Nel contesto attuale dei social media, le grandi piattaforme come Facebook e Messenger stanno cercando di rispondere con più attenzione alle esigenze dei minori. Meta, l’azienda madre di questi servizi, ha introdotto nuove modalità di utilizzo per gli adolescenti, definite come “teen accounts“. Questa decisione nasce dalla crescente pressione pubblica e istituzionale per migliorare la tutela della privacy e la sicurezza online per i giovani.

Le modifiche non sono un semplice aggiornamento delle impostazioni. I nuovi account per adolescenti non rappresentano un segmento separato all’interno delle piattaforme, ma sono versioni con restrizioni specifiche. Queste limitazioni si applicano automaticamente in base all’età dell’utente. L’obiettivo è duplice: prevenire esperienze dannose e fornire strumenti più efficaci per il controllo da parte dei genitori. Alcune delle misure adottate riguardano l’accesso ai messaggi, la visibilità del profilo, la possibilità di ricevere messaggi da sconosciuti e la gestione della cronologia.
L’approccio di Meta alla protezione degli adolescenti

Meta ha scelto di introdurre modifiche che si rivolgono esplicitamente agli adolescenti. Quando un utente crea un account dichiarando un’età inferiore ai 18 anni, il sistema applica automaticamente una serie di restrizioni. Si tratta di meccanismi attivi che intervengono nel modo in cui l’adolescente può interagire con gli altri utenti.
Una delle novità riguarda la funzionalità dei messaggi privati. I nuovi account non permetteranno agli sconosciuti di inviare messaggi diretti agli adolescenti. Con questa limitazione si prevengono episodi di contatto indesiderato, adescamento o molestie. Inoltre, Meta ha reso più difficile per gli adulti non connessi visualizzare i profili dei minori; anche la possibilità di essere taggati o aggiunti ai gruppi è stata ridotta.
Oltre alla limitazione dei contatti, l’azienda ha rivisto anche l’uso della cronologia. Per impostazione predefinita, la cronologia della posizione non è attivata e l’accesso a contenuti sensibili è ristretto. In più, è ridotta la visibilità dei post pubblici.
Un altro aspetto riguarda la trasparenza: Meta ora notifica in modo più chiaro agli utilizzatori adolescenti quali dati sono raccolti e come sono utilizzati. Questa misura, sebbene non risolutiva, contribuisce a formare utenti più consapevoli.
Inoltre, l’azienda sta lavorando su algoritmi che impediscono ai minori di vedere contenuti potenzialmente dannosi. La personalizzazione dei feed è controllata per evitare che temi sensibili come la depressione o i disturbi alimentari diventino centrali nelle esperienze dei giovani utenti.
Strumenti per i genitori e ruolo del consenso
Oltre a introdurre restrizioni dirette sugli account degli adolescenti, Meta ha potenziato gli strumenti destinati ai genitori. Attraverso il Family Center, è possibile monitorare le attività dei propri figli, vedere quanto tempo trascorrono sulla piattaforma e accedere a un report dettagliato sulle interazioni.

In alcuni casi il sistema richiede il consenso dei genitori per l’attivazione di determinate funzionalità. Ad esempio, per la ricezione di messaggi da parte di nuovi contatti, l’adolescente dovrà ottenere l’approvazione da un genitore o tutore.
Un’altra novità riguarda l’accesso alle impostazioni di privacy: i genitori possono suggerire modifiche, ma non possono modificarle direttamente. In questo modo si mantiene una certa autonomia per l’adolescente, evitando forme di controllo troppo invasive.
Anche se la comunicazione ufficiale riguarda gli Stati Uniti, i nuovi account per adolescenti avranno presto una distribuzione globale. Tuttavia, le nuove funzionalità saranno introdotte in modo graduale e differenziato per adattarele alle normative locali. L’infrastruttura tecnica è predisposta per supportare l’internazionalizzazione, ma l’attivazione di alcune funzioni resta soggetta a processi di verifica legale e conformità.
Conclusioni
L’introduzione dei “teen accounts” da parte di Meta rappresenta un’evoluzione significativa nel panorama della regolamentazione dei social media. Si tratta di un tentativo concreto di rispondere alle criticità sollevate da esperti, istituzioni e famiglie in merito all’esposizione precoce dei minori a contenuti inappropriati e a dinamiche pericolose.
Tuttavia, la reale efficacia dei filtri algoritmici è ancora da dimostrare; inoltre, le dinamiche di aggiramento delle regole da parte degli utenti più esperti non sono da sottovalutare. Anche il bilanciamento tra controllo parentale e autonomia adolescenziale resta un tema complesso.