dell’anello rivela la presenza di atomi di ossigeno e azoto ionizzati all’interno della nebulosa.
Gli spettri di luce provenienti dalla Nebulosa dell’Anello rivelano la presenza di diversi elementi chimici. Tra questi vi sono idrogeno, elio, ossigeno, azoto e tracce di altri elementi. Questa composizione chimica è il risultato delle reazioni nucleari avvenute all’interno della stella madre prima della sua esplosione.
Gli strumenti all’avanguardia del telescopio James Webb
A differenza del predecessore Hubble, il telescopio spaziale James Webb è dotato di una serie di strumenti scientifici all’avanguardia che consentono osservazioni dettagliate in diverse lunghezze d’onda. Gli strumenti includono la Near Infrared Camera (NIRCam) per osservazioni nel vicino infrarosso, la Mid-Infrared Instrument (MIRI) per il medio infrarosso, e la Fine Guidance Sensor/Near InfraRed Imager and Slitless Spectrograph (FGS/NIRISS) per guidare il telescopio e condurre osservazioni scientifiche simultanee. Questi strumenti lo rendono fondamentale per lo studio di galassie e nebulose lontane perché può vedere attraverso le nuvole di polvere che normalmente oscurerebbero la luce visibile.
L’immagine catturata dal telescopio James Webb è stata ottenuta grazie alla camera NIRCam, che si concentra sul infrarosso. I dettagli sono notevolmente superiori a quelli ottenuti dal telescopio Hubble, consentendo agli scienziati di acquisire una comprensione più approfondita di questo fenomeno e di scoprire elementi mai visti prima. Nonostante la Costellazione della Lira sia relativamente giovane a scala cosmica, essendo presumibilmente nata circa 8.000 anni fa, lo spettacolo che offre è tutt’altro che meno straordinario. La sua scoperta risale al lontano 1779 ad opera dell’astronomo francese Charles Messier.
Lanciato nel dicembre 2021 tramite un razzo Ariane 5 dal Centro Spaziale di Kourou nella Guyana Francese, il telescopio James Webb è destinato a rimanere attivo fino al 2040. Durante questo periodo, ci si attende che continui a svelare segreti e meraviglie dell’universo, ampliando la nostra conoscenza dell’infinito spazio cosmico.
Gli astronomi sperano di studiare ulteriormente la Nebulosa Anello nella speranza che possa far luce sulla chimica cosmica che rende possibile la vita nell’universo.
*Nebulosa Planetaria: contrariamente a quanto il nome potrebbe suggerire, le nebulose planetarie non hanno nulla a che fare con i pianeti. Il termine “planetario” è stato coniato da astronomi del passato poiché queste nebulose apparivano simili a piccoli dischi visti attraverso i primi telescopi, e venivano erroneamente associati ai pianeti.
Per chi è appassionato, raccomandiamo due modelli di telescopio professionale:
Svbony SV503
- apertura obiettivo 80 mm
- lunghezza focale 560 mm
- vetro ED acromatico
- rivestimento a banda ultra larga (FMC)
Telescopio GATERDA
- apertura obiettivo 80 mm
- lunghezza focale 560 mm
- vetro ED acromatico
- rivestimento a banda ultra larga (FMC)