Dopo sei anni di raccolta dati e osservazioni sull’anomalia del muone al Fermilab, situato vicino a Chicago (Illinois, USA), uno degli esperimenti più sofisticati mai concepiti per testare la fisica delle particelle ha chiuso i battenti; con un risultato ben preciso, il Modello Standard della Fisica è valido. Si tratta dello studio del celebre Muon g-2, volto a misurare con precisione estrema il momento magnetico anomalo del muone.

Il muone è una particella elementare molto simile all’elettrone, ma circa 200 volte più pesante. Nonostante questa massa maggiore, ha carica e spin identici. Esiste solo per pochi microsecondi prima di decadere in altre particelle; ma proprio per queste sue caratteristiche è utile per testare le leggi fondamentali della fisica o Modello Standard.
Il momento magnetico anomalo è una misura di quanto il muone si comporta come una calamita quando è immerso in un campo magnetico. Secondo i calcoli della fisica, questo valore dovrebbe essere esattamente 2. Tuttavia, gli effetti delle interazioni quantistiche con altre particelle fanno sì che questo numero sia leggermente diverso; questa piccola differenza è chiamata “anomalia”, e viene indicata come “g-2”.
L’anomalia magnetica del muone : Muon g-2
Il muone, cugino più pesante dell’elettrone, ha attirato l’attenzione dei fisici per decenni grazie a una sua caratteristica peculiare; il cosiddetto momento magnetico anomalo. In teoria, questo valore dovrebbe essere 2, ma le interazioni quantistiche con i campi elettromagnetici, deboli e forti lo spostano leggermente dal valore.
Studiare questa anomalia con precisione estrema serve per verificare se il modello fisico che usiamo per descrivere il mondo (il Modello Standard) funziona davvero oppure no. Se il valore misurato non coincidesse con quello previsto dalla teoria, potremmo trovarci davanti a indizi di nuove particelle o forze non ancora scoperte.
La tecnica usata al Fermilab ha previsto l’osservazione della precessione dei muoni in un anello magnetico da 50 piedi di diametro; mantenuto a una potenza di 1.45 Tesla. Più di 300 miliardi di muoni sono stati studiati; questo ha permesso una media straordinariamente precisa dei dati raccolti tra il 2017 e il 2023.
Con una sensibilità di 127 parti per miliardo, l’esperimento ha raggiunto e superato il proprio obiettivo iniziale, fissato nel 2012. Il risultato finale è un valore sperimentale che si allinea con le più recenti previsioni teoriche; con la conferma della solidità del Modello Standard.

La slide conclusiva sopra del Fermilab riassume il risultato finale dell’esperimento Muon g-2; la misura combinata dei sei anni di dati (“Run-1-6”) è visualizzata nel grafico a confronto con le precedenti (“Run-1”, “Run-2/3”, ecc.) e con l’esperimento di Brookhaven (BNL E821). Il rettangolo verde rappresenta l’intervallo di incertezza dell’intero esperimento, che si conferma estremamente preciso. Nessuna deviazione evidente: i dati sperimentali sono in linea con le aspettative più aggiornate.
Muon g-2 : calibrazione e misurazione
Raggiungere una precisione nell’ordine delle parti per miliardo ha richiesto un controllo maniacale sul campo magnetico. Per farlo, la collaborazione ha utilizzato un sistema di sonde NMR fisse e mobili (trolley); in grado di mappare e monitorare il campo con continuità.
Ogni tre giorni, le sonde mobili percorrevano l’intero anello, raccogliendo letture che venivano poi interpolate con quelle fisse. Un’ulteriore complicazione è stata rappresentata dalle fluttuazioni temporanee dei campi magnetici, legate agli impulsi di iniezione dei muoni.
Per correggere tali perturbazioni, sono state introdotte procedure di calibrazione incrociata con sonde indipendenti; tra cui una sonda 3He e il sistema giapponese J-PARC. Nonostante l’aumento dell’incertezza di circa 25 ppb, queste verifiche hanno rafforzato la fiducia nei valori finali.
Un trionfo (cauto) del Modello Standard
Nel 2021, le prime stime avevano suggerito che i dati del Fermilab potessero deviare dalle previsioni teoriche basate sul metodo data-driven. Ma negli anni successivi, le simulazioni numeriche via lattice QCD hanno preso il sopravvento; sono stati prodotti valori più in linea con i dati sperimentali. Il valore finale teorico più accreditato è oggi pari a 0.00116592033, con un’incertezza di 540 ppb. A confronto, la misura sperimentale è pari a 0.001165920705 con soli 127 ppb di incertezza.

Questo allineamento ha ridotto drasticamente le speranze di scoprire nuove particelle attraverso g-2; ma ha consolidato una delle previsioni più delicate del Modello Standard. Resta il fatto che la precisione sperimentale ha superato quella teorica; aprendo la strada a nuovi sviluppi nelle simulazioni e in altri approcci.
La ricerca sul muone non si fermerà con lo studio del FermiLab. In Giappone, il J-PARC si prepara a lanciare un nuovo esperimento che utilizzerà tecniche differenti per misurare g-2, offrendo una validazione indipendente. Intanto, a Ginevra, il progetto MUonE del CERN punta a perfezionare i dati teorici attraverso lo scattering elettrone-muone.
Parallelamente, si continuerà a raffinare le simulazioni lattice e a esplorare approcci misti, inclusi decadimenti tau e altri fenomeni ancora poco sondati. Anche se al momento l’universo non sembra voler rivelare nuove particelle, il muone continuerà a offrire un banco di prova senza pari per le fondamenta della fisica moderna.
Conclusione : Muon g-2
Il Muon g-2 ha portato a termine il proprio percorso con una precisione mai vista prima, e con una coerenza che mette il Modello Standard su una base ancora più solida. Nonostante l’assenza di indizi su nuove particelle, l’eredità dell’esperimento è ancora aperta.
Ha migliorato gli strumenti, raffinato i modelli e motivato nuove generazioni di esperimenti. La fisica non ha (ancora) bisogno di nuove regole: ma ha certamente bisogno di continuare a cercarle. E il muone sembra essere la chiave. Per approfondire puoi visitare questo link ufficiale del Fermilab.