CATL, il colosso cinese delle batterie per veicoli elettrici, ha confermato che il 2026 segnerà l’ingresso massiccio delle batterie agli ioni di sodio nel mercato. L’annuncio, arrivato durante la conferenza annuale con i fornitori tenutasi il 28 dicembre 2025 a Ningde, rappresenta una risposta all’escalation dei prezzi del litio e un tentativo di diversificare le fonti energetiche per il settore automobilistico ed energetico.


La decisione assume particolare rilevanza in un momento in cui il carbonato di litio battery-grade ha visto un’impennata del 47,7% nel corso del 2025, superando i 110.000 yuan (circa 15.700 dollari) per tonnellata. L’azienda cinese, che detiene il 38,1% del mercato globale delle batterie per veicoli elettrici, punta a ridurre la dipendenza da materiali sempre più costosi e soggetti a volatilità, offrendo una tecnologia alternativa che promette vantaggi economici e prestazionali in condizioni specifiche.
CATL risponde alla crisi dei prezzi del litio
L’impennata dei costi delle materie prime ha messo sotto pressione l’intera filiera produttiva. Tra dicembre 2024 e dicembre 2025, il prezzo del carbonato di litio in Cina è passato da circa 75.000 yuan a oltre 121.000 yuan per tonnellata, con picchi ancora più marcati negli ultimi mesi dell’anno. Questa escalation ha generato tensioni tra fornitori di materie prime e produttori di catodi, con alcuni grandi produttori come Hunan Yuneng, Hubei Wanrun, Shenzhen Dynanonic e Guizhou Anda che hanno annunciato fermi produttivi di un mese a fine dicembre 2025, mascherati da manutenzione programmata.
In questo contesto turbolento, CATL ha scelto di accelerare su una tecnologia che aveva introdotto per la prima volta nel luglio 2021, proprio durante un precedente picco dei prezzi del litio, per poi metterla temporaneamente in secondo piano quando i costi delle materie prime erano crollati. Ora, con il ritorno della volatilità, la scelta del sodio torna prepotentemente al centro della scena.
Naxtra: nuovo marchio dedicato alle batterie ioni di sodio
Ad aprile 2025, CATL ha lanciato ufficialmente Naxtra, il marchio dedicato alle batterie agli ioni di sodio, segnando l’inizio della produzione su larga scala di questa tecnologia. Le celle Naxtra raggiungono una densità energetica di 175 Wh/kg, un valore che le colloca allo stesso livello delle migliori batterie LFP (litio ferro fosfato) e costituisce un traguardo notevole per una chimica alternativa al litio.


Le prestazioni dichiarate sono rilevanti: oltre 500 chilometri di autonomia per veicoli passeggeri e più di 10.000 cicli di ricarica, parametri che riducono drasticamente i costi di manutenzione nel lungo periodo. Le batterie agli ioni di sodio di nuova generazione potrebbero durare fino a 5,8 milioni di chilometri, l’equivalente di 145 giri completi dell’equatore terrestre. Una longevità che permetterebbe alla batteria di sopravvivere al veicolo stesso, aprendo prospettive interessanti per il riutilizzo.
La certificazione GB 38031-2025, il nuovo standard nazionale cinese per le batterie di trazione dei veicoli elettrici, è stata superata da Naxtra, rendendola la prima batteria agli ioni di sodio al mondo a ottenere questo riconoscimento. Lo standard, che entrerà in vigore il 1° luglio 2026, impone requisiti severi in termini di stabilità termica, resistenza agli impatti meccanici e prestazioni nei cicli di ricarica rapida. Il superamento di questi test conferma la maturità tecnologica raggiunta dal prodotto.
Un altro aspetto rilevante riguarda la sostenibilità ambientale. Le batterie agli ioni di sodio producono emissioni di carbonio inferiori durante il ciclo di vita e riducono la pressione sulle risorse di litio, sempre più scarse e concentrate geograficamente. Il sodio, al contrario, è uno degli elementi più abbondanti sulla Terra, eliminando i problemi di approvvigionamento e le tensioni geopolitiche legate al controllo delle riserve di litio.
Vantaggi operativi in condizioni estreme
Uno dei punti di forza più evidenti delle batterie Naxtra riguarda le prestazioni in condizioni climatiche estreme. Le celle sono progettate per operare in un intervallo di temperatura compreso tra -40°C e 70°C, parametro che apre mercati geografici altrimenti difficili da servire con le tecnologie al litio tradizionali. In Canada, nelle praterie dove le temperature invernali raggiungono stabilmente i -30°C, mantenere calda una batteria al litio consuma gran parte della carica disponibile, rendendo i veicoli elettrici poco pratici per chi non ha accesso a un garage riscaldato.
Le batterie agli ioni di sodio mantengono tassi di scarica elevati anche in condizioni di gelo, dove le celle al litio soffrono perdite di efficienza marcate. Questo vantaggio non riguarda solo il settore automobilistico: anche gli accumuli energetici stazionari posizionati in regioni fredde beneficiano di questa caratteristica, evitando la necessità di sistemi di riscaldamento che consumerebbero parte dell’energia immagazzinata.
In termini di sicurezza, la chimica al sodio riduce drasticamente il rischio di instabilità termica (thermal runaway) rispetto alle soluzioni al litio, limitando la possibilità di incendi o esplosioni dovuti a fenomeni di surriscaldamento incontrollato. Questa caratteristica rende le celle agli ioni di sodio particolarmente adatte per applicazioni residenziali e per l’accumulo su larga scala in contesti urbani, dove i requisiti di sicurezza sono più stringenti.
Settori di applicazione e obiettivo “Dual-Star”
CATL ha delineato chiaramente i settori dove le batterie agli ioni di sodio troveranno applicazione nel 2026, tra cui sistemi di battery swapping, veicoli passeggeri e accumulo energetico. L’azienda definisce questa visione strategia “Dual-Star”: un approccio che non prevede la sostituzione del litio, ma una sua specializzazione. In questo ecosistema, il sodio diventa la soluzione elettiva per la mobilità urbana ed economica, mentre il litio rimane riservato ai segmenti che richiedono prestazioni e densità energetica superiori.
Il battery swapping, settore in rapida crescita in Cina, costituisce un terreno fertile per il sodio. La città di Shenzhen, con i suoi 17,8 milioni di abitanti, punta a diventare una “battery-swapping city” installando 20.000 stazioni di ricarica e scambio entro il 2025 e 50.000 entro il 2027. Nel 2024, Yadea ha avviato un programma pilota con 150.000 fattorini del food delivery, permettendo lo scambio di batterie scariche con quelle cariche in appena 30 secondi.
Nel settore automobilistico, le batterie agli ioni di sodio si rivolgono principalmente al segmento entry-level e ai veicoli per percorrenze urbane limitate. La densità energetica inferiore rispetto alle celle NMC (nichel-manganese-cobalto) le rende meno adatte per veicoli di fascia alta con autonomie superiori ai 600 chilometri, ma perfettamente idonee per city car e veicoli commerciali leggeri.
L’accumulo energetico stazionario, invece, costituisce probabilmente il mercato più promettente dove il peso e le dimensioni contano meno, mentre la sicurezza, la longevità e il costo diventano fattori determinanti.
CATL: accumulo energetico residenziale
L’accumulo energetico residenziale costituisce un’altra applicazione particolarmente promettente per le batterie al sodio. Chi installa un impianto fotovoltaico domestico potrebbe beneficiare di sistemi di accumulo ioni di sodio con costi ridotti rispetto alle soluzioni al litio. Un investimento accessibile a una platea molto più ampia. Le batterie al sodio, con la loro maggiore sicurezza intrinseca e la ridotta probabilità di thermal runaway, risultano ideali per installazioni residenziali dove i requisiti di protezione antincendio sono particolarmente severi.
Un sistema di accumulo domestico da 10-15 kWh, pur essendo leggermente più voluminoso rispetto a uno al litio, permetterebbe di immagazzinare l’energia solare prodotta durante il giorno per utilizzarla nelle ore serali, riducendo la dipendenza dalla rete elettrica e abbattendo i costi in bolletta. Con prezzi proiettati intorno ai 2.500 euro per un sistema equivalente a un Powerwall 3 da 10.000 euro, anche chi ha budget limitati potrebbe finalmente accedere all’indipendenza energetica.
Batterie CATL e compatibilità produttiva
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda la compatibilità tra le linee produttive delle batterie al litio e quelle al sodio. Essendo litio e sodio entrambi metalli alcalini con proprietà reattive simili, i processi manifatturieri sono quasi identici. Gli impianti esistenti possono passare dalla produzione di celle al litio a quelle al sodio con modifiche minime e downtime ridotti.
Questo significa che CATL e altri produttori non devono costruire fabbriche completamente nuove, ma possono adattare rapidamente gli impianti esistenti alle esigenze del mercato. Una flessibilità che permette di gestire le dinamiche della domanda producendo litio o sodio a seconda delle necessità, riducendo i rischi di investimento e accelerando i tempi di produzione.
Un’altra differenza costruttiva sostanziale riguarda i collettori di corrente. Nelle batterie al litio, l’anodo richiede rame perché il litio reagisce con l’alluminio, mentre nelle batterie agli ioni di sodio è possibile utilizzare alluminio sia per il catodo che per l’anodo, riducendo peso e costi. Il rame è pesante, costoso e soggetto a oscillazioni di prezzo, quindi la sua eliminazione contribuisce ulteriormente al vantaggio economico del sodio.
Batterie al sodio: il nuovo divario tra Cina e Occidente
Mentre la Cina accelera sugli accumuli energetici residenziali (con 36 GW di fotovoltaico su tetto installati solo nel primo trimestre del 2025, il record storico) e consolida la propria leadership nelle tecnologie verdi, gli Stati Uniti stanno riducendo gli investimenti nella produzione di veicoli elettrici e batterie. Ford, ad esempio, aveva annunciato nel 2023 la costruzione di una fabbrica LFP che ancora non è stata realizzata.
Negli ultimi vent’anni la Cina non si è limitata a supportare l’industria automobilistica: l’obiettivo finale era controllare l’intera filiera delle batterie e dell’energia verde, con le auto elettriche come una delle applicazioni di un progetto molto più ampio. Le batterie agli ioni di sodio eliminano la dipendenza residua dal litio e garantiscono autonomia completa sul fronte energetico.
La transizione verso il sodio potrebbe anche avere impatti sul mercato del lavoro e sulle catene di approvvigionamento. I Paesi produttori di litio, come Australia, Cile e Argentina, potrebbero vedere una riduzione della domanda nel medio termine, mentre nuove opportunità si aprirebbero per le industrie chimiche capaci di estrarre e processare sodio su larga scala.
La produzione di massa di batterie agli ioni di sodio nel 2026 non è solo una risposta all’aumento dei prezzi del litio, ma parte di una strategia di lungo periodo che punta a ridefinire il panorama energetico globale. Resta da vedere se l’occidente saprà colmare il divario o se il dominio cinese sulle tecnologie delle batterie si consoliderà ulteriormente nei prossimi anni.










