L’Alliance for Open Media (AOMedia) ha annunciato il lancio del nuovo codec video AV2 previsto per la fine del 2025; in concomitanza con il decimo anniversario della fondazione dell’organizzazione. Un codec open-source e royalty-free pensato per sostituire AV1.


Questo nuovo standard emerge come successore diretto dell’AV1, introdotto nel 2018; promette di portare sostanziali miglioramenti nella compressione video digitale. L’AOMedia riunisce colossi tecnologici tra cui Amazon, Apple, Google, Intel, Microsoft, Netflix, NVIDIA e Samsung; un fronte comune per lo sviluppo di standard aperti nel settore multimediale.
Il modello royalty-free che caratterizza sia AV1 che il futuro AV2 contrasta con i codec proprietari come HEVC/H.265, che richiedono licenze e costi elevati. Questo approccio aperto ha già permesso all’AV1 di guadagnare terreno in importanti piattaforme come YouTube e Netflix; si prevede che AV2 seguirà una traiettoria simile.
Le prime indiscrezioni tecniche indicano un miglioramento della compressione che supera ampiamente il 30% rispetto al predecessore; con nuovi strumenti dedicati a contenuti immersivi, schermi condivisi e flussi multipli. Il comunicato ufficiale sottolinea che il progetto nasce per rispondere alla crescente domanda di banda e alla necessità di mantenere alta la qualità visiva su ogni tipo di rete; dai 5G più performanti alle connessioni mobili a basso throughput.
La compressione superiore offerta da AV2 consentirà di ridurre i requisiti di banda; mantenendo o addirittura migliorando la qualità visiva, un fattore cruciale per lo streaming su reti mobili e in aree con connettività limitata. In un mondo dove il consumo di video in streaming continua a crescere esponenzialmente, l’efficienza dei codec diventa un elemento determinante per l’esperienza di fruizione dei contenuti digitali.
AV2: compressione, latenza e qualità d’immagine
AV2 introduce un sistema di predizione intra-frame più granulare; riduce l’errore residuo e abbassa il bitrate necessario per mantenere la stessa qualità percepita. Il codec impiega partizionamenti adattivi dei blocchi; le macro-aree statiche vengono compresse con algoritmi più aggressivi, mentre le zone ad alto dettaglio ricevono un maggior numero di bit. Il risultato è un rate-distortion optimization più efficace.


La predizione inter-frame si avvale di un numero superiore di vettori di movimento e di riferimenti multipli; migliora la codifica di sequenze con movimento complesso o tagli rapidi. In questo modo AV2 mantiene nitidezza e fluidità anche in clip sportive o gameplay ad alto frame-rate. L’entropy coding adotta un CABAC (Context-Adaptive Binary Arithmetic Coding) perfezionato; invece la quantizzazione percettiva assegna più bit alle porzioni visivamente rilevanti dell’immagine, garantendo un risparmio computazionale senza degradare l’esperienza visiva.
Un’altra novità è il multi-threading a livello di frame; distribuisce il carico su più core CPU e riduce i tempi di encoding, un aspetto cruciale per il live streaming e il cloud gaming. Le prime simulazioni mostrano un risparmio temporale del 40% rispetto ad AV1 su processori octa-core, mantenendo invariata la qualità finale.
Ottimizzazioni per AR, VR e desktop remoto
AV2 integra strumenti nativi per la gestione di flussi AR/VR, dove la latenza deve rimanere sotto i 20 ms per evitare motion sickness. Il codec supporta la codifica view-dependent; comprime separatamente le porzioni di immagine visibili in ciascun eye-buffer. Inoltre adotta motion-to-photon pipeline ottimizzati per ridurre il ritardo tra il movimento del visore e l’aggiornamento del fotogramma. Queste tecniche permettono di mantenere alta la frequenza di refresh anche su visori standalone con SoC di fascia media.
Per quanto riguarda schermi condivisi e desktop remoto, AV2 introduce palette codificate per le interfacce testuali; inoltre edge-preserving filters per le linee di forme vettoriali e foreground/background segmentation per distinguere le finestre attive dallo sfondo. Il risultato è una compressione 2,5× superiore rispetto ad AV1 su presentazioni PowerPoint o sessioni di CAD; testo leggibile a bitrate inferiori a 150 kbps. Le aziende che forniscono formazione online o assistenza remota potranno così ridurre i costi di banda. E offrire allo stesso tempo esperienze più fluide anche su reti 3G o satellitari.
Impatto del Modello Royalty-Free di AV2
Il modello royalty-free costituisce un pilastro fondamentale nella strategia di AOMedia per AV2, che ripeterà il successo ottenuto con AV1. AV2 sarà disponibile senza costi di licenza; a differenza di codec come HEVC/H.265, che richiedono complesse negoziazioni di licenze e pagamenti di royalty a numerosi detentori di brevetti . Un abbattimento delle barriere all’adozione specialmente per piccole aziende, progetti open source e mercati emergenti.
Secondo un sondaggio condotto da AOMedia, l’88% dei membri ha classificato AV1 come “estremamente critico” o “importante” per le proprie roadmap di prodotto. Guardando al futuro, il 53% dei membri AOMedia prevede di adottare AV2 entro 12 mesi dalla sua finalizzazione; mentre l’88% si aspetta di implementarlo entro due anni. Questi numeri indicano un’adozione potenzialmente più rapida rispetto a quanto vissuto con AV1. La natura aperta di AV2 favorirà anche lo sviluppo di implementazioni di riferimento open source.
Tra i primi aderenti figurano YouTube, Netflix, Meta, Amazon, Microsoft e Tencent. Piattaforme che gestiscono milioni di ore di contenuti al giorno e hanno interesse a ridurre i costi di storage e trasmissione. L’adozione seguirà un modello graduale; i decoder hardware arriveranno su smart TV, set-top box e SoC mobile solo a partire dal 2027.
Apple ha già iniziato i test interni su iPhone 17, benché l’azienda non abbia ancora confermato il supporto nativo. Google sta lavorando per integrare AV2 in Android 16, con fallback software sui dispositivi meno recenti. Intel e NVIDIA hanno annunciato GPU con accelerazione AV2 entro la fine del 2026. Invece MediaTek e Qualcomm promettono SoC mid-range compatibili già nel primo semestre 2027. Il fattore critico sarà la retro-compatibilità; i contenitori MP4 e Matroska supporteranno stream AV1+AV2 multi-track. Questo permetterà ai broadcaster di servire entrambi i codec in base alle capacità del dispositivo.
Sfide e preparazione dell’infrastruttura: CPU, GPU e CDN
L’encoding AV2 richiede circa 3,5× la potenza computazionale di AV1 su CPU generiche; un valore che scende a 1,8× su processori con istruzioni AVX-512 e a 0,9× su acceleratori hardware dedicati. Per questo i provider di contenuti dovranno pianificare l’upgrade dei server o affidarsi a servizi cloud elastici che scalano in base al carico. Le CPU ARM più recenti offrono un speed-up del 35% rispetto alla generazione precedente, ma solo se abilitate a istruzioni SVE2; in assenza di supporto hardware l’encoding in tempo reale resta impraticabile su dispositivi mobile.
I CDN dovranno implementare logiche di edge-computing per trasmettere AV2 solo quando il client ne è capace, evitando transcodifica last-mile. Cloudflare e AWS CloudFront hanno già annunciato patch per il content-negotiation automatico, mentre Fastly sta testando cache-split per i profili AV2 a bassa latenza.
Dal lato consumer, l’upgrade firmware di smart TV e console potrebbe tardare: i produttori richiedono in media 18 mesi per certificare nuovi decoder, perciò i primi benefici si avvertiranno su browser desktop e app mobile aggiornate, dove il decoding software è più semplice da distribuire.
Il futuro prossimo dello streaming open-source
AV2 si candida a standard de facto per l’intera filiera multimediale, dal live event alla realtà aumentata, passando per il gaming cloud e le videoconferenze aziendali. La licenza royalty-free abbassa la barriera d’ingresso per startup e independent creator, mentre la maggior efficienza traduce risparmi economici concreti per chi gestisce archivi di petabyte.
Nei prossimi tre anni assisteremo a una coesistenza di AV1, AV2 e HEVC: i dispositivi legacy continueranno a ricevere flussi vecchi, i nuovi hardware abbracceranno AV2, e i broadcaster sfrutteranno adaptive-bitrate ladder con profili misti per garantire la massima copertura.
Ci sarà da considerare la tempistica per il supporto hardware . In particolare, ci vorranno probabilmente almeno uno o due anni prima che i decoder e gli encoder hardware AV2 diventino funzionalità standard nei SoC degli smartphone e nelle GPU dei PC. Fino ad allora, la velocità di adozione iniziale dipenderà dalle prestazioni dell’elaborazione software, che si basa sulla potenza della CPU.
Tuttavia mentre il mondo digitale si prepara ad affrontare sfide sempre più complesse nella gestione di enormi volumi di dati video, AV2 si posiziona come uno strumento fondamentale per bilanciare qualità, efficienza e accessibilità. Quando AV2 sarà disponibile, chi ha già integrato il supporto nei propri pipeline guadagnerà competitività immediata, offrendo qualità superiore con costi di trasmissione inferiori.










