Nei giorni nostri un tema molto importante lo rappresenta l’e-waste. Che cos’è? Semplicemente, sono i rifiuti elettronici, ossia tutti quei prodotti tecnologici rotti, non funzionanti oppure diventati ormai obsoleti che non sappiamo come smaltire correttamente.
La tecnologia ha sicuramente semplificato la nostra vita, ma come spesso accade, tutto quello che ci sembra facile e comodo ha un costo. Il nostro pianeta ne sta pagando le conseguenze e l’Antropocene, l’era degli esseri umani, ha portato con sé enormi cambiamenti, tra cui il riscaldamento globale, l’inquinamento e la perdita di habitat per molti animali.
Il legame con il nostro telefono: tutti i dispositivi elettronici che noi usiano e dei quali ormai non possiamo fare a meno (TV, PC, tablet, aria condizionata, frigoriferi, telefonini) sono tra i principali responsabili dell’e-waste. La tecnologia avanza a un ritmo esponenziale, e i prodotti elettronici vengono costantemente sostituiti con modelli più recenti e appariscenti, causando un aumento dei rifiuti elettronici.
Questo porta alla creazione di migliaia di discariche enormi, piene di gadget elettronici scartati che impiegheranno decenni a degradarsi e nel farlo inquineranno l’ambiente. Secondo il World Economic Forum, solo nel 2021 sarebbero stati scartati circa 57,4 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, con una previsione di raddoppiare tale cifra entro il 2030.
Non è solo una questione ambientale: la maggior parte delle enormi discariche di rifiuti elettronici viene inviata a paesi del terzo mondo e in via di sviluppo, per essere elaborata e scartata, paesi dove spesso le condizioni di lavoro e le normative sono gravemente carenti. I lavoratori sono sottoposti a molte ore di lavoro senza alcuna protezione, rendendo la gestione dei rifiuti elettronici non solo dannosa per il nostro pianeta, ma anche pericolosa per chi li gestisce.
Riciclare e riparare i gadget elettronici forse non sembra avere un impatto così evidente come il riciclo di plastica o di vetro oppure lottare contro le grandi compagnie petrolifere che causano gravi danni all’ecosistema, ma ogni piccola azione fa la differenza nella lotta per il cambiamento ambientale. Ognuno di noi può fare la sua parte per ridurre i rifiuti elettronici e l’impronta di carbonio. Ecco alcuni consigli che potrebbero essere utili:
1. Passare alla versione nuova solo quando è necessario
La prima cosa che possiamo fare è ridurre la frequenza degli aggiornamenti dei propri dispositivi tecnologici. Le aziende lanciano nuovi prodotti ogni mese e un modello di due anni fa è già considerato vecchio; in questo modo è facile pensare che sia necessario cambiare regolarmente il proprio telefono o altri dispositivi. Il progresso tecnologico però va interpretato anche nel senso che i prodotti durano più a lungo e sono più efficienti. Questo significa che le nuove versioni non devono essere realizzate con tanta frequenza; bisogna distinguere fra “necessità” e “desiderio” per capire meglio se la nuova versione del dispositivo è necessaria. Ricorda che è importante evitare che questi finiscano nelle discariche, quindi meno gadget si acquistano, meglio è!
2. Riparare
Nel caso il dispositivo elettronico diventi meno funzionale, non bisogna mai scegliere come prima opzione la sua sostituzione. Tutte le aziende forniscono il servizio di assistenza clienti (che è gratuito se il dispositivo è ancora in garanzia) oppure ci sono dei centri specializzati che offrono il servizio di riparazioni. Questo tipo di interventi possono facilmente prolungare l’uso del apparecchio, a volte anche di anni. Molto spesso è conveniente anche dal punto di vista economico, ma soprattutto previene che dispositivi ancora utilizzabili finiscano nelle discariche.
3. Regalare
Quando si acquista un nuovo modello di un dispositivo (smartphone, pc , laptop ecc.), il vecchio dispositivo se ancora funzionante può essere regalato a qualcuno che ne ha bisogno: un familiare, un amico o un’associazione di beneficenza o ONG che lo accettano. Ci sono punti di raccolta per donare il proprio dispositivo che viene riciclato o riutilizzato per fini benefici. Si tratta di iniziative lodevoli che, oltretutto, permettono di riciclare molti modelli altrimenti destinati a diventare materiale inquinante.
4. Scegliere altri modi d’impiego
Si può considerare la possibilità di riutilizzare il dispositivo per compiti meno impegnativi dal punto di vista delle prestazioni; per esempio, il vecchio telefono può essere utilizzato solo per rispondere alle chiamate o alle email di lavoro. Un’altra idea è di trasformarlo in un telecomando per la TV o per il condizionatore d’aria utilizzando app di terze parti oppure un dispositivo mp3 per ascoltare le playlist con i brani preferiti; nel frattempo, il nuovo telefono può essere utilizzato per compiti personali e di intrattenimento. In questo modo si mantiene un equilibrio tra vita e lavoro. Inoltre, con il ritorno in grande stile del trend Y2K, tanti dei gadget dei primi anni 2000 sono molto richiesti come accessori di moda o oggetti da esposizione.
5. Restituire il dispositivo al produttore
Se il proprio dispositivo elettronico non è riparabile, si può cercare di restituirlo al produttore che potrebbe avere politiche di restituzione di beni di cui beneficiano sia l’azienda che il consumatore. Tra le aziende, Samsung offre il servizio di ritiro in alcuni paesi che incoraggiano il sistema di riciclaggio a ciclo chiuso per le risorse di rifiuti. Esistono anche servizi di scambio in cui i clienti possono restituire vecchi dispositivi in cambio di sconti, premi e altro. Sempre in questa direzione si muove anche Apple che offre programmi di scambio simili e consente recycling for free via shipment ovvero il riciclaggio gratuito tramite spedizione, dove l’azienda copre i costi di spedizione per il riciclaggio dei materiali o dei prodotti. Prima di buttare i dispositivi elettronici bisogna informarsi sui servizi offerti dalle aziende in questo senso.
6. Acquisto di dispositivi ricondizionati
Molte aziende prendono parti da vecchi dispositivi per crearne dei nuovi, che funzionano altrettanto bene. Questi prodotti costano molto di meno, a volte metà prezzo, e offrono lo stesso livello di prestazioni; in più i vecchi dispositivi non finiscono in discarica, ma ritornano sul mercato.