Epic Games Store ogni settimana ti regala uno dei suoi giochi in catalogo, completamente gratis. Dal 30 ottobre a partire dalle ore 17:00 fino alle ore 17:00 del 6 novembre 2025, Epic ti regala il gioco Five Nights at Freddy’s: Into the Pit. Il gioco è in vendita a € 19.50, ma per questa settimana puoi averlo gratis per sempre.


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Five Nights at Freddy’s: Into the Pit – quando il terrore torna alle origini
Mega Cat Studios ha rilasciato Five Nights at Freddy’s: Into the Pit il 7 agosto 2024, segnando una svolta netta rispetto alla tradizione del franchise. Questo titolo segna una svolta decisiva per il franchise, abbandonando il tradizionale gameplay in prima persona per un’avventura horror in 2.5D con grafica pixel art di altissimo livello. Il gioco adatta l’omonimo racconto dalla collezione Fazbear Frights Volume 1.
La trama si basa su un racconto tratto da Fazbear Frights, la serie di libri ufficiali del franchise, ma viene ampliata e resa più matura. La formula funziona perché Mega Cat ha capito cosa mancava al franchise; gameplay vero, esplorazione significativa e soprattutto il coraggio di mostrare l’orrore invece di limitarsi a suggerirlo.


Disponibile su PC, PlayStation 5, Xbox Series e Nintendo Switch, Into the Pit rappresenta probabilmente la migliore incarnazione videoludica del concept FNAF mai realizzata. Scott Cawthon (creatore del franchise Five Nights at Freddy’s) ha supervisionato il progetto, garantendo coerenza narrativa. Il risultato è un titolo che funziona sia per chi conosce la lore sia per chi si avvicina ora al franchise.
Il gioco si svolge nell’arco di cinque notti, come da tradizione, ma con una struttura narrativa e meccanica completamente rinnovata. Non si tratta più di guardare monitor o gestire batterie; qui devi muoverti, nasconderti, correre e pensare.
Se hai giocato — o almeno seguito da vicino — i titoli principali della saga Five Nights at Freddy’s, specialmente quelli usciti tra il 2014 e il 2017 (FNAF 1, 2, 3, Sister Location), quando il franchise era al suo apice di popolarità e pensavi di aver visto tutto, Into the Pit ti farà ricredere; se invece sei nuovo al franchise, questo è forse il miglior punto d’ingresso degli ultimi anni.
Viaggio nel tempo e animatroni assassini
La storia segue Oswald, ragazzino di dieci anni che trascorre l’estate in un paesino devastato economicamente. I suoi genitori sono sopraffatti dalla crisi economica post-pandemia. Suo padre è disoccupato, sua madre lavora come infermiera senza pause. Oswald passa le giornate da Jeff’s Pizza, locale squallido che una volta ospitava un Freddy Fazbear’s. Per chi non lo sapesse il Freddy Fazbear’s Pizza è la catena di ristoranti fittizia al centro dell’universo FNAF; praticamente il luogo del delitto dove si svolgono gli eventi della serie.
Un giorno Oswald scopre una vasca piena di palline; ci entra e viene trasportato indietro nel tempo nel 1985, quando il ristorante prosperava come Freddy Fazbear’s originale. Peccato che arrivi esattamente nel momento in cui Spring Bonnie – un inquietante coniglio animatronico – massacra sei bambini nella sala feste.
Gli animatronici erano pupazzi meccanici a grandezza naturale (o più grandi) che nei ristoranti Freddy Fazbear’s si esibivano su un palco intrattenendo i bambini. Avevano movimenti programmati; giravano la testa, muovevano braccia e bocca, camminavano sul palco seguendo routine pre-impostate. Spring Bonnie, il “coniglio animatronico” protagonista di Into the Pit, è un modello particolare; alto quasi due metri, aspetto da coniglio giallo con orecchie lunghe, occhi inquietanti e un sorriso permanente stampato sulla faccia metallica.


Oswald fugge terrorizzato e torna al presente. Al ritorno Oswald scopre che il padre è stato posseduto dall’animatronico e sostituito da un’entità silenziosa e inquietante che solo lui riesce a riconoscere. Da quel momento Oswald deve viaggiare tra presente e passato per cinque notti consecutive, salvare i bambini intrappolati nel 1985 e recuperare suo padre prima che sia troppo tardi.
Five Nights at Freddy’s: Into the Pit – stealth, esplorazione e enigmi
Into the Pit abbandona completamente la formula statica originale. Qui controlli direttamente Oswald in visuale 2.5D laterale, esplorando cinque location principali; casa, scuola, biblioteca, mulino e pizzeria. Le giornate le passi girando, parlando con NPC, raccogliendo oggetti chiave; le notti scattano le sezioni stealth dove devi sfuggire agli animatroni. ll gameplay è un misto di stealth, esplorazione e risoluzione di enigmi.
Ogni luogo nasconde oggetti chiave, indizi o pezzi per riparare le vecchie macchinette arcade di Jeff’s Pizza — che, una volta aggiustate, diventano giocabili e ti danno biglietti da scambiare per oggetti utili. Di notte, invece, la pressione sale; devi fuggire, ma l’animatronico cercherà di bloccarti ogni via d’uscita (anche quelle usate la notte precedente) costringendoti a trovare percorsi sempre più rischiosi. Poi, una volta nella pizzeria del 1985, devi muoverti tra corridoi bui, evitando non solo Spring Bonnie, ma anche Freddy, Chica e Bonnie; altri animatroni che si uniscono alla caccia col passare delle notti. Puoi nasconderti sotto i tavoli, nei bidoni, nei condotti d’aria; puoi creare distrazioni accendendo insegne rumorose o lanciando oggetti.


Ma attenzione, se corri troppo a lungo, Oswald inciampa e emette un gemito che attira i nemici. Se ti vedono entrare in un nascondiglio, parte un mini-game — tipo schiacciare ragni in un condotto — per evitare di essere scoperto. Il sistema è dinamico, non lineare; spesso ci sono più modi per raggiungere un obiettivo. Il gioco premia l’osservazione e la pazienza, non la reazione istintiva.
I condotti d’aerazione rendono tutto più facile verso metà gioco, permettendo spostamenti rapidi da un capo all’altro della mappa; però gli obiettivi principali restano sempre ben protetti, costringendoti prima o poi ad affrontare i nemici.
Rigiocabilità e personalizzazione
La campagna principale dura quattro-cinque ore per il primo playthrough, ma il gioco spinge fortemente alla rigiocabilità. Esistono ending multipli sbloccabili solo completando obiettivi nascosti; il migliore richiede di riparare tutti i cabinati arcade e trovare tutti i minigiochi segreti. Una volta completata la storia si sblocca la modalità Extras, che include una sorta di Custom Night; puoi regolare l’aggressività individuale degli animatroni, disattivare nascondigli specifici, modificare parametri ambientali.


Per esempio puoi giocare senza poter usare i condotti, personalizzare il comportamento di Spring Bonnie, o disabilitare gli altri animatroni. Gli achievement coprono sfide variegate: finire sotto certe condizioni, trovare tutti i segreti, sbloccare ogni easter egg. Il gioco è zeppo di riferimenti alla lore FNAF per i fan, ma non sono mai necessari per apprezzare l’esperienza base.
Pixel art che ridefinisce lo standard horror 2D
Visivamente Into the Pit è straordinario. La pixel art raggiunge livelli qualitativi paragonabili a Metal Slug ma applicati al survival horror. Ogni elemento è animato fluidamente; NPC che gesticolano parlando, animatroni con movenze inquietanti frame-by-frame, oggetti ambientali in background. Spring Bonnie in particolare vanta un numero altissimo di frame d’animazione.
Il presente è reso volutamente deprimente: colori smorzati, ambienti decadenti, atmosfera claustrofobica. Gli anni ’80 esplodono invece in colori vivaci che nascondono l’orrore dietro un’estetica nostalgica da “bei tempi andati“. Le cutscene animate ad apertura e chiusura mostrano bellissimi artwork che aggiungono peso emotivo ai momenti chiave.
Il comparto sonoro crea invece un contrasto geniale con la grafica retrò. Mentre visivamente sei in un mondo pixellato anni ’90, l’audio è realistico e immersivo. Le urla dei bambini riecheggiano nelle sale di Freddy Fazbear’s; i passi metallici pesanti degli animatroni risuonano attraverso pareti, permettendoti di tracciarne la posizione. Porte che si aprono e chiudono in stanze lontane; devi costantemente valutare quanto sia distante Spring Bonnie dal suono dei suoi movimenti.
I rumori ambientali sono associati perfettamente ad ogni location; la pizzeria ha quel sottofondo di ventilazione industriale misto a musichette. Di notte la casa di Oswald scricchiola minacciosamente mentre la scuola ha quell’eco tipico dei corridoi vuoti. La colonna sonora resta discreta, lasciando spazio agli effetti ambientali ma risalta nei momenti giusti per enfatizzare la tensione.


Five Nights at Freddy’s: Into the Pit – il FNAF che desideravi
Into the Pit dimostra che FNAF aveva bisogno di cambiare formula, non franchising. Qui trovi finalmente un gameplay sostanzioso e un orrore mostrato invece che suggerito; e poi una narrativa lineare invece di una lore incomprensibile. Il gioco spaventa davvero, cosa che la serie non faceva più da anni. La grafica pixel art eccellente e accompagnata da un audio iper realistico crea un’esperienza unica nel panorama horror indie.
Le meccaniche stealth funzionano bene, l’esplorazione premia, i puzzle hanno logica. Se ti sei allontanato da FNAF perché Security Breach era un pasticcio pieno di bug, questo è il momento per tornare. Mega Cat Studios ha capito l’essenza di cosa rendeva FNAF affascinante – l’orrore delle mascotte infantili omicide – e l’ha portata in un vero gioco d’azione horror. Per fan della serie è semplicemente il miglior titolo mai fatto; per gli appassionati di horror indie è un must-play.
Buon divertimento con questo altro rilascio gratuito! Il gioco al momento supporta la lingua italiana per l’interfaccia e i sottotitoli.


Five Nights at Freddy's Into the Pit
Hardware consigliato
Per giocare a Five Nights at Freddy’s Into the Pit in FHD (1080p) è sufficiente una GPU entry level come la AMD Radeon RX 7600 🧺 oppure la Nvidia GeForce RTX 4060 🧺. Può essere giocato in 1080p con settings moderati anche da processori con GPU integrata come l ’AMD Ryzen 8700G (su socket AM5) o qualsiasi minipc con GPU integrata come il Geekom AE8, il GMKtec NucBox K11 o il potente Beelink SER9.
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