OneOdio si è costruita una solida reputazione nel segmento delle cuffie dedicate a musicisti, DJ e appassionati di audio, proponendo prodotti che bilanciano qualità costruttiva e prezzo accessibile. Nel panorama delle cuffie per DJ, trovare un modello wireless che non tradisca con latenze fastidiose è sempre stata un’impresa ardua. OneOdio ha deciso di affrontare questo problema con le Studio Max 1, un paio di cuffie chiuse che promettono di liberare chi mixa dalla tirannia dei cavi senza compromettere la precisione del monitoraggio.


Queste cuffie si rivolgono principalmente a DJ, producer e content creator che necessitano di maggiore flessibilità operativa.
Le Studio Max 1 offrono connettività multipla, latenza ultra-bassa tramite trasmettitore proprietario e un’autonomia che supera le 100 ore. Le prestazioni manterranno le promesse del marketing? Scopriamolo analizzando ogni aspetto in dettaglio.
Design e costruzione: imponenti ma leggere
Le Studio Max 1 non passano inosservate. Parliamo di cuffie voluminose, con padiglioni rotanti progettati per l’uso tipico da DJ: la possibilità di ruotarle a 90 gradi per il monitoraggio monoaurale e piegarle completamente per il trasporto. L’estetica è tutta giocata sul nero opaco con inserti in plastica texturizzata lucida, arricchita da cuciture rosse che spezzano la monotonia cromatica.
La costruzione è prevalentemente in plastica, ma OneOdio ha integrato rinforzi metallici nel meccanismo di regolazione dell’archetto. Questa scelta mantiene il peso contenuto attorno ai 350 grammi, pur garantendo una struttura che non scricchiola sotto pressione. I padiglioni presentano ingressi doppi: jack da 6.35mm sul lato sinistro e 3.5mm sul destro, eliminando così la necessità di adattatori esterni.


Il comfort risulta generalmente buono anche durante sessioni prolungate. I cuscinetti in similpelle con memory foam offrono un buon equilibrio tra morbidezza e sostegno, anche se la forma circolare dei padiglioni potrebbe risultare meno avvolgente rispetto a soluzioni ovalizzate. La pressione esercitata dall’archetto è calibrata: sufficiente per mantenere le cuffie salde anche durante movimenti energici, ma senza generare fastidiose sensazioni di morsa.
L’isolamento passivo è discreto. Non siamo ai livelli di cuffie professionali da studio chiuse, ma la combinazione di padiglioni ampi e materiali morbidi blocca una buona parte dei rumori esterni, rendendo le Studio Max 1 utilizzabili anche in ambienti moderatamente rumorosi.
I controlli fisici sono posizionati sul padiglione destro: pulsanti per volume su e giù, un tasto multifunzione che gestisce accensione, riproduzione e risposta alle chiamate, un selettore per passare tra Bluetooth e modalità a bassa latenza, e un pulsante per attivare il boost dei bassi (funzionale solo in Bluetooth). La diversa forma e texture dei pulsanti facilita il riconoscimento tattile, anche se la disposizione ravvicinata può causare pressioni involontarie durante l’uso.
Connettività e funzionalità: il vero punto di forza delle OneOdio Studio Max 1
La versatilità nelle opzioni di connessione rappresenta uno degli aspetti meglio riusciti delle Studio Max 1. Chi le utilizza può scegliere tra tre modalità operative distinte, ciascuna con caratteristiche specifiche.
La modalità cablata è garantita dalla presenza di due ingressi separati sui padiglioni: un jack da 6,35 mm sul lato sinistro e uno da 3,5 mm sul destro. Nella confezione sono inclusi due cavi spiralati, uno con connettori 3,5 mm su entrambe le estremità per dispositivi mobili e uno con 3,5 mm da un lato e 6,35 mm dall’altro per apparecchiature professionali. In modalità cablata le cuffie funzionano passivamente senza consumare batteria, inoltre si nota un miglioramento percepibile nella qualità audio rispetto all’uso wireless.


La modalità Bluetooth supporta il protocollo 5.3 e il codec audio LDAC di Sony, che teoricamente può trasmettere fino a 990 kbps, avvicinandosi alla qualità lossless. La portata attraverso pareti interne si attesta intorno ai 10 metri, in linea con quanto ci si aspetta da questa tecnologia. Le cuffie integrano un microfono con cancellazione ambientale doppia (dual ENC) per le chiamate, sebbene la qualità vocale non sia particolarmente brillante.
Modalità Low Latency


La vera carta vincente è la modalità Low Latency attivabile tramite il trasmettitore wireless M1 incluso. Questo dispositivo compatto, alimentato da una batteria interna da 1000 mAh, può connettersi a una sorgente audio in due modi: digitalmente via USB-C (ideale per computer e smartphone compatibili) oppure in modalità analogica attraverso l’ingresso jack da 3,5 mm per collegarsi a mixer o preamplificatori. Una volta acceso il trasmettitore, questo viene riconosciuto automaticamente dalle cuffie entro un raggio di circa un metro per il pairing iniziale.
La latenza dichiarata di 20 millisecondi, sebbene non verificabile strumentalmente, risulta effettivamente impercettibile nell’uso pratico. Al contrario di quanto accade con il Bluetooth tradizionale che può introdurre un gap temporale fastidioso, con le Studio Max 1 puoi suonare strumenti MIDI, giocare a videogiochi competitivi o mixare tracce in tempo reale senza alcun ritardo audio avvertibile.
Qualità sonora e carattere timbrico
Le Studio Max 1 montano driver da 50mm (di qualità giapponese) con risposta in frequenza dichiarata da 20Hz a 40kHz, sensibilità di 98dB e impedenza di 32 ohm. Numeri che suggeriscono facilità di pilotaggio anche da sorgenti portatili e una buona estensione verso gli estremi dello spettro.
La firma sonora si orienta verso un profilo musicalmente coinvolgente piuttosto che analitico. I bassi presentano un carattere pronunciato con enfasi nella zona sub-bass, offrendo impatto e corpo alle produzioni elettroniche e hip-hop. Tuttavia, questa scelta timbrica porta con sé alcune conseguenze: in alcuni brani particolarmente carichi nella bassa frequenza si percepisce un leggero mascheramento delle frequenze medio-alte.
I medi si comportano correttamente nelle produzioni strumentali, mentre gli alti mancano un po’ di estensione e brillantezza. Chi cerca quel senso di spazialità e dettaglio tipico delle cuffie di monitoraggio più raffinate rimarrà deluso. La scena sonora complessiva è poco precisa e la separazione strumentale approssimativa. Questo aspetto ne limita l’utilizzo in contesti di mixing preciso o mastering, dove la capacità di distinguere ogni elemento nel mix è fondamentale.
Un confronto diretto con cuffie come le FiiO FT1 🧺 evidenzia come queste ultime offrano maggiore precisione e risoluzione complessiva. Tuttavia, per l’uso DJ dal vivo questa caratteristica diventa meno problematica.
Autonomia con cifre da primato


Probabilmente l’aspetto più impressionante delle Studio Max 1 è la durata della batteria da 1000mAh. La dichiarazione ufficiale parla di 120 ore in modalità Bluetooth e 50 ore con trasmettitore M1. I test sul campo confermano circa 100 ore effettive via Bluetooth e quasi 40 ore in low latency, numeri che sono comunque molto buoni. Persino chi le sfrutta intensivamente per produzioni o set DJ avrà difficoltà a esaurire la carica prima di una settimana.
La ricarica completa richiede circa 2 ore tramite porta USB-C (presente sul padiglione sinistro). È supportata la ricarica rapida: soli 5 minuti collegati all’alimentatore garantiscono circa 2.5 ore di riproduzione aggiuntive.
Anche il trasmettitore M1 condivide la stessa batteria da 1000mAh e tempi di ricarica equivalenti. Con un utilizzo di 4 ore giornaliere, il dongle M1 può durare fino a 10-15 giorni prima di richiedere energia, rendendolo estremamente affidabile per chi lavora sul campo.
Limiti e assenze delle OneOdio Studio Max 1
Alcune mancanze emergono nel confronto con competitor più costosi o orientati diversamente. Le Studio Max 1 non offrono cancellazione attiva del rumore (ANC), caratteristica ormai diffusa tra le cuffie wireless. L’isolamento passivo fornito dai padiglioni chiusi risulta discreto ma non eccezionale, sufficiente per ambienti domestici o studi, meno efficace in contesti rumorosi come mezzi pubblici o ambienti urbani affollati.
Non esiste alcuna app companion per personalizzare l’equalizzazione o gestire impostazioni avanzate, a differenza di altri modelli dello stesso brand come le Focus A6 🧺. Le funzionalità si limitano a quelle accessibili tramite controlli fisici, senza possibilità di creare profili sonori personalizzati o aggiornare il firmware.
Manca qualsiasi certificazione di resistenza a polvere o liquidi, aspetto da considerare per chi opera in ambienti potenzialmente ostili.
OneOdio Studio Max 1: per chi suonano davvero


Le OneOdio Studio Max 1 rappresentano una soluzione specifica per esigenze altrettanto specifiche. Chi cerca cuffie da monitoraggio neutrale e ultra-dettagliato per mixing e mastering farà meglio a orientarsi altrove: la risposta in frequenza colorata e la risoluzione limitata le rendono poco adatte a questo scopo.
Tuttavia, per DJ, streamer, gamer e producer che privilegiano la libertà di movimento senza compromettere la sincronia audio, queste cuffie offrono un valore difficilmente replicabile nella fascia sotto i 200 euro. La modalità low latency funziona bene, l’autonomia è straordinaria e la versatilità operativa permette di affrontare scenari diversificati con un unico strumento.
La costruzione solida, il comfort prolungato e la dotazione di accessori completano un pacchetto che giustifica il prezzo richiesto. Chi ascolta prevalentemente generi carichi di bassi come EDM, trap o dubstep apprezzerà inoltre la risposta in bassa frequenza generosa, che pur non eccellendo in definizione offre l’impatto necessario a questi stili.
Le Studio Max 1 funzionano meglio come cuffie da palco e da produzione creativa che come strumenti analitici, e in questo ruolo dimostrano di saper fare la differenza rispetto alla concorrenza wireless tradizionale. Un acquisto che, per il pubblico giusto, può rivelarsi azzeccato.


OneOdio Studio Max 1
- Cuffie DJ Over Ear
- 120 ore di riproduzione Bluetooth
- 50 ore in modalità low latency 20 ms
- Hi-Res/LDAC
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