Come riportato da Bloomberg, negli ultimi mesi il panorama dei contratti tecnologici ha subito una trasformazione che supera di gran lunga quanto avveniva nel passato. Al centro di queste trattative troviamo OpenAI, l’azienda dietro ChatGPT, che ha recentemente siglato contratti per un valore complessivo di circa 1 trilione di dollari (1000 miliardi di dollari) con giganti come Nvidia, AMD, Oracle e CoreWeave.


Questi accordi, definiti deal circolari in gergo finanziario, legano indissolubilmente le sorti delle principali aziende tecnologiche. Un circular deal è un accordo in cui due o più società scambiano risorse finanziarie e tecniche in modo tale che il denaro ritorna indietro verso l’inizio della catena. Questo ciclo crea una sorta di circolo, virtuoso o vizioso a seconda della prospettiva, in cui il denaro fluisce continuamente tra le stesse entità, gonfiando artificialmente i ricavi e le valutazioni di mercato.
Questi investimenti miliardari inevitabilmente sollevano interrogativi. Da una parte la sostenibilità del boom dell’AI; da un’altra la possibilità che stiamo assistendo alla formazione di una bolla speculativa paragonabile a quella delle dot-com dei primi anni 2000. Chi segue i mercati azionari sa che la dipendenza reciproca può amplificare sia i guadagni sia le perdite. La pressione sui bilanci aziendali aumenta, così come la vulnerabilità a eventuali rallentamenti della domanda di intelligenza artificiale.
La comprensione di questi meccanismi è fondamentale per evitare di sovrastimare la salute finanziaria di una compagnia basandosi esclusivamente sui dati di mercato immediati. E’ fondamentale distinguere tra crescita organica di un’azienda e crescita alimentata solo da accordi circolari per valutare la solidità di un investimento.
Deal circolari che alimentano la stessa domanda
Il patto più citato è quello tra Nvidia e OpenAI; dove Nvidia promette fino a 100 miliardi di dollari di investimento. In cambio, OpenAI si impegna a comprare una quantità di chip che, secondo le stime interne, richiederà più di 10 gigawatt di potenza elettrica. Questa cifra equivale alla produzione di energia di cinque grandi centrali nucleari.
Queste operazioni non sono semplici forniture di hardware; coinvolgono investimenti diretti, warrant su azioni e strutture di finanziamento incrociate. Il risultato è una rete di flussi di capitale che ritorna più volte verso gli stessi attori.
Un meccanismo simile si ritrova nell’intesa con AMD; l’azienda fornirà chip ad OpenAI in cambio di warrant che consentiranno alla società di acquistare fino al 10% delle azioni AMD a un prezzo simbolico di un centesimo per azione. Queste operazioni finanziarie circolari stanno già producendo effetti tangibili sui mercati azionari; il valore di Oracle è salito di 244 miliardi di dollari dopo l’annuncio dell’accordo. Anche le azioni AMD sono aumentate di quasi il 24% in un solo giorno.


Per gli investitori, la questione centrale è capire se la crescita delle aziende coinvolte sarà sostenuta da una domanda globale di AI; o se sarà spinta principalmente da un unico cliente (OpenAI) con un modello di finanziamento circolare.
AMD, CoreWeave e Oracle: un intreccio di interessi con OpenAI
Accanto al duo Nvidia‑OpenAI, AMD ha siglato un accordo che prevede la concessione di warrant per l’acquisto di azioni a prezzo simbolico; oltre alla fornitura di chip per OpenAI. CoreWeave, invece, riceve finanziamenti da Nvidia e allo stesso tempo vende capacità di cloud computing a OpenAI, creando un ulteriore nodo nella rete.
Anche Oracle entra nella scena con un contratto da 300 miliardi di dollari per la costruzione di data center alimentati da chip Nvidia; la società, però, acquista anche servizi di consulenza da OpenAI.
In seguito a queste trattative, da un lato si crea un enorme flusso di capitale azionario che può gonfiare valutazioni non giustificate da utili concreti; dall’altro, la dipendenza reciproca rende il sistema fragile a qualsiasi cambiamento di strategia da parte di uno dei protagonisti.
La situazione finanziaria di OpenAI
Attualmente OpenAI non è un’azienda sana in profitto. Anzi, si trova in una situazione finanziaria precaria e fortemente deficitaria. OpenAI ha firmato contratti per un valore totale di circa 1 trilione di dollari per garantire la potenza di calcolo necessaria ai suoi modelli. Ma questa cifra è sorprendemente superiore ai suoi ricavi e alla liquidità disponibile.
Nonostante sia un leader di mercato, i ricavi attuali di OpenAI sono circa 12 miliardi di dollari all’anno. Sebbene in crescita, questa cifra è una frazione minima rispetto agli impegni per 1.000 miliardi di dollari e al fabbisogno di cassa previsto. Al momento la sopravvivenza di OpenAI dipende interamente dalla capacità di continuare a raccogliere fondi e dalla fiducia dei suoi partner finanziari, non da una solida base di profitti.
Sam Altman, ha dichiarato pubblicamente che il raggiungimento della redditività “non è tra le mie prime 10 preoccupazioni“, indicando che la priorità assoluta è la crescita e l’espansione a discapito del bilancio.
Conclusioni
Guardando al futuro, la tendenza dei circular deals sembra destinata a persistere finché la corsa all’infrastruttura AI continuerà a dominare le decisioni di spesa. La sostenibilità di tale modello dipenderà dalla capacità di convertire la capacità computazionale in ricavi reali.
Gli azionisti che investono in queste aziende dovrebbero adottare una strategia di diversificazione che limiti l’esposizione a singoli attori. Una valutazione prudente richiede l’analisi dei flussi di cassa operativi separati dagli effetti degli investimenti interni.
Esiste il rischio di una correzione violenta del mercato se l’adozione dell’AI non procederà al ritmo previsto dagli attuali investimenti. In questo scenario, le aziende si troverebbero con enormi capacità di calcolo inutilizzate e debiti insostenibili. Stacy Rasgon di Bernstein Research ha riassunto questo con una metafora: “Altman ha il potere di far crollare l’economia globale per un decennio o di condurci tutti alla terra promessa. In questo momento non sappiamo quale delle due opzioni si realizzerà“.










