Eugen Rochko, fondatore di Mastodon, ha comunicato oggi di lasciare il ruolo di CEO. Rochko ha creato questa rete sociale decentralizzata e open source nel 2016 come alternativa indipendente ai grandi colossi centralizzati. La decisione arriva insieme alla trasformazione dell’organizzazione in non profit, un processo iniziato all’inizio del 2025. Rochko trasferisce la proprietà del trademark e degli asset alla nuova entità non profit; rimarrà come consulente strategico e product advisor.


Questo cambiamento protegge il progetto da rischi legati a una leadership individuale; allo stesso tempo, permette a Rochko di ridurre lo stress accumulato in un decennio intenso. La piattaforma ora conta circa 10 milioni di account registrati, anche se gli attivi mensili sono scesi sotto il milione dopo il picco del 2022. Rochko riceverà un compenso una tantum di 1 milione di euro, riconoscimento per gli anni in cui ha percepito stipendi inferiori al mercato.
Burnout e motivi personali dietro la scelta di Rochko


Il burnout rappresenta il fattore principale che ha spinto Eugen Rochko a fare un passo indietro. In intervista a TechCrunch, Rochko ha descritto come Mastodon sia diventato sinonimo della sua identità personale; ogni notizia sui social media influenzava direttamente il suo lavoro e la sua vita. “Prendere le distanze mi aiuterà a ritrovare equilibrio“, ha dichiarato. Nel post personale sul Blog, Rochko ammette che gestire un progetto social si è rivelato stressante più del previsto. Confronti costanti con miliardari tech, aspettative elevate e interazioni tossiche online hanno eroso lentamente la sua energia.
Rochko sottolinea l’importanza di dire “no” a certe opportunità per mantenere il focus; la sua avversione alle apparizioni pubbliche ha forse limitato qualche visibilità, ma ha evitato derive pericolose. Questo approccio contrasta con la cultura del lavoro estremo diffusa oggi nella Silicon Valley; Rochko avverte che dedicare tutto al lavoro lascia poi il vuoto. La transizione appare necessaria per la sua salute e per la longevità del progetto stesso.
Mastodon: nuovo Executive Director e nuova struttura no profit


Felix Hlatky assume la guida come Executive Director di Mastodon. Hlatky ha già collaborato pro bono come consulente finanziario e CFO; proviene da esperienze nel mondo tech e startup. Un board of directors governa ora l’organizzazione; include Biz Stone (co-fondatore di Twitter), Karien Bezuidenhout, Esra’a Al Shafei e altri. Il team operativo conta 10 dipendenti full-time, con Renaud Chaput come Technical Director, Andy Piper Head of Communications e Philip Schröpel Strategy & Product Advisor.
Mastodon ha già creato un’organizzazione no-profit di tipo 501(c)(3) negli Stati Uniti che possiede i marchi e tutti i beni importanti. Allo stesso tempo, sta finendo di costituire un’associazione no-profit in Belgio che prenderà il posto di quella tedesca, che non è più riconosciuta come no-profit.
Questa doppia struttura apre nuove possibilità di finanziamento, soprattutto in Europa. La decentralizzazione della leadership riflette l’architettura stessa di Mastodon e ActivityPub; rende la piattaforma più resiliente e “a prova di miliardario“, come Rochko l’ha sempre definita. Hlatky porterà maggiore dialogo con finanziatori esterni e media.
Finanziamenti ricevuti e strategie per la sostenibilità finanziaria
Mastodon ha raccolto fondi importanti per supportare la transizione. Il contributo maggiore arriva da Jeff Atwood e famiglia (fondatore di Stack Exchange) con 2,2 milioni di euro; seguono Biz Stone, Craig Newmark (Craigslist), AltStore (260 mila euro) e altri donatori minori. Queste risorse garantiscono stabilità senza dipendere da venture capital o pubblicità.
Il nuovo team punta su sostenibilità finanziaria attraverso servizi a pagamento come hosting gestito e supporto alla moderazione per istanze terze; niente pubblicità né algoritmi manipolativi. Mastodon esclude interoperabilità nativa con protocolli concorrenti come AT Protocol di Bluesky. Questo mantiene l’indipendenza tecnica, anche se potrebbe rallentare l’espansione rispetto a competitor come Bluesky, che conta 40 milioni di registrati. I finanziamenti e la struttura non profit rafforzano la missione originaria di un social libero da influenze miliardarie.
Cosa significa questo cambiamento per Mastodon e il fediverso
La trasformazione in non profit e il passaggio di testimone consolidano Mastodon come progetto comunitario duraturo. Rochko resta coinvolto in modo meno visibile; il board e il nuovo direttore portano competenze diversificate in finanza, comunicazione e prodotto. La piattaforma mantiene la sua identità decentralizzata e “billionaire-proof“, distinguendosi da X, Threads o Facebook controllati da singoli tycoon.
Gli attivi mensili sotto il milione mostrano che la crescita esplosiva post-acquisizione Twitter da parte di Musk è in parte rientrata; rimane però una base fedele e un ecosistema fediverso vivo. Servizi di hosting e moderazione rappresentano una via realistica per generare entrate senza compromettere i principi. Questo modello potrebbe ispirare altri progetti open source; dimostra che è possibile costruire alternative credibili ai giganti centralizzati; Mastodon continua a esistere come spazio indipendente nel panorama social attuale.










