Secondo l’ultimo report Canalys, Huawei ha riconquistato il primo posto nelle vendite di smartphone in Cina, superando marchi storicamente forti come Vivo, OPPO, Xiaomi e Apple. Dopo anni difficili, segnati da sanzioni e limitazioni tecnologiche, il marchio ha saputo reinventarsi puntando sull’integrazione del suo sistema operativo HarmonyOS 5.0 (in sostituzione di Android), ora incluso nei modelli della serie Nova 14. Nel secondo trimestre del 2025, Huawei ha venduto 12,2 milioni di unità, registrando una crescita annua del 15%, in un contesto generale in calo del 4%.

Vivo si è piazzata al secondo posto con 11,8 milioni di dispositivi; mentre OPPO (inclusi i modelli OnePlus) ha raggiunto 10,7 milioni. Xiaomi ha mantenuto la quarta posizione con 10,4 milioni di unità; è seguita da Apple, che chiude la top 5 con 10,1 milioni di iPhone venduti. Nonostante l’assenza di sussidi governativi a causa dei prezzi elevati, Apple è riuscita comunque a crescere del 4% rispetto all’anno precedente.
La ripresa di Huawei è legata non solo all’offerta hardware, ma a una strategia più ampia che coinvolge anche l’ecosistema di dispositivi intelligenti e nuove iniziative nel settore automotive. Il Maextro S800, un veicolo elettrico capace di muoversi lateralmente, ne è un esempio. HarmonyOS, oltre a equipaggiare smartphone e tablet, si trova oggi anche in smartwatch, TV e automobili.
Apple resiste, ma perde centralità nella classifica cinese
Sebbene il mercato cinese degli smartphone abbia registrato un calo complessivo, Apple ha segnato un’inversione di tendenza. Le vendite dell’iPhone 16 sono aumentate per la prima volta dopo anni di declino in Cina. Tuttavia, la crescita del 4% non è bastata a mantenere una posizione di rilievo; Apple si conferma quinta nella classifica, distaccata dalle prime quattro.

Le limitazioni legate ai sussidi statali, non applicabili ai modelli più costosi come gli iPhone, hanno limitato il potenziale di crescita. Per contrastare la flessione, Apple ha attuato strategie promozionali mirate; tra cui sconti per il festival dello shopping cinese, bundle IoT e piani di finanziamento. Nonostante ciò, l’effetto è stato contenuto.
Sul piano produttivo, Apple ha spostato parte dell’assemblaggio in India, diventata nel 2025 il primo produttore di smartphone destinati al mercato statunitense. Questa delocalizzazione della produzione ha ridotto il peso strategico della Cina nel piano industriale globale di Apple, generando una perdita d’influenza anche nella percezione locale.
Il ritorno di Huawei tra sanzioni, chip e autonomia tecnologica
Il ritorno al vertice per Huawei non è frutto del caso. Huawei ha dovuto ripensare completamente la propria strategia dopo le sanzioni statunitensi; sanzioni che l’hanno tagliata fuori dai servizi Google e da tecnologie critiche come i chip 5G. In risposta, ha sviluppato un ecosistema proprietario basato su HarmonyOS; la nota piattaforma Huwawei è ora sufficientemente matura da sostenere un portafoglio completo di prodotti.

Un ruolo chiave lo ha giocato anche la serie Mate 60 Pro; tra i primi dispositivi a montare chip Kirin 9000S con connettività 5G prodotta internamente. Il successo di questi modelli ha spinto la fiducia dei consumatori cinesi verso Huawei, vista sempre più come una marca nazionale resiliente.
La strategia punta su innovazione, autosufficienza e patriottismo tecnologico. L’azienda sta rafforzando anche la sua presenza nel software e nei servizi, cercando di sottrarsi alle dipendenze dall’ecosistema occidentale. HarmonyOS 5.0 è il simbolo di questo cambiamento.
Honor X70 batte iPhone 16 nelle vendite settimanali
Una delle sorprese più curiose di quest’anno è anche il successo del nuovo Honor X70, uno smartphone di fascia media che ha superato l’iPhone 16 nelle vendite settimanali in Cina. Durante la 29ª settimana del 2025, il modello Honor X70 ha conquistato la quarta posizione tra i 15 dispositivi più venduti, superando il modello base del nuovo iPhone.
Il motivo? Una combinazione di prezzo accessibile, batteria da 8300mAh, luminosità fino a 6000 nits e un chip Snapdragon 6 Gen 4. Il tutto abbinato a funzionalità IA avanzate, design curato e un posizionamento mirato a un pubblico giovane. Honor, ex sub-brand di Huawei, ha trovato una propria identità e sta guadagnando terreno, specie tra i modelli con un buon rapporto tra prestazioni e prezzo.
Questo risultato segnala un cambiamento nei criteri d’acquisto. Non è più necessario spendere oltre mille euro per avere uno smartphone completo. I consumatori iniziano a dare più valore all’efficienza, all’autonomia e all’intelligenza integrata.
I nuovi equilibri nel mercato smartphone cinese
Il secondo trimestre del 2025 ha tracciato nuove linee nel panorama cinese. Huawei ha chiuso al primo posto con il 18% del mercato; Vivo e OPPO seguono a breve distanza, mentre Xiaomi e Apple sono appaiate intorno al 15%. La quota di Apple, seppur in crescita, appare stagnante rispetto alla dinamica aggressiva dei produttori locali.
Un’altra tendenza chiave è la crescente popolarità dei marchi cinesi tra il pubblico cinese. La capacità di adattare prodotti e prezzi alle esigenze locali, l’uso intensivo dell’intelligenza artificiale nei dispositivi, e la valorizzazione di piattaforme software interne stanno creando un vantaggio competitivo difficilmente replicabile dalle aziende straniere.
Il futuro immediato sarà determinato dalla capacità di mantenere questo slancio; ora conta la capacità di innovare e fidelizzare. In questo contesto, Huawei, con HarmonyOS e un’offerta diversificata, sembra avere una marcia in più. Apple, dal canto suo, dovrà ripensare il proprio ruolo in un mercato sempre più difficile da conquistare.