L’accordo tra Washington, Nvidia e AMD riportato dal Financial Times scuote il settore tech globale. Le due aziende hanno accettato di versare il 15% dei ricavi generati dalle vendite di chip AI in Cina direttamente al governo degli Stati Uniti. Un compromesso senza precedenti, voluto dall’amministrazione Trump; trasforma di fatto la partecipazione al mercato cinese in un “ticket” da pagare a caro prezzo. Non si tratta di un dazio tradizionale; è un contributo diretto legato alla concessione delle licenze di esportazione per due chip in particolare: H20 per Nvidia e MI308 per AMD.

La misura segue il divieto imposto ad aprile 2025, che aveva bloccato qualsiasi possibilità di esportare questi semiconduttori ad alte prestazioni. Quella decisione aveva già inferto un duro colpo a entrambe le aziende. Nvidia, in particolare, aveva previsto di vendere circa 1,5 milioni di chip H20 per un valore complessivo di 23 miliardi di dollari. Un’operazione congelata; almeno fino alla recente svolta negoziata direttamente dal CEO Jensen Huang, che ha incontrato Trump alla Casa Bianca ottenendo l’ok alla ripresa delle esportazioni, ma con condizioni molto più rigide.
Contesto e origini della restrizione
La vicenda ha avuto inizio con le politiche di controllo sulle esportazioni introdotte negli ultimi anni per limitare l’accesso cinese a tecnologie ritenute sensibili. Nel 2023, l’amministrazione Biden aveva imposto vincoli severi alla vendita di chip AI avanzati verso la Cina. Nvidia aveva risposto sviluppando l’H20, progettato per rientrare nei limiti previsti. Tuttavia, nell’aprile 2025 l’amministrazione Trump aveva esteso il divieto anche a questo modello, bloccandone di fatto la commercializzazione.
La svolta è arrivata solo dopo incontri diretti tra Jensen Huang, CEO di Nvidia, e il presidente Trump, che hanno portato alla formula del prelievo sui ricavi. Secondo le stime, prima delle restrizioni Nvidia avrebbe potuto vendere fino a 1,5 milioni di H20 in Cina nel 2025, per un valore di circa 23 miliardi di dollari. Per AMD, pur con volumi inferiori, la perdita di accesso al mercato cinese aveva comunque pesato in modo rilevante.

Nvidia H20 e MI308: chip al centro della strategia USA-Cina
La H20, è una GPU AI basata sull’architettura Hopper; nasce per aggirare le restrizioni statunitensi all’esportazione verso la Cina, mantenendo comunque prestazioni elevate in calcoli di AI generativa e training di modelli complessi. Pur avendo alcune limitazioni rispetto alle versioni di punta come la H100, conserva un equilibrio tra potenza di calcolo, efficienza e compatibilità con le infrastrutture esistenti.
Sul fronte opposto, la MI308 di AMD fa parte della serie Instinct; sfrutta l’architettura CDNA di ultima generazione per offrire throughput e memoria ottimizzati nelle operazioni di deep learning e HPC. Ha un’attenzione particolare alla scalabilità nei data center e al supporto di framework open source.
Entrambe le soluzioni riflettono approcci diversi; Nvidia punta sull’ecosistema software consolidato e sull’ottimizzazione per carichi AI verticali, mentre AMD gioca la carta dell’apertura e della flessibilità hardware, mirando a ridurre la dipendenza da un unico vendor.
Nvidia e AMD: le licenze di esportazione come leva di politica industriale
Il cuore della questione è il meccanismo con cui sono state sbloccate le esportazioni; il rilascio delle licenze da parte del Bureau of Industry and Security (BIS), subordinato a un contributo economico. Si parla di ricavi lordi, non utili. Ciò significa che Nvidia potrebbe dover versare fino a 2,25 miliardi di dollari al governo americano; mentre AMD si troverebbe a pagare circa 120 milioni, sulla base delle stime più recenti.
La novità è nella forma. Mai prima d’ora un’azienda americana aveva legato l’ottenimento di licenze commerciali a un pagamento diretto al governo. Il modello non ha precedenti e potrebbe aprire un precedente; oppure, come pensano alcuni analisti, segnare l’inizio di una nuova fase nei rapporti tra Stato e big tech statunitensi. L’idea di monetizzare l’accesso a mercati “critici” si inserisce nella più ampia strategia trumpiana; una strategia che mira a riportare posti di lavoro e produzione negli Stati Uniti usando incentivi fiscali, tariffe selettive e negoziati bilaterali.
AMD ha evitato dichiarazioni pubbliche, mentre Nvidia ha confermato l’accordo solo in termini generici. L’azienda spera che le regole imposte dal governo consentano agli Stati Uniti di competere con successo a livello globale; mantenendo una presenza attiva anche nei mercati più complessi.
L’intreccio tra sicurezza nazionale e business globale
Le critiche non si sono fatte attendere. Una lettera aperta firmata da esperti di sicurezza e funzionari ex governativi ha definito l’accordo una scelta pericolosa per la supremazia tecnologica americana. Secondo i firmatari, la vendita dell’H20 e del MI308 a Pechino potrebbe rafforzare le capacità militari cinesi; in particolare nei settori AI, sorveglianza e decision making automatizzato sul campo di battaglia. Se i chip erano considerati una minaccia fino a poche settimane fa, come può la minaccia dissolversi in cambio di un contributo del 15%?
Deborah Elms della Hinrich Foundation (LinkedIn) ha riassunto il paradosso con una frase tagliente: “O c’è un problema di sicurezza nazionale, o non c’è. Un pagamento non lo elimina.” Nel frattempo, Pechino osserva con attenzione. I portavoce cinesi hanno denunciato l’abuso delle misure di controllo delle esportazioni e accusato Washington di bullismo commerciale.
Intanto Pechino sta spingendo per ottenere una riduzione delle restrizioni su altri settori strategici; come i chip di memoria ad alta larghezza di banda (HBM). Washington probabilmente continuerà a usare le licenze come strumento per orientare le trattative bilaterali.
Nvidia e AMD: implicazioni per il settore dei semiconduttori
Il precedente, per quanto unico, potrebbe ripetersi. Altri attori, da Intel a Qualcomm potrebbero trovarsi nella stessa posizione; soprattutto se le tensioni tra USA e Cina non si allenteranno. Più in generale, il concetto stesso di “libero mercato” appare sotto pressione. Con le autorità americane pronte a negoziare chip per dollari, gli equilibri tra Stato, impresa e geopolitica entrano in una zona grigia. Mentre la tecnologia avanza, la politica cerca nuovi modi per contenerla, sfruttarla o monetizzarla.
Per quanto riguarda AMD e NVIDIA il taglio del 15% sui ricavi potrebbe modificare le marginalità; soprattutto per AMD che ha già registrato una svalutazione da 800 milioni di dollari a causa del precedente blocco delle esportazioni. Per Nvidia è diverso, la domanda resta alta; ma il peso fiscale dell’accordo potrebbe spingerla a rivedere la strategia di prezzo per mantenere profitti accettabili.