Hollow Knight: Silksong è un Metroidvania 2D sviluppato da Team Cherry, piccolo studio australiano diventato un culto tra i fan dell’indie dopo l’incredibile successo del primo Hollow Knight. Annunciato inizialmente come un DLC nel 2019, Silksong si è evoluto in un progetto completo, più ambizioso, che ha richiesto oltre sei anni di sviluppo. Uscito ufficialmente il 4 settembre 2025, il gioco è disponibile ora su PC, Nintendo Switch 2, PlayStation 5 e Xbox Series X/S.


In questa nuova avventura, al posto del silenzioso Knight, ora controlli Hornet; una guerriera agile e letale, rapita e catapultata nel regno verticale di Pharloom. Il suo obiettivo è di salire fino alla cima della Cittadella, un luogo sacro avvolto da un culto misterioso che vede nella seta un potere divino.
Hornet è diversa dal Cavaliere. Ha pensieri, reazioni, domande. Interagisce. Questo dettaglio cambia tutto: le storie secondarie acquistano più peso, e il mondo stesso sembra rispondere con maggiore consapevolezza. Ogni zona attraversata è un frammento di un puzzle più grande, e anche se non tutto viene spiegato chiaramente, ogni interazione ha un senso, ogni dialogo aggiunge un colore alla narrazione.
Il tono è meno ermetico del primo capitolo. Pharloom non è solo un luogo, è un sistema di fede e sopravvivenza, e la protagonista diventa una variabile impazzita all’interno di un ordine che cerca di contenerla.
Fin dal primo impatto, si percepisce la cura maniacale per ogni dettaglio, dal design degli ambienti alla fluidità del movimento. Non c’è un’introduzione accomodante: vieni catapultato nel caos, costretto ad adattarti al ritmo di un mondo che non vuole farsi domare. Eppure, nonostante le difficoltà, è impossibile resistere; Silksong ti cattura con la sua estetica gotica, la sua musica malinconica, e il senso di scoperta che cresce a ogni passo.
Un viaggio verso l’ignoto tra seta, fede e maledizioni
La storia inizia con Hornet catturata da una setta di insetti devoti. Viene trasportata verso la Cittadella, ma un crollo durante il viaggio la fa finire nei bassifondi di Pharloom, un mondo verticale, colmo di foreste meccaniche, villaggi abbandonati e città sospese. Qui, privata dei suoi poteri, deve risalire verso l’alto, affrontando cultisti, bestie corrotte e spettri del passato.
Ogni zona di Pharloom è piena di vita, con NPC che parlano, commerciano, pregano o tradiscono. Hornet interagisce con loro, riceve desideri (quest secondarie) e costruisce legami. Alcuni la temono, altri la venerano. E tu, tra un dialogo e un combattimento, scopri una storia, fatta di fede cieca, sacrifici e una seta che non è solo un tessuto, ma un linguaggio, un potere, una maledizione.
La narrazione ti lascia indizi, frammenti di dialoghi, nomi dimenticati. E se vuoi capire davvero, devi esplorare, leggere, ascoltare. È un racconto sotterraneo che ricompensa chi si ferma a leggere.


Silksong: velocità, precisione e una danza letale
Hornet non è lenta come il Knight del primo capitolo. È veloce, aerea, precisa. Può scattare in aria, aggrapparsi ai bordi, lanciare l’ago come un rampino, planare, colpire in diagonale. Il pogo non è più verticale, ma diagonale, e devi padroneggiarlo per esplorare e combattere.
Il combattimento è più tecnico. I nemici non ti perdonano, alcuni ti bloccano, altri ti inseguono, altri ti ingannano. I boss hanno pattern complessi, fasi multiple, attacchi che ti uccidono in un colpo. E tu devi imparare, devi leggere i movimenti, sfruttare i momenti giusti, usare gli strumenti.
Le nuove armi a filo permettono colpi direzionati, attacchi in volo e mosse ad area, mentre le abilità speciali e gli strumenti sbloccabili introducono varianti strategiche significative. Non sei incoraggiato a colpire a caso: ogni scontro richiede attenzione, tempismo, lettura del nemico.
Il sistema di cura è cambiato: non c’è più una ricarica lenta, ma una cura istantanea che consuma l’intero filo di energia. Rende ogni decisione più rischiosa, ogni colpo subito più pesante. Anche la mappa e i potenziamenti sono stati rivisti: al posto dei charm, ci sono ora strumenti con slot dedicati e una gestione più bilanciata.


Esplorare Pharloom è piacevole e stimolante. I movimenti si concatenano con fluidità, e spesso ti troverai a esplorare per il puro gusto di farlo. E quando un gioco riesce a rendere divertente lo spostarsi, sai che sei di fronte a qualcosa di speciale.
Hollow Knight: Silksong, un’opera d’arte gotica
Dal punto di vista estetico, Silksong è un gioiello. I fondali disegnati a mano, ogni zona è caratterizzata da uno stile visivo unico: rovine sospese, foreste di vetro, fabbriche oscure e templi coperti di seta. Le animazioni sono fluide, dettagliate, con una regia silenziosa ma efficace.
Hornet è animata con grazia felina. I nemici sono a decine, ciascuno con un proprio comportamento e design. E i boss, più di quaranta, sono veri e propri eventi teatrali: lunghi, stratificati, spesso suddivisi in più fasi, con attacchi letali e imprevedibili.
Il comparto audio è curato da Christopher Larkin, lo stesso compositore del primo titolo. La colonna sonora è commovente e inquieta, miscela archi eterei, percussioni e melodie malinconiche. Ogni area ha il suo tema, ogni boss la sua sinfonia. Gli effetti sonori sono precisi, puntuali: dal suono secco delle lame ai riverberi cavernosi delle stanze più profonde. Tutto contribuisce a creare un’atmosfera viva, un mondo che respira insieme a te, o contro di te.


Silksong è il seguito perfetto di Hollow Knight
Hollow Knight: Silksong non è solo un sequel. Team Cherry ha dimostrato che si può evolvere senza snaturarsi, perfezionarsi senza perdere anima. E’ difficile e ti troverai spesso frustrato, è vero. Alcuni passaggi sono sfiancanti, certe boss fight sembrano impossibili.
Ogni vittoria è sudata, ogni scoperta è un sorriso. Se ami le sfide, la narrativa, l’esplorazione meticolosa e i giochi che non ti trattano con condiscendenza, Silksong sarà la tua prossima ossessione. Invece se hai amato Hollow Knight, Silksong sarà il tuo paradiso. Se non l’hai mai giocato, Silksong può essere il tuo ingresso. Ma non entrare pensando di essere accettato, entra sapendo che devi guadagnarti ogni centimetro. Se ami il genere metroidvania, Hollow Knight: Silksong è semplicemente fantastico ed imperdibile.
Elden Ring Nightreign


Hardware consigliato
Il gioco non è pesante, ma premia chi ha un sistema reattivo. Per chi gioca su PC, i requisiti minimi includono: Intel Core i3-9100 o AMD Ryzen 3 3100 🧺, 8 GB di RAM, GTX 1050 Ti 🧺 o RX 560 con 4 GB di VRAM, e 25 GB di spazio su SSD. Consigliati: Intel Core i5-10400 o AMD Ryzen 5 3600, 16 GB di RAM, GTX 1660 Super 🧺 o RX 6600, sempre su SSD.
Può essere giocato in 1080p con settings moderati anche da processori con GPU integrata come l’AMD Ryzen 8700G (su socket AM5) o qualsiasi minipc con GPU integrata come il Geekom AE8, il GMKtec NucBox K11 o il potente Beelink SER9.
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