Intel sta affrontando una crisi senza precedenti nella sua storia per una serie di ragioni interconnesse. L’azienda ha perso il suo vantaggio tecnologico rispetto ai concorrenti come AMD e NVIDIA, accumulando ritardi nello sviluppo di processi produttivi avanzati, soprattutto nel campo della IA.
L’azienda sta valutando opzioni drastiche per risollevarsi, tra cui la possibile separazione delle attività di progettazione e produzione dei chip, ovvero la sua sezione Foundry. Questa mossa segnerebbe un cambiamento radicale di strategia per Intel. Lo scorso febbraio Intel Foundry aveva annunciato una ambiziosa roadmap per diventare il secondo (dopo TSMC) più grande produttore di semiconduttori su commissione al mondo entro il 2030.
L’azienda ha sempre fatto della sua capacità di progettare e produrre internamente i propri chip un punto di forza. Intel progettò e costruì il primo vero microprocessore sotto forma di Intel 4004 nel 1971, quando mancava ancora un decennio al personal computer IBM. Progettare e costruire chip è nel DNA dell’azienda. Ora però le difficoltà finanziarie la spingono a considerare alternative. Intel sta lavorando con banche d’investimento come Morgan Stanley e Goldman Sachs per esplorare varie possibilità.
Tra queste c’è lo scorporo della divisione fonderie, che potrebbe diventare un’entità separata. Si valuta anche quali progetti di espansione produttiva potrebbero essere accantonati per tagliare i costi. La situazione è talmente critica che non si esclude nemmeno la vendita di parti dell’azienda. Queste opzioni verranno presentate al consiglio di amministrazione a settembre.
Le cause della crisi
La crisi ha radici profonde. L’azienda ha perso terreno rispetto ai concorrenti come AMD e NVIDIA soprattutto nel campo della IA; anche le sue GPU Arc non sono mai decollate sia per motivi di prezzo (poco competitivi) sia per motivi di prestazioni e supporto software. Ha mancato opportunità importanti come il mercato degli smartphone quasi completamente in mano a Qualcomm. Ha commesso errori strategici come il rifiuto iniziale delle macchine EUV di ASML, cruciali per i processi produttivi avanzati.
La perdita di Apple come cliente ha inferto un duro colpo. Apple ha utilizzato processori Intel nei suoi computer Mac dal 2006 al 2020. Nel 2020, Apple ha annunciato la transizione dai processori Intel ai propri chip Apple Silicon basati su architettura ARM per i Mac.
Sebbene Intel sia ancora leader nei mercati dei laptop, desktop e server, AMD continua a conquistare quote di mercato in tutti i mercati.
Nonostante gli sforzi dell’attuale CEO Pat Gelsinger per rilanciare l’innovazione, i risultati tardano ad arrivare. L’ultimo trimestre ha visto un calo delle vendite dell’1% a 12,8 miliardi di dollari. Gli utili rettificati di 2 centesimi per azione sono ben al di sotto delle aspettative. Il titolo azionario dall’inizio dell’anno ha perso il 64%, di cui il 26% perso subito dopo l’annuncio degli utili.
In risposta, l’azienda ha annunciato il taglio di 15.000 posti di lavoro, pari al 15% della forza lavoro. L’obiettivo è ridurre i costi annuali di 10 miliardi di dollari entro il 2025. Ma potrebbe non bastare. La divisione fonderie ha registrato una perdita di 1,8 miliardi solo nell’ultimo trimestre. Gli analisti prevedono che continuerà a operare in perdita nel prossimo futuro. Nel frattempo, l’azienda deve fare i conti con un mercato in rallentamento e con l’aumento dei costi di produzione.
Futuro di Intel, le soluzioni al vaglio
Come riportato ieri da Bloomberg, Intel sta valutando varie opzioni per uscire dalla crisi. La più drastica sarebbe la separazione tra le attività di progettazione e produzione dei chip (Intel Foundry). Questo permetterebbe alla divisione fonderie di cercare clienti esterni, in competizione con aziende come TSMC.
Questa mossa segnerebbe un’inversione di rotta rispetto alla strategia del CEO Pat Gelsinger, che aveva puntato su Intel Foundry come elemento chiave per riportare Intel ai vertici del settore subito dietro TSMC.
Sebbene questa possa sembra una decisione rischiosa, in realtà il mercato azionario ha promosso a pieni voti questa opzione, premiando il titolo Intel con un generoso guadagno di +9.5% solo nella seduta di ieri. In effetti una separazione potrebbe permettere a Intel di focalizzarsi sulla progettazione di chip, lasciando la produzione a un’entità separata.
Intel: conclusioni
Il futuro di Intel è ora a un bivio. L’azienda che ha dominato il settore dei semiconduttori per decenni ora lotta per la sopravvivenza. Le scelte che farà nei prossimi mesi saranno cruciali. Una scissione della divisione fonderie potrebbe liberare valore nel breve termine. Ma rischierebbe di indebolire Intel nel lungo periodo. D’altra parte, mantenere lo status quo non sembra sostenibile.
Per ora il mercato azionario ha apprezzato la soluzione drastica della possibile scissione della divisione fonderie; la notizia ha portato un pò di ossigeno nelle casse di Intel. Il gruppo dirigente considererà la potenziale vendita e le altre opzioni disponibili per l’azienda durante una riunione del consiglio di settembre.
L’azienda deve trovare un equilibrio tra tagli dei costi e investimenti in innovazione. Deve recuperare il ritardo tecnologico accumulato. Deve riconquistare la fiducia di clienti e investitori. Non sarà facile. Ma Intel ha le risorse e le competenze per farcela. Il settore dei semiconduttori è strategico e in continua crescita. C’è spazio per un rilancio. Molto dipenderà dalle scelte del management e dalla capacità di esecuzione. I prossimi mesi saranno decisivi per il futuro di uno dei colossi della tecnologia mondiale.