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Death’s Gambit: Afterlife
Death’s Gambit: Afterlife è un’ambiziosa rivisitazione del gioco originale del 2018. Sviluppato da White Rabbit e pubblicato da Serenity Forge, questo titolo è stato rilasciato il 30 settembre 2021 per PC e Nintendo Switch. Si tratta di un action RPG in 2D che fonde elementi souls-like con meccaniche da metroidvania.
Gli sviluppatori hanno ascoltato i feedback dei giocatori sul primo Death’s Gambit; hanno ampliato e migliorato notevolmente l’esperienza originale. Il risultato è un’avventura più ricca e coinvolgente che vuole conquistare gli amanti del genere. Esploriamo insieme cosa rende Death’s Gambit: Afterlife un titolo da non perdere per chi cerca una sfida impegnativa in un mondo dark fantasy finemente realizzato.
Un patto con la morte
La storia di Death’s Gambit: Afterlife ruota attorno a Sorun, un cavaliere di Vados. La sua missione è distruggere la fonte dell’immortalità dei nemici del suo popolo. Dopo una spedizione fallita, Sorun stringe un patto con la Morte in persona. In cambio della capacità di resuscitare, dovrà eliminare la fonte stessa dell’immortalità.
Questo accordo può essere interrotto dal giocatore attivando una modalità permadeath. La trama si sviluppa in modo intrigante. Sorun non ha un reale interesse nel conflitto tra il suo popolo e i nemici; il suo vero obiettivo è vendicare l’omicidio dei genitori.
Man mano che la storia procede, emergono risvolti inaspettati e temi più profondi. Il gioco esplora concetti come il peso dell’immortalità e le conseguenze delle proprie scelte. La narrazione si dipana attraverso dialoghi, descrizioni di oggetti e dettagli ambientali. Sono presenti anche flashback giocabili che approfondiscono il passato di Sorun. Per apprezzare appieno la profondità della trama, è consigliabile rigiocare l’avventura più volte. Ciò permette di scoprire finali alternativi e dettagli nascosti che arricchiscono l’esperienza complessiva.
Gameplay: combattimenti e esplorazione metroidvania
Il gameplay di Death’s Gambit: Afterlife si basa su combattimenti impegnativi tipici dei souls-like. Allo stesso tempo, incorpora elementi da metroidvania come l’esplorazione non lineare e lo sblocco progressivo di abilità.
Il sistema di combattimento richiede precisione e strategia. Bisogna gestire attentamente la stamina per attaccare, schivare e parare. Ogni arma ha un set di mosse unico che si adatta a diversi stili di gioco. I boss rappresentano sfide impegnative che richiedono pazienza e abilità per essere superati. L’esplorazione è un elemento centrale. La mappa è stata ampliata con 10 nuove aree rispetto al gioco originale.
Man mano che si progredisce, si sbloccano abilità come il doppio salto che permettono di accedere a zone prima irraggiungibili. Sono presenti scorciatoie da sbloccare e una mappa consultabile che aiuta nell’orientamento.
Il sistema di progressione offre molta libertà. Si possono potenziare varie statistiche e sbloccare talenti in alberi delle abilità. Ciò permette di personalizzare lo stile di gioco in base alle proprie preferenze. La varietà di armi e build possibili garantisce un’elevata rigiocabilità. Il level design intelligente incoraggia l’esplorazione e premia chi si avventura fuori dai sentieri battuti.
Grafica e sonoro: un’atmosfera dark fantasy
Visivamente, Death’s Gambit: Afterlife colpisce per il suo stile artistico in pixel art di alta qualità. Gli scenari sono ricchi di dettagli e trasmettono un’atmosfera cupa e malinconica. I fondali sono realizzati con cura; creano profondità senza mai risultare troppo caotici. L’art design è coerente e contribuisce a immergere il giocatore nel mondo di gioco.
Le animazioni dei personaggi sono fluide e ben realizzate. I boss in particolare spiccano per il loro design creativo e a tratti grottesco. La palette cromatica varia tra le diverse aree; passa da toni freddi e spettrali a colori più accesi e vibranti.
Sul fronte sonoro, il gioco si distingue per una colonna sonora orchestrale di grande impatto creata da Kyle Hnedak (disponibile su Spotify). Le musiche accompagnano perfettamente l’azione e l’esplorazione.
Il sound design è curato nei minimi dettagli. Effetti sonori come il clangore delle armi o i versi delle creature contribuiscono all’immersività. Il doppiaggio è di buona qualità e aiuta a caratterizzare i personaggi. L’unica eccezione è il protagonista Sorun che rimane muto, probabilmente per favorire l’immedesimazione del giocatore.
Death’s Gambit: Afterlife: conclusioni
Death’s Gambit: Afterlife rappresenta un notevole passo avanti rispetto al gioco originale. Gli sviluppatori hanno saputo ascoltare i feedback e creare un’esperienza più ricca e rifinita. Il gameplay impegnativo ma gratificante saprà conquistare gli amanti dei souls-like.
L’esplorazione in stile metroidvania aggiunge profondità e varietà all’esperienza. La storia, offre spunti interessanti e incoraggia multiple partite. Alcuni potrebbero trovare la difficoltà eccessiva, soprattutto in certi boss fight.
Tuttavia, la curva di apprendimento è ben bilanciata e permette di migliorare gradualmente. La libertà di personalizzazione del personaggio e la varietà di approcci possibili sono punti di forza. È consigliato a chi cerca una sfida impegnativa in un mondo dark fantasy ben realizzato. Gli amanti dei metroidvania e dei souls-like troveranno pane per i loro denti in questa avventura ricca di contenuti e atmosfera.
Il gioco supporta la lingua italiana per l’interfaccia e i sottotitoli.
Hardware consigliato
Per giocare a Death’s Gambit: Afterlife in FHD (1080p) è sufficiente una GPU entry level come la AMD Radeon RX 7600 🧺 oppure la Nvidia GeForce RTX 4060 🧺. Può essere giocato in 1080p con settings moderati anche da processori con GPU integrata come l ’AMD Ryzen 8700G (su socket AM5) o qualsiasi minipc con GPU integrata come il mini pc Minisforum UM890 o il Geekom A5. Se hai un pc con una GPU di fascia alta sicuramente apprezzerai il dettaglio grafico e la fluidità offerti dal gioco eseguito in QHD o 4K.
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