Epic Games Store ogni settimana ti regala uno dei suoi giochi in catalogo, completamente gratis. Dal 30 ottobre a partire dalle ore 17:00 fino alle ore 17:00 del 6 novembre 2025, Epic ti regala il gioco Bendy and the Ink Machine . Il gioco è in vendita a € 17.99, ma per questa settimana puoi averlo gratis per sempre. Per questa settimana anche la versione Android del gioco Bendy and the Ink Machine è gratis, la puoi scaricare tramite l’app Epic Games Store.


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Horror vintage in salsa cartoon
Bendy and the Ink Machine è un’avventura horror in prima persona sviluppata da Joey Drew Studios (alias theMeatly e Mike Mood) e pubblicata originariamente in formato a episodi su PC a partire da aprile 2017. Il gioco completo è arrivato nel novembre 2018, distribuito da Rooster Teeth Games. Si tratta di un titolo che strizza l’occhio al survival horror psicologico, pescando a piene mani dall’estetica dei cartoni animati degli anni ’30 e mescolandola con atmosfere claustrofobiche che ricordano BioShock e Amnesia.


L’ambientazione è quella di uno studio di animazione abbandonato, infestato da creature nate dall’inchiostro e dalla follia del suo creatore. Non aspettarti jump scare continui o gore estremo come in Outlast, Dead Space o The Evil Within; qui il terrore nasce piuttosto dai corridoi sepolti sotto litri di inchiostro nero, dal silenzio, dalle ombre e da un’atmosfera opprimente che trasforma l’innocenza dell’animazione in qualcosa di profondamente inquietante.
Il gioco dura circa 5-6 ore per completare tutti e cinque i capitoli principali, più un sesto episodio bonus che offre uno sguardo dietro le quinte dello sviluppo. Non è un capolavoro tecnico (soprattutto nel gameplay), ma ha saputo conquistare una fanbase enorme grazie al suo stile unico e al carisma dei suoi personaggi mostruosi. Se ami i giochi che puntano sull’atmosfera più che sull’azione, questa è un’esperienza da non perdere.
La caduta dello Studio Joey Drew
La storia ti mette nei panni di Henry Stein, animatore in pensione che ha lavorato per lo studio Joey Drew decenni prima. Ricevi una lettera dal tuo vecchio socio Joey che ti invita a tornare nello studio per mostrarti qualcosa di “straordinario“. Quando arrivi scopri che il posto è diventato un incubo vivente. Le pareti sono ricoperte di inchiostro, i corridoi sono deserti e l’intera struttura sembra essersi trasformata in una trappola mortale. Una volta dentro e capito che tutto è andato a rotoli, l’obiettivo diventa sopravvivere e scappare. Dovrai solo uscire vivo da quel posto maledetto. Ogni capitolo ti porterà sempre più in profondità nello studio mentre cerchi una via d’uscita che sembra non esistere.
Il protagonista del disastro è Bendy, un diavoletto cartoon ispirato a Mickey Mouse e Felix the Cat; da mascotte adorabile si è trasformato in un demone che infesta ogni angolo dello studio.


Man mano che esplori i cinque capitoli, raccogli audiocassette che raccontano le testimonianze dei dipendenti; il compositore Sammy Lawrence ossessionato dall’inchiostro, l’attrice vocale di Alice Angel che cerca la perfezione a ogni costo, e altri personaggi intrappolati in questa dimensione distorta. La narrazione procede lenta ma efficace, rivelando come Joey Drew abbia costruito un impero basato su Bendy – peluche, parchi a tema, prodotti commerciali – per poi sprofondare nella follia cercando di dare vita ai suoi cartoni attraverso una macchina dell’inchiostro.
Bendy and the Ink Machine : la macchina dell’inchiostro
Il gioco racconta una storia che in realtà è una metafora del mondo del lavoro creativo. Joey Drew ha costruito un impero sfruttando i suoi dipendenti; animatori, musicisti, doppiatori che lavoravano con passione per creare i cartoni di Bendy. Questi artisti all’inizio amavano il loro lavoro; era il loro sogno realizzato. Ma Joey pensando solo al profitto e al successo li ha spremuti sempre di più, pretendendo orari assurdi, perfezione impossibile e sacrifici personali enormi. Le cassette audio che troverai raccontano di gente esausta, stressata, ossessionata dal lavoro fino alla follia.


La “macchina dell’inchiostro” che trasforma le persone in mostri rappresenta proprio questo; quando le persone perdono la loro umanità il lavoro creativo diventa un ossessione. Quello che era un sogno (fare animazione) si trasforma in un incubo. È come se Joey Drew fosse una versione malvagia di Walt Disney; ha creato qualcosa di bellissimo ma ha sacrificato le vite dei suoi collaboratori per farlo, e alla fine tutto è crollato in un disastro di mostri e incubi.
Bendy and the Ink Machine: esplorazione e fetch quest ripetitivi
Il gameplay di Bendy and the Ink Machine è quello classico dell’horror in prima persona; esplori, raccogli oggetti, risolvi puzzle (semplici) e occasionalmente combatti. I controlli sono essenziali; cammini, salti, interagisci con oggetti e usi un attacco corpo a corpo quando necessario. Niente di complicato, il che rende il gioco accessibile anche a chi non è abituato al genere. Purtroppo, questa semplicità si traduce anche in una certa ripetitività. La maggior parte delle missioni consiste in fetch quest: giri per diversi luoghi, raccogli degli oggetti, torni indietro, sblocchi la porta successiva. Funziona all’inizio, ma dal terzo capitolo inizia a pesare.
I puzzle sono principalmente basati sulla raccolta di item specifici o sull’attivazione di interruttori nell’ordine giusto. Il gioco punta tutto sull’atmosfera piuttosto che sulla sfida mentale, e in questo senso la scelta ha senso. Se cerchi complessità resterai deluso; non c’è nulla che ti costringa a fermarti e ragionare per più di qualche minuto.


Peccato che il sistema di combattimento sia uno dei punti più deboli; i colpi con ascia o tubo sono lenti, imprecisi, e gli avversari spesso ti aggrediscono in gruppo senza logica. Nascondersi funziona meglio; basta entrare in una cabina e il mostro ti ignora, anche se ti ha visto un secondo prima (decisamente poco realistico). Il vero cuore del gameplay resta l’esplorazione solitaria. Non c’è mappa; devi fidarti solo delle tue percezioni. E ogni volta che giri un angolo, sai che potrebbe esserci qualcosa ad aspettarti.
Struttura ad episodi
Il gioco è diviso in cinque capitoli principali più un sesto bonus che funge da museo dello sviluppo. Ogni episodio dura circa un’ora e introduce nuovi elementi: il primo capitolo (Moving Pictures) è pura esplorazione; il secondo (The Old Song) aggiunge i primi nemici. Nel terzo (Rise and Fall) entra in scena il Demonio di Tinta; il quarto (Colossal Wonders) ti fa visitare Bendy Land, un parco a tema abbandonato. Poi nel quinto (The Last Reel) troverai il boss finale. Una volta completato il gioco, sblocchi il sesto capitolo che ti permette di esplorare un museo virtuale con concept art, interviste agli sviluppatori e curiosità sulla produzione.
Un aspetto positivo è la presenza di collezionabili; lattine di zuppa al bacon sparse per i livelli, giocattoli musicali, poster e altri oggetti che contribuiscono ai trofei. Non sono essenziali ma incentivano l’esplorazione attenta degli ambienti. Le cassette audio sono il collezionabile più importante perché arricchiscono la storia; perderne qualcuna significa perdere pezzi di lore fondamentali per capire cosa è successo nello studio. Per fortuna sono ben segnalate e difficilmente le manchi se esplori con attenzione.
Estetica vintage tra sepia e inchiostro
Visivamente, Bendy and the Ink Machine è unico. Tutto il gioco è avvolto in tonalità sepia che richiama i film muti degli anni ’30, con forti contrasti tra le zone illuminate e quelle immerse nell’ombra. L’inchiostro nero è dappertutto; schizza sulle pareti, forma pozzanghere sul pavimento, gocciola dai soffitti. Questo cromatismo limitato crea un’atmosfera opprimente, a volte anche un pò affaticante per gli occhi !


Gli ambienti 3D si mescolano con elementi grafici 2D come poster, cartelli e i filmati animati di Bendy che vedi sugli schermi sparsi nello studio. Questo mix funziona bene e rinforza l’idea di essere intrappolato in un mondo dove la finzione cartoon ha invaso la realtà fisica. Lo studio stesso è ben progettato; uffici pieni di scrivanie rovesciate, sale di registrazione abbandonate, laboratori misteriosi con macchinari strani, e persino un parco a tema incompiuto pieno di attrazioni sinistre. Ogni area ha personalità propria anche se la palette cromatica resta costante.
I modelli dei personaggi sono un’arma a doppio taglio. Bendy e i suoi compagni hanno design iconici che catturano perfettamente l’estetica cartoon vintage; Boris il Lupo e Alice Angel sono particolarmente riusciti. Tuttavia, i nemici – gli umanoidi fatti d’inchiostro chiamati “Searchers” – sono un pò deludenti. Sembrano blob informi senza faccia né caratteristiche distintive. Anche il Demonio di Tinta, che dovrebbe essere il villain principale, appare meno spaventoso una volta visto da vicino; la sua presenza intimidisce più per il sound design che per il modello grafico.
Jazz inquietante e silenzi angoscianti
L’audio di Bendy and the Ink Machine è probabilmente il suo punto di forza maggiore. La colonna sonora mescola melodie jazz vintage con temi horror; un contrasto straniante che funziona benissimo. Nei momenti tranquilli senti musichette da cartoon anni ’30 suonate con strumenti d’epoca; quando arriva il pericolo, la musica si fa tesa e minacciosa con crescendo drammatici. Questo cambio dinamico ti tiene sempre in allerta perché impari a riconoscere i segnali audio che precedono gli eventi pericolosi.


Il sound design ambientale è curato nei dettagli: il gocciolio costante dell’inchiostro, i cigolii delle assi del pavimento, i rumori meccanici delle macchine dello studio, i respiri affannosi dei nemici. Questi suoni costruiscono una tensione costante anche quando non succede nulla; cammini in silenzio e ogni rumore improvviso ti fa sobbalzare.
Le voci dei personaggi nelle cassette audio sono recitate bene, con accenti e intonazioni che richiamano l’epoca dorata dell’animazione. Le registrazioni hanno effetti vintage – fruscii, distorsioni, qualità degradata – che aumentano il senso di autenticità; sembra davvero di ascoltare vecchie cassette ritrovate in un archivio polveroso. Un dettaglio apprezzato è che devi stare vicino ai registratori per sentire chiaramente l’audio; allontanandoti il volume cala realisticamente.
Altro elemento sonoro distintivo è il battito cardiaco che accompagna le apparizioni del Demonio di Tinta. Rappresenta il panico di Henry e aumenta progressivamente d’intensità man mano che la minaccia si avvicina. Questo trucco funziona alla perfezione; anche se hai visto il Demonio cento volte, quel battito accelerato ti mette comunque ansia.
Bendy and the Ink Machine : personalità da vendere
Bendy and the Ink Machine non è un horror perfetto ma vale la pena giocarlo soprattutto se apprezzi le esperienze atmosferiche dove conta più l’ambientazione che la meccanica pura. È un titolo che si fa ricordare per il suo stile visivo unico, per la commovente allegoria sullo sfruttamento dell’industria creativa e per personaggi che, pur essendo cartoon deformi, riescono a suscitare empatia. L’idea di trasformare la nostalgia per i cartoni animati classici in carburante per un’avventura horror è brillante e ben eseguita.
Un horror leggero ma suggestivo, senza gore esplicito o difficoltà proibitive. La durata contenuta lo rende ideale per divertirsi durante Hallowen. La community attorno al gioco è vivace; ci sono tonnellate di fan art, teorie, merchandise e un sequel, Bendy and the Dark Revival. Nel complesso, Bendy and the Ink Machine è un gioco che vale la pena provare per la sua originalità e la sua capacità di creare un mondo unico, nonostante i suoi difetti evidenti nel gameplay.
Buon divertimento con questo altro rilascio gratuito! Il gioco al momento supporta la lingua italiana per l’interfaccia e i sottotitoli.
Bendy and the Ink Machine
Hardware consigliato
Per giocare a Bendy and the Ink Machine in FHD (1080p) è sufficiente una GPU entry level come la AMD Radeon RX 7600 🧺 oppure la Nvidia GeForce RTX 4060 🧺. Può essere giocato in 1080p con settings moderati anche da processori con GPU integrata come l ’AMD Ryzen 8700G (su socket AM5) o qualsiasi minipc con GPU integrata come il Geekom AE8, il GMKtec NucBox K11 o il potente Beelink SER9.
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